Curve alfabetiche
Questa silloge poetica è stata pubblicata a seguito della
vittoria al Premio Letterario Internazionale Archè Anguillara Sabazia
conseguita da Cheikh Tidiane Gaye con la seguente poesia
L’imbuto del tempo
Dov’è adesso il sudore che bagnava la tua terra?
È acqua pura, beata che purifica il mio volto sobrio
e vulnerabile. Sorrido davanti al tuo viso generoso,
bosco che fiorisce briosamente.
Dal tuo giardino sorge la luce, ogni tuo cappello
è un pilastro che solleva il respiro della parola.
Darò un attributo alla tua voce
che ci sussurra l’ode mattutina alle nostre orecchie soffocate
dal vento discordante dell’invidia.
Darò un nome al tuo sorriso che apre la gioia del cancello
fino ieri spento. Io strapperò la parola che intreccerò con la tua lana
di amore
per tramare il destino orgoglioso del tuo passato.
Sono cresciuto sotto la tua ombra
a disegnare l’alfabeto dell’amore;
ho marciato appoggiando il mio piede sul tuo piede
per onorare il tuo cammino celibe;
ho desiderato abbracciare il tuo tempo
per contemplare il tuo tempio, saggezza delle nostre notti fertili;
I tuoi occhi la mia luce, le tue mani il mio bastone
il tuo piede il mio cammino, tu e io
sempre per l’eternità.
Ho amato la tua chioma, degna di gloria …
Sei all’alba la corda brillante
che scivola nell’imbuto del mio organo muto.
Sei l’albero che ci nutrirà di frutta, la barca che attraverserà il
fiume,
luce, stella, cielo,
albero, fiori, foglie,
tu, la vera natura;
con la mia penna reciterò sul prato della tua innocenza
la tua bravura nascosta nelle dune vogliosamente costruite
per non lodare la tua accoglienza innata.
Giunto il momento di arrampicarmi sul tuo dorso epico
Bella poesia d’amore, ove è possibile scorgere una intensa ricerca di
metafore. Ma a noi non interessa prendere in esame questa poesia quanto
piuttosto la silloge stampata e pubblicata a seguito del riconoscimento
ottenuto con il premio.
Intanto il titolo ci suggerisce subito che la raccolta è monotematica
ove al centro della ricerca poetica vi è la poesia, il verso, la parola, la
singola lettera alfabetica. Per questo
motivo diventa pleonastico ricercare all’interno della silloge tematiche e
contenuti diversificati. L’analisi non può che vertere sugli aspetti tecnici o
costruttivi delle poesie.
L’aspetto determinante è dato dalla intensa ed estrema ricerca di
immagini relative al monotema. L’esemplificazione può essere vasta e varia. In
tutta la silloge le immagini si susseguono una dopo l’altra, ora per dar senso
al verso, ora alla singola parola. A volte non è immediato il riferimento del
senso della poesia al tema, ma poi una attenta lettura la riconduce. Ad esempio
in questa poesia: “Ho curato la mia ferita nel ventre del flauto/ non mordo il
suono del vento/ colgo l’aria per dissodare le bocche orfane di melodie/ e
seppellire le doglie delle notti tristi.”, è
possibile riferire tutto il senso della composizione alla funzione della
poesia e del poetare dell’autore, mostrando la duplice funzione della
composizione poetica, curare le proprie ferite e dissodare le bocche orfane di
melodie. Da una parte cioè la poesia come fatto taumaturgico personale, come
strumento per se stessi, dall’altra per
lenire i dolori degli altri, essere d’aiuto alla sofferenza altrui (seppellire
le doglie delle notti tristi).
L’aspetto tecnico di tutta la composizione è dato dall’uso dell’anafora ora fatta dalla
singola parola (quando si spegne il
cielo/ quando piange la terra), ora
attraverso un morfema (la luna
ravviva i miei sogni/ la parola
irrora la mia anima/ la parola non
teme nulla), ora attraverso il semplice
fonema (è la sua limpidezza / è l’attore che rovescia le nostre/
peripezie/ è il pittore che
restituisce/ al buon mattino/ il suo risveglio/ e non tramonta mai;/ è la lingua sapore di sale/ che penetra
nei nostri pensieri;/ è una carezza che ci addormenta/ sotto
l’ombrello delle nostre ansie.).
Questo elemento è costante e forse non c’è poesia che non si regga su
questo aspetto tecnico, che spesso è di molto
impatto emotivo.
Scontato il contenuto, quindi, tutta la silloge vive per la ricchezza
del suono, per la ricerca delle immagini, per la ricerca delle parole.
E’ un inno agli elementi che
permettono la comunicazione fra le persone, che permettono la comprensione
della realtà e il suo dominio. Adamo ed Eva davano il nome alle cose,
organizzavano il rapporto con la realtà attraverso suoni, consonanti, vocali,
parole. Cheikh Tidiane Gaye erige un
altare di versi e suoni agli strumenti che permettono di innalzarci dalla
condizione animale a quella umana, che permettono di sondare nel non nostro
intimo, che permettono di esprimere il sentire più nascosto dell’io rendendoci
capaci di fare arte e creare bellezza che l’aspetto più divino dell’uomo.
Questa silloge è un vero canto al suono che produce la parola, la singola
lettera dell’alfabeto.