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Il mondo ha inizio e fine nel ricordo;
ciò che rammento è ciò che sono.
Quel filo d'erba che, ragazzo,
colsi perché al mio soffio vibrasse
davvero disgregò l’aria col suo acuto?
Un mondo ricordato ha in sé verità
e realtà ben più chiare di echi.
Nella mani a coppa del ricordo
la verde, fine festuca di ciò che siamo
freme d’un suono tutto suo.
Da Leaving Holds me here: Selected Poems. Thistledown Press, 2001.
gli spazi che si stendono
fra attimi di comunione,
quelle volte in cui basta
intuire la presenza
dell’altro, la cognizione
che questo silenzio è,
anch’esso, un dono;
il silenzio dei monti
o della cupa foresta,
o dei pianori di notte,
teso a toccare
una parte di noi
che solo tempo brama;
gli istanti prima d’assopirsi,
o appena desti, quando il mondo
in sequela d’albe e vespri,
trova forma e senso
propri.
Ci servono questi silenzi
come ci servono le parole che
prima dobbiamo apprendere
e poi dimenticare
giunti alla cognizione
del silenzio
Da: Leaving Holds Me Here: Selected Poems. Thistledown Press, 2001.
Il fiume scorre, segue un corso,
e in quel fluire, lesto,
o lento, senti
il peso del tempo,
l’attrazione lunare, il volgere
delle stagioni. Segui
la corrente e ti porta
là dove le cose tutte
infine confluiscono.
ma c'è un altro senso -
vira contro corrente
e affronta il mistero
che ti guida all’inizio
delle cose, là dove fiume è
solo una nozione forgiata
da sole e ghiaccio e pietra.
il fiume scorre, segue un corso,
ma nel prodigio del suo
fluire, noi scegliamo.