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ego te baptizo

mauro a. bogdanović

Ego te baptizo

					(ad nepotes epistula)

Caro nipote, non ti conosco,
e non so se il tempo
		che sèpara generazioni
potrà di me in te, o di te in me
		riconoscere qualcosa;
se un giorno queste parole
		ti diranno di una voce
o saranno un foglio
			improvviso
all’occhio che fruga
		nella penombra del meriggio
e qualcuno ti chiederà
		– fidanzata o amante –
chi usava una lingua
		già così stanca,
se davvero pensava che un giorno
			avrebbe potuto
da così lontano
		gettare un ponte di inchiostro,
sperare di capire
		non dico sé, ma voi.
Allora, con la faccia che avrai
		e oggi non si vede,
col sorriso che ti sarai scoperto,
	incerto un po’ ti vergognerai
che osassero tanto i parenti dei padri
	da seminare nel mondo vostro,
come non fosse loro già colpa
		avere nella storia un posto.
Non parlo al sordo e non ho speranza,
		mi resta un dubbio di tanti:
se dicendoti che sarete
		diversi e a noi uguali
prima che la vita abbia finito
		di scrivere sull’etichetta
e dall’aceto ritorni il vino,
	quel mondo che vi abbiamo sciupato,
o che ha sciupato noi,
		sarà per voi la tradotta
o la rima che distilla
			nonsenso amaro
sulla coperta dell’aria;
	se nell’acre sfrigolare d’ideali
con cui vi consegniamo
			un nome e una fede,
una traccia incerta di destino,
		tutto ciò che non potete
aver voluto
	(ciò che noi non abbiamo saputo)
per conquistarci un posto da pari,
		per dire sì non alla vita
ma al consenso del vicino
		e lavare le nostre mani
nell’acqua della stessa colpa,
		vedrete i fumenti del giorno,
una luna spessa e nera,
	la nostra vita assorta a dimenticare
		la scintilla che fu il logos:
	vi chiameremo innocenti
e ci aspettiamo da voi un segno,
				un richiamo,
lo stesso giro di pista,
			per essere certi,
come già lo siamo
			del nostro posto
nella danza di Cagliostro,
			per dire a noi stessi
che il tempo lo abbiamo morso
			e masticato coi denti.
Perdonate figli se siamo padri,
		e madri, e parentame,
perdonate il fardello
		che oggi con pompa vi diamo,
le nostre parole d’oro, e l’oro
	che per voi spargiamo sul letame.

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Anno 10, Numero 40
June 2013

 

 

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