Nota biografica | Versione lettura |
XIV
Chi mai scorderà l’insulto alla carne,
l’alfabeto di stracci e la gala bruciata
di una piccola Venere dalla pelle olivastra.
Il nostro amore come un’angoscia insanguinata
esplode, di sesso e morte! Una luce così chiara
le poche nubi dirada nella volta incendiaria;
l’ago di voci, il fracasso delle ingiurie,
il cuore accoltella alla glabra madre zingara.
Il tempo porterà un mare di cenere,
e il feroce rancore delle unghie;
sul tacco di dura torba farà battere
come un colpo di cornacchie!
Nelle piaghe oscure di umori fatali,
ogni cosa, persino la morte, diviene sinuosa
in abiti ben lustrati, in lingue tombali.
Pueblo! Sole del mezzogiorno.
Quattro uomini stanno nella cruna del campo
come avvoltoi nella posa panciuta
sotto il cerchio del giorno infuocato
sciabolando gli occhi pieni di terra e odio.