El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

Prurito

Gianni Caimi

Biblioteca Dergano Bovisa, via Baldinucci, 76

Dedicato ai miei docenti e a tutti i compagni di corso che pazientemente hanno supportato e soprattutto sopportato questo tentativo di narrativa.

Non sempre gli avvenimenti sono come si manifestano.
Neppure come vogliono farceli apparire. Sono semplicemente.
come li percepiamo. .
(anonimo bovisasco)

Ogni volta che Diego passava davanti al bar della Fontana avvertiva uno strano formicolio pervadere il suo corpo. .
Era una sensazione piuttosto sgradevole, fastidiosa al punto che cedeva quasi sempre alla tentazione di grattarsi furiosamente. .
Questo senso di disagio sembrava localizzato in ogni cellula del suo organismo e la cosa lo metteva in una situazione molto seccante, perché l’istinto irrefrenabile di strofinare freneticamente ogni parte della propria persona era piuttosto imbarazzante. .
Verrebbe spontaneo pensare, perché non cambia strada dato che in effetti il tragitto dal garage alla propria abitazione si allungava percorrendo quel tratto di via? .
Il motivo c’era, eccome se c’era. .
Si chiamava Joceline. .
Era una ragazza mora dai lunghi capelli ondulati e corvini che a Diego piaceva da impazzire. .
Vendeva articoli da regalo e svolgeva la sua attività in un piccolo negozio adiacente al bar della Fontana. .
Purtroppo a causa di quel maledetto inconveniente non era mai riuscito ad attirare la sua attenzione. A essere sinceri l’attenzione l’aveva attirata fin troppo. .
Non capita tutti i giorni di vedere un tipo brufoloso e goffo che si gratta come uno scimmione tarantolato essere inseguito da un’orda di ragazzini schiamazzanti, il tutto accompagnato da un rossore cardinalizio che dilagava inclemente sul suo volto in balia di ogni sorta di tic. .
Che speranza poteva avere quello che ormai era diventato lo zimbello del rione di aver successo con la bella Joceline? .
Aveva provato con ogni tipo di pomata. .
Nessun farmaco riusciva a risolvere quello che era ormai diventato l’incubo della sua esistenza. Si era inutilmente sottoposto a ogni tipo di esame, niente da fare. .
Come ultima spiaggia rimaneva una sola cosa da tentare, sperare nel miracolo portentoso quanto poco probabile di un mago. .
Trovarne uno non sarebbe stato un problema, non c’era che l’imbarazzo della scelta. .
L’idea non gli andava molto a genio. .
Diego non credeva a quel genere di cose, ma la situazione era ormai diventata insostenibile e, piuttosto riluttante, si mise alla ricerca di un guru in grado di risolvergli il problema. .
Fu allora che iniziò il suo vero calvario. .
OCCORAT, AMETANA, ALLEY, ARUTAGERF per citarne alcuni. .
Nomi altisonanti a cui fecero seguito raggiri e fregature a dir poco mortificanti. .
Gli improduttivi espedienti suggeriti e purtroppo messi in pratica da quella che potremmo definire un’associazione a delinquere ebbero come unico risultato quello di peggiorare fisicamente e moralmente la sua situazione. .
Nel giro di pochissime settimane il suo stato fisico ma soprattutto psicologico si stava ormai avviando inesorabilmente verso un punto di non ritorno. .
Come ciliegina sulla torta, dato che le disgrazie viaggiano sempre in compagnia, anche le sue finanze, a causa delle parcelle piuttosto pepate di quei farabutti ciarlatani cominciarono a dare segni di squilibrio. .
Non parliamo dell’aspetto fisico. .
A causa di cataplasmi e pozioni di dubbia efficacia e, soprattutto, provenienza il suo povero corpo si ricopriva sempre più di vescicole e pustole maleodoranti. .
Diego puzzava come un dromedario sudato alle due del pomeriggio... .
Il prurito iniziale era diventato un lontano ricordo. .
Se prima faceva ridere tutti quelli che lo incrociavano, ora spaventava i bambini che non lo rincorrevano più sbellicanti, ma si rifugiavano intimoriti fra le gonne delle madri. .
Un improvvisato comitato di quartiere propose perfino di instaurare delle ronde da posizionare nei punti caldi, asili nido e scuole elementari….
Ci fu qualcuno che ritenne persino opportuno l’intervento della Protezione Civile. .
Il fatto era che il nostro eroe, nonostante il mondo gli stesse crollando addosso, si ostinava a passare davanti al negozio della sua adorata tutti i giorni e, sbirciando all’interno, sperava di incrociare il suo sguardo nella illusione di un riscontro positivo. .
Più passavano i giorni più la situazione assumeva aspetti tragicomici. .
Infatti, se i primi giorni, quando i loro sguardi si incrociavano, trapelavano timidi e ammiccanti sorrisi di intesa, purtroppo, col passare del tempo, le reazioni della sua amata si trasformavano gradualmente in risatine, sghignazzi, sberleffi e fragorose risate, evolvendosi infine in disgusto e paura misti a quello che si potrebbe tranquillamente chiamare terrore. .
Ma il peggio era in agguato e da lì a poco si sarebbe manifestato in tutta la sua devastante mostruosità. .
Come tutte le cose spiacevoli e negative iniziò in sordina. .
Lui, inconsapevole, era perseguitato non dal destino ma da una diabolica macchinazione ordita a sua insaputa. .
Lui non era vittima del fato ma di quello che fin dalla sua adolescenza aveva considerato un amico. Giuseppe Piccolo, detto il Beppe. .
Bello, ricco, sufficientemente antipatico ma in compenso parecchio pirla. .
L’esatto opposto di Diego. .
E, sfortunatamente per il nostro prode ma sfigato Diego, morbosamente invaghito e tenacemente respinto della bella Joceline. .
Applicando la regola aurea in amore nessuna pietà, niente prigionieri, Beppe non esitò un solo istante a mettere in pratica un diabolico piano per sbarazzarsi dell’ignaro rivale. .
Venuto a conoscenza dei problemi dell’amico, approfittando della situazione e sfruttando la loro antica confidenza, si prodigò per aiutarlo. .
Lo convinse del fatto che il suo carattere bonario e accondiscendente lo aveva esposto ai subdoli raggiri di personaggi loschi e scellerati, ovvero maghi da quattro soldi a cui si era rivolto. .
. Ora tutto sarebbe cambiato. .
Ci avrebbe pensato lui, il suo caro amico Beppe, a risolvere tutti i suoi problemi. .
MAGO ADREM al secolo Vincenzo Cannizzo. .
Ecco la soluzione! .
Colui che avrebbe azzerato alla radice tutte le negatività accumulate negli ultimi tempi. .
Sfortunatamente Adrem, il mago, essendo debitore nei confronti del Beppe, fu costretto ad esercitare in maniera poco ortodossa la sua, chiamiamola missione. .
“Lui ti condurrà fuori dal tunnel.” .
“È molto in gamba. Sa il fatto suo.” .
“Ha risolto positivamente casi molto più complicati del tuo.” .
Queste e altre forme di lavaggio del cervello sapientemente architettate dai due compari spinsero Diego ad accettare i loro consigli. .
Gradualmente e subdolamente convinsero la loro vittima che stava perdendo il suo tempo dietro a una che non meritava tutto l’interesse che lui le attribuiva. .
Gli fecero credere che la ragazza, oltre che non nutrire nessun interesse nei suoi confronti lo snobbava e provava un gran gusto a ignorarlo. .
Al fine di rendere ciò credibile, addussero prove inconfutabili, basate su testimonianze di persone di cui loro avevano la massima fiducia e notoriamente attendibili. .
Niente di più falso. .
In realtà Joceline nel profondo del suo cuore, pur non ammettendolo, pensava che quello squinternato ragazzo alla fine con qualche ritocco forse non era come appariva. .
Certo ultimamente l’aspetto non era molto promettente. .
Il suo istinto femminile e materno sentiva che sotto quelle apparenze decisamente negative si nascondeva una ben diversa realtà. .
Purtroppo i giochi erano ormai fatti. .
Diego profondamente amareggiato e a questo punto incapace di reagire si lasciò completamente andare alla deriva. .
A nulla valsero i tentativi delle poche persone che credevano ancora in lui di farlo rientrare nel mondo reale. .
Fu allora che finalmente intravide in fondo al tunnel, quel tunnel dove chi credeva un amico lo aveva fatto precipitare, la pace e la serenità tanto agognata. .
Una sagoma bianca si stava avvicinando senza fretta verso di lui. .
Lentamente prese forma una figura imponente, vestita di bianco, che raggiuntolo, gli appoggiò delicatamente una mano sulla spalla, pilotandolo dolcemente verso un mondo privo di ogni forma di bruttura. .
Questo vide Diego. .
Non si curò minimamente di quello che videro gli altri: una corpulenta infermiera che camminava al fianco di un’esile figura provata nel corpo e nello spirito, ma finalmente felice.

Ogni avvenimento ha sempre un secondo risvolto.
Non è detto però che sia migliore del primo….
...dipende dai punti di vista.

<>Indubbiamente l’artigianale congegno ideato da Diego allo scopo di svegliarlo in tempo utile e consentirgli di presentarsi al lavoro in orario, evitandogli l’ennesimo richiamo scritto, funzionava. Luci accecanti, sirene urlanti e nebulizzatori automatici di essenze pestilenziali avevano come unico scopo quello di buttarlo giù dal letto. .
Giuseppe Piccolo, il caporeparto, che s’incazzava come una belva ogni volta che Diego lo chiamava l’Emmerdeur (rompiballe) nomignolo con cui lo chiamava la moglie francese, (soprannome di cui era venuto casualmente a conoscenza a una cena di lavoro) gli aveva dato l’ultimatum. .
Se si fosse presentato ancora una volta in ritardo non lo avrebbe più coperto con il capo del personale, il dott. Vincenzo Cannizzo, soprannominato dalle maestranze “la merda” al fine di fargli appioppare una multa, o ancor peggio una sospensione. .
Ma non era come pensate voi. .
Se qualcuno crede che Diego abbia messo la testa a posto, lo devo informare che sta prendendo un grosso abbaglio. .
Non aveva nessuna intenzione di farsi vedere al lavoro. .
Il motivo di tanto zelo stava nel fatto che quella mattina la sua vita sarebbe radicalmente cambiata. Non doveva assolutamente perdere l’aereo. .
Aveva in tasca due biglietti di solo andata per il sud America. .
Destinazione Puerto Escondido. .
Lontano da tutto e da tutti. .
In particolare dall’Emmerdeur. .
Il taxi pazientemente aspettò l’arrivo del secondo passeggero: una francese dai lunghi capelli ondulati e corvini.

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(ISSN 1824-6648)

Il quartiere dei destini incrociati: corso di scrittura creativa

A cura di remo cacciatori e mihai butcovan

 

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Anno 9, Numero 37
September 2012

 

 

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