Suono, atmosfera,
colore sono le cifre caratteristiche di questa silloge poetica di Laura Fusco. Innanzitutto
la musica, il jazz, in prima istanza, ma poi anche quella classica fanno da
sfondo, bordone a tutte le composizioni che di pagina in pagina si succedono.
Essa non è solo sottofondo, ma ispirazione anzi generatrice di versi e quindi
di poesia. E’ poietica di stati d’animo, di sensazioni, di ritmi. La
caratteristica musicale del jazz è la non violenza, specie del blues che si
caratterizza per una indefinitezza del suono. C’è una sorta di omologia fra la
struttura del blues e la struttura delle poesie di questa silloge di Laura
Fusco. Le composizioni poetiche offerte in questo testo presentano quasi
tutte un senso di incertezza che rimanda ad altro, che lascia qualcosa di
sospeso. Si prenda ad esempio la fine della poesia addio che recita così: “Allora per qualche ignota ragione/ una
ragazza dal davanzale/ ha detto.” Che cosa ha detto la ragazza non è dato
saperlo. E’ tutto nell’immaginazione e nella sospensione del dichiarato, del
dato, del certo. Il blues era stato
definito in Italia come “musica stonata” proprio perché esprime una sorta di
dissonanza. Anche le poesie di questa raccolta sono in qualche modo dissonanti.
E’ possibile scorgere una specie di
accoppiata fra poesia e musica. Significativa e la poesia “Da da da” ove si
cerca di dare al verso lo stesso ritmo della musica.
Assieme al suono la
poesia di Laura Fusco crea atmosfere particolari, crepuscolari si potrebbero
dire, non perché la sua poesia sia ascrivibile al crepuscolarismo del primo
‘900, ma perché i versi generano stati d’animo di attesa, di
sospensione, che riflettono in qualche modo l’eterno bisogno di rifugiarsi nel
mistero, nell’inconoscibile perché il dato tutto per certo, per scontato non dà
significato alla vita che ha bisogno ombre, di luce tenue per poter anche vivere
nell’illusione, nella speranza. L’atmosfera presente nelle poesie di Laura
Fusco è quella della sera, della notte, lontana dal giorno. La penombra sembra
il colore più adatto, più ricercato. E’ poi sostanzialmente la più adatta alla
dimensione musicale del blues. La penombra è in sé una stonatura perché non è
luce, ma neppure buio, oscurità. Sempre nella poesia Da da
da si legge: “Voglio tirar notte e
aspettare,/ voglio tirar notte tirando note e basta,/ e dire adesso sì, adesso
no, alle cose,/ tanto tutto andrà bene, da da da”
Nelle
composizioni di questa silloge c’è sempre la presenza di un’alterità che non è
definita, un’altra donna, a volta sembra
poter essere un giovane, ma forse è il rispecchio di se stessa. Avere
comunque un altro/a con cui dialogare
nella poesia vuol dire rendere narrativo il discorso poetico, vivacizzarlo.
Sul piano tecnico la silloge si esprime con modalità diverse. Sono presenti poesie con versi dilatati, quasi in presenza di prosa poesia, ma poi ci sono anche composizioni fatte essenzialmente di versicoli, ove non solo viene isolata la parola, ma addirittura il suono, la sillaba come nella poesia Chiamami adesso ove diventano versi “Rue/ Git-/le-Coeur”. Si insiste parecchio su richiami fonici. Come ad esempio nella poesia sopra citata Da da da. “Voglio tirar notte…,/voglio tirar notte tirando note…/”. Un altro aspetto significativo, già riscontrato nella silloge aqua nuda riguarda l’uso di scene piuttosto che di descrizioni che ricorda vagamente Montale. In un caso sembra addirittura una citazione de I Limoni, poesia del grande poeta ligure, come nella composizione Via con i seguenti versi: “e all’improvviso arriva l’odore della terra bagnata dall’innaffiatoio…”. La scena però in Laura Fusco non è preparatoria di un correlativo simbolico come avveniva in Montale, (i limoni, il cavallo stramazzato, ecc.), perché la scenografia diventa nelle poesia della Fusco fine a se stessa, è la scenografia che dà significato, tono, senso. Si prenda ad esempio Autumn leaves, nei versi: “Abbiamo ascoltato la tromba di Charles e interi alberi sono entrati in/ sala da pranzo e sono stati a/ guardarci guardarci”. E’ la scena che esprime significato più che parole metaformizzate. Gli esempi possono essere numerosissimi. E’ questa forse la struttura più significativa sul piano formale della poetessa torinese.
Dicembre 2012