Clinica Pio X, via Nava
Greta suona il pianoforte. Ma io non sempre capisco quello che fa.
Io invidio quelli che sanno suonare.
La musica è un linguaggio superiore, qualcuno dice universale, io dico solo bello. Così come si usa la parola bello quando non si sanno trovare altre parole per dire perfetto, profondo, eccelso, incommensurabile, inavvicinabile, insomma…bello.
La sua musica è struggente ed esaltante, colpisce il cuore.
Di solito mi nascondo dietro una colonna, mi siedo e ascolto per un po’ finché il mio cuore regge. Poi mi allontano e ricomincio a giocare con gli altri, ma la sua musica mi segue languida ma più lontana, meno pericolosa.
Lei ha uno strano rapporto con il suo pianoforte.
Quando suona si sdraia sulla tastiera, si trascina sui tasti, li accarezza, preme la pedaliera con leggerezza per cercare altre sonorità segrete. Produce note e intanto si dimentica del mondo e parla mentre suona. Al suo pianoforte racconta storie, sogni che ha fatto e forse progetti di fuga.
Non so dove vogliono andare e cosa vogliono combinare.
Di giorno suona e di notte dorme sul suo pianoforte. D’estate è facile vederla nuda, d’inverno avvolta in una coperta colorata.
Non mi sembra strano che l’altro giorno abbia messo un cartello sul suo strumento: “Si prega di non toccare”.
Qualcuno ha parlato di vendere il suo pianoforte per avere altro denaro per le spese dell’ospedale.
Forse partirà, ma è difficile piegare un mezza coda in una valigia! Si sdraierà su di lui e cercherà di coprirlo, forse nasconderlo.
Per ora ha messo sotto il pianoforte un catino azzurro con due manici e ancora le etichette incollate.
Raccoglierà le sue lacrime e le note vaganti.