El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione
requiem per tre padri
Il conflitto fra un'adolescente e una madre è al centro di questa
vicenda. Clara, famosa attrice di teatro, dopo l'arresto e la morte del
suo ex marito, regista dissidente, non riesce più a ricucire il rapporto
con la figlia Nadia. La storia si sviluppa in un contesto storico e
ambientale di grande fascino: l'estate di Praga del 1969, una pagina di
storia che l'autrice racconta attraverso le vicende interiori dei
protagonisti.
Alcune caratteristiche:
- a) Presenza di un prologo incentrato sul conflitto con la madre
per la conquista del padre. La acquisita consapevolezza che la
modalità con cui la madre legava il padre era data dalla recitazione,
cioè dal fingere, dal far credere vera una cosa non vera.
- b) Il romanzo si snoda in 12 capitoli, che rappresentano scene a
se stanti. Sono quadri scenici monolitici e chiusi in se stessi. Non
sempre sono legati tra loro per cui il capitolo successivo non
necessariamente è logicamente consequenziale al precedente. E' una
tecnica filmica mediante la quale è possibile l'indipendenza di
ciascun fatto scenico collocabile in posizione diversa rispetto a
quella data. Si potrebbe cioè, con pochi accorgimenti fare un
montaggio del testo completamente diverso. Il significato dell'intera
costruzione è dato proprio dal tipo di montaggio operato. Il
parallelismo con la tecnica cinematografica è evidente perché nel film
il significato è dato dal montaggio piuttosto che dalle singole scene
o dall'insieme delle scene. E' un romanzo che ha fatto proprio il
senso della comunicazione, così come è concepita oggi, che non è quasi
mai dato dal solo contenuto ma dal mezzo e dalla modalità di
organizzazione della comunicazione.
- c) La vicenda incentrata sull'apparente conflitto madre figlia si
snoda fra due fatti determinanti: 1) l'evento del menarca; 2) la
finzione di violenza sessuale subita dalla protagonista.
Sembrano due eventi che stabiliscono l'inizio di una negatività e la
fine della stessa verso una sperata positività. L'arrivo del menarca
coincide con l'avvento della repressione russa in Cecoslovacchia nel
1969 e con l'imprigionamento del suo secondo padre adottivo Zef e del
contemporaneo tradimento della madre nei confronti della primavera di
Praga. Due fatti legati alla vita biologica, che ne configurano e ne
significano anche l'avvenuta maturità ed emancipazione.
- d) L'apparente conflitto madre-figlia che potrebbe far ipotizzare
la mancanza di soluzione del conflitto edipico è marcato da altri
connotati che ne rendono più complessa l'interpretazione. Infatti se
pure la contrapposizione figlia - madre in età adolescenziale è per
certi versi essenziale e funzionale alla crescita e all'acquisizione
dell'autonomia, tuttavia essa non presuppone anche l'annullamento
del terzo e ultimo padre, atto che si iscriverebbe invece in un
complesso edipico rovesciato. Il vero secondo termine del conflitto
non sarebbe la madre ma il probabile padre. La messa in scena della
violenza è finalizzata alla riconquista, alla 'liberazione' della
madre e alla sua riconquista. Zef, il suo secondo padre, idealizzato
dalla protagonista in questo schema, diventa il mezzo e lo strumento
per raggiungere lo scopo di riappropriarsi della madre.
- e) Rilevante è anche la funzione della finzione teatrale che
rappresenterebbe la verità della non verità della vita. La madre della
protagonista solo attraverso la sua opera di attrice riesce ad
esprimere quel poco di genuinità che è in lei e che nella vita di ogni
giorno invece non sa più manifestare. E' con la finzione che la
protagonista bambina cerca di conquistarsi la fiducia del padre,
proprio perché questi è pazzamente innamorato della capacità di
recitazione della madre. E' infine ancora con la finzione che il terzo
probabile padre viene eliminato e la madre riconquistata al suo
affetto.
- f) Ultimo elemento è il binomio oppositivo spazio aperto e
spazio chiuso. Il primo gioca il ruolo della felicità paradisiaca,
della felicità perduta, di una felicità non più riconquistabile. Lo
spazio aperto è presente nel prologo. In tutto il resto del romanzo
gli spazi sono chiusi e proprio per questo non possono portare nulla
di positivo. Non so se Jarmila Očkayová conosca il formalista russo
Tomaševskij che per primo, mi sembra, ha rilevato l'opposizione spazi
aperti/spazi chiusi, (anche se riferiti a opere teatrali) attribuendo
una funzione positiva allo spazio aperto e negativa a quello chiuso.
Ma la dualità oppositiva, da quel poco che ho potuto analizzare anche
in altre opere narrative non si manifesta solo nelle opere teatrali,
ma in ogni struttura narrativa, quasi che sia una categoria
psicologica, così come avvertiva Propp per le funzioni narrative,
insita nell'uomo e che quindi gioca inconsapevolmente per il
narratore.