El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

Vuole una rosa?

Peppa Silicati

Pizzeria La montagnetta, via Brivio

Lui ha quasi diciotto anni.
Lei sessanta.
Sono a cena in una pizzeria rumorosa, dove lui l’ha invitata.
Lei ordina una pizza con tonno e cipolle, buonissima.
Lui una pizza margherita e una coca cola.
Lei sa che lui vuole parlare, raccontare di sé e sfogare le sue pene. L’ha fatto da quando lo conosce, da quando aveva sei anni. Lei lo ama, gli vuole molto bene, conosce le sue fatiche per stare al mondo, per farsi accettare.
Lui è un ragazzone alto, a vederlo pensi che sia uno dei tanti ragazzi di oggi, spaventato ma spavaldo.
Lui non è spavaldo: è solo e ha paura. Paura di perdere, ancora una volta, i suoi genitori, paura di non farsi accettare, paura di sbagliare, paura di non essere all’altezza delle richieste, paura del mondo che verrà e dei suoi inevitabili dolori.
Anche lui la ama. Da quando aveva sei anni.
Mangiano e lei riesce a farlo ridere, come sempre. Prova a raccontare un po’ di sé, ma torna indietro appena vede che lui si preoccupa troppo per lei: non vuole aggiungere pene ad altre pene.
Gli dà consigli, suggerimenti, lo tranquillizza e ridono.
Poi escono e fanno una lunga passeggiata, sottobraccio.
Lei è contenta di girare con un bel ragazzo, si pavoneggia, forse ha bevuto un po’ di birra in più o semplicemente sta bene.
Lei ha tanti dolori da reggere, ma questa sera con lui sta bene: è con il suo ragazzo contento anche lui di essere fuori, in giro.
Lei lo spinge a trovarsi una ragazza e lui le racconta i suoi tentativi un po’ falliti. Allora lei inizia a escogitare trucchi e stratagemmi per insegnargli come abbordare le fanciulle e ridono per strada, provando e simulando.
Lei lo protegge, ma vuole che vada via libero.
Si avvicina un filippino con un grande mazzo di rose: vuole vendere i suoi fiori. Forse pensa che lui sia il figlio o l’amante giovane di una signora un po’ grande che cerca compagnia oppure non pensa nulla. Un uomo e una donna insieme sono sufficienti perché si possa pensare che lui debba comprare un fiore a lei.
Insiste, insegue, chiede, invita “Vuole una rosa?”.
Loro sono infastiditi, lei è imbarazzata e lui quasi arrabbiato.
Forse non ci voleva un estraneo che interrompesse l’armonia dell’incontro.
Cercano di allontanarsi, ma vengono inseguiti. L’altro ha intravisto la possibilità di una resa e nonostante i rifiuti, continua. Quale lotta per avere pochi euro! Quale storia dietro una rosa! Il filippino (forse indonesiano o pakistano o indiano o di Giakarta) è comunque basso, insistente, refrattario ai rifiuti. Ha allenamenti di ore, di giorni e mesi. Ben altro ha dovuto sopportare per arrivare lì di fronte a questi due che ridono e vogliono scappare. Che sanno loro del suo viaggio, delle persone che ha lasciato, degli abusi e delle burocrazie che gli spezzano il sonno? “Scusi vuole una rosa?”
Lei che invece sa o immagina di sapere, vorrebbe fermarsi.
Allora succede qualche cosa: lui si ferma e con fare da giovane uomo dice “Io adesso ti do un soldo, ma lasciaci in pace!", “Lo so che lavori ma mi dà fastidio averti dietro, ti do il soldo, ma vai”.
E succede qualche cosa: un incontro.
Lei capisce che lui comunque è cresciuto, ha affrontato una situazione con fermezza, ma con rispetto. E il filippino sorride, prende il soldo e offre una rosa, comunque. Lei, orgogliosa del suo ragazzo, accetta la rosa.
È stata la parola “soldo” che ha svelato la gioventù ancora impreparata di lui, ma la possibilità del suo futuro. Il filippino si allontana pago del soldo.
Lui parla, lei pensa che lui ha sempre avuto problemi con la matematica.
Lei lo sa bene: quando lui era piccolo lei è stata la sua maestra.

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(ISSN 1824-6648)

Il quartiere dei destini incrociati: corso di scrittura creativa

A cura di remo cacciatori e mihai butcovan

 

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Anno 9, Numero 37
September 2012

 

 

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