L'intestino di Vito Renica era in subbuglio. L'intestino di Vito Renica rumoreggiava impetuosamente.
L' intestino di Vito Renica non era in armonia con il mondo.
Odori, suoni, crampi.
I banchi azzurri mi guardano. Mi gettano certe occhiate. Io conosco soltanto i banchi color legno, del mio paese, pieni di scritte, che non bastavano mai a contenerci tutti.
[...]Sono arrivata qui, nella vostra bellissima città tre anni fa. Con il cuore colmo di speranza. Fu amore a prima vista. Ma in realtà il mio amore risale a tanto tempo fa. A quando i racconti sui vostri paesi sostituirono...
[...]"Dai! Muovetevi! Veloci! Non ci aspettano mica! Lo spettacolo inizia alle
dieci! Saltate subito in barca!"
[...]
Questo mio corpo
stremato
lascio rollare
alla deriva.
A stento reggo
questo mio cuore
Con i miei sogni distrutti
come un albero di zucchero sotto la pioggia
senza nessuna nave sana
Ogni volta che ho acquistato una terra
per avere un posto dove morire
fu sventurata.
Ho perso l'amore
e sono rimasto con la terra
deserta dove seppellire
il mio cuore.
Perdita quotidiana
e abbandono eterno
azzurro senza voce
non nominare l'agonia
aspetta fino a domani,
risorgi,
perché tu sei
complice del giorno.
Firenze è un mattino di dicembre
dove arrivai urlando dal mio Ade.
C'erano abbracci baci e rimpianti
e un Cristo negro accoltellato.
Colomba fuoco venticello
non sono degno di essere Saulo
né Paulo.
Forse sono la ferita
mai guarita dell'uomo di luce
Se fosse vera la Notte
il Cielo di carta le stelle finte.
Venezia più larga e estesa
rovina alata di sangue.