Barbara e Stefania, studentesse universitarie, stringono una forte amicizia, di quelle che solo le ragazze possono avere e che le porta a conoscersi profondamente. Barbara, segnata da vicende famigliari traumatiche, è più fragile ma, proprio grazie all'affetto e al sostegno di Stefania, per un po' resiste. Sviluppato su ritmi onirici e introspettivi, il tessuto narrativo di questo toccante romanzo "grida" un profondo attaccamento alla vita.
Il romanzo si struttura mediante una tripartizione della storia: a)
conoscenza fra le due amiche e rivelazione delle loro rispettive vite
passate; b) tentativo di suicidio di Barbara e prima fase di
ricostruzione; c) caduta nell'anoressia di Barbara e viaggio
ricostruttivo.
Un epilogo chiude l'infelice storia di Barbara.
E' un romanzo condotto narrativamente su base psicanalitica tant'è che
la terza parte propone una delle classiche modalità di questa disciplina
attraverso cui si tenta di recuperare un'anoressica. Anche l'uso dei
sogni, così insistenti, può iscriversi nella stessa linea di modalità
narrativa.
Il romanzo apparirebbe troppo scontato se non fosse per un secondo
livello di lettura, certamente più intenso.
Infatti è possibile leggere nella vicenda di Stefania e Barbara la
storia di una amicizia così intensa da essere quasi simbiotica e capace
di generare equivoci. E' la storia di un intenso rapporto fra due
ragazze che cercano di scoprire i loro interessi, l'amore per la vita,
il gusto del rapporto con la realtà e le piccole cose. E' una amicizia,
quella di Barbara e Stefania, che raggiunge una tale intensità da
diventare strumento di redenzione, almeno per Barbara.
I personaggi del romanzo sono sostanzialmente tre (Stefania, Barbara,
Tomaso), più due figure di contorno: la madre e il padre di
Barbara.
Ciò che appare evidente è la negatività presente nei personaggi
maschili. Tomaso, neuropsichiatria, colto, conoscitore di tutti gli
elementi biochimici che muovono l'organismo umano, si dimostra alla fine
geloso, limitato, piccino.
Il padre di Barbara, anch'egli professionista, e quindi di cultura
elevata, è incapace di assumere le responsabilità di padre, diventando
anzi una delle cause dello squilibrio della figlia per i suoi tentativi
incestuosi.
Emerge un romanzo tutto, o quasi tutto al femminile, se non fosse per
una fugace apparizione di un amico di Stefania che le insegna a saper
vedere come respirano i fiori e quindi la vita all'interno della
natura.
La storia è strutturata mediante un io narrante che si rivolge
costantemente con un tu all'amica di cui riporta i discorsi diretti.
Gli altri interlocutori quasi non esistono.
Le frasi sono strutturate con periodi semplici fatte per lo più di frasi
principali con coordinazioni. Questa organizzazione linguistica giova a
tenere avvinto il lettore sulla vicenda, sulle cose narrate e dette
piuttosto che sulla forma linguistica.