Biblioteca Dergano Bovisa, via Baldinucci, 76
Guardando la foto mandata tramite Internet da mia nipote. Si vede lei, sola in montagna. E improvviso nasce un ricordo…
È una cresta rocciosa della montagna. Il tempo sembra bello, fa caldo, ma si sente un’inquietudine nell’aria.
Arriva il vento, si fa sempre più forte. E il cielo davanti e a destra diventa più scuro.
Si sentono già i primi tuoni, ancora lontani e in un batter d’occhio cadono le prime gocce d’acqua, grosse e pesanti.
Il cielo è già blu scuro, strappato dai lampi, i tuoni, sempre più vicini. Stordiscono. Il vento si fa violento, tira con una forza inaudita.
Non è più la pioggia, sono le cascate d’acqua che battono il suolo. Adesso i fulmini colpiscono la cresta all’impazzata con schianti terrificanti. Il fuoco infernale dal cielo.
Nella furia degli elementi scatenati c’è un essere umano. È solo. Cammina. È nel mezzo del suo cammino. Ha un unico pensiero articolato: raggiungere il punto di discesa. Ancora trenta, forse venti minuti. Tutto il resto è paura. In ogni frammento del suo corpo malmenato.
Che cosa ci fai qui, piccolo? Non ti hanno detto che è pericoloso? Che il tempo in montagna può cambiare in un lampo, non lo sapevi?
Che cammina, nella furia degli elementi scatenati, ci sono io.