Armenia film, via Baldinucci
La prima volta è stato più o meno all'età di nove anni. Era il giovedi grasso. All'oratorio c'era una festa con dolci e tutto il resto. Come da tradizione a un certo punto lei e tutti gli altri sono stati spinti nel teatro; inizia il film. La storia dei due fratellini Andrea e Milo. Raramente la sfortuna si accanisce così tanto su dei bambini, in particolare sul maggiore. Gli muore la mamma. Il padre non capisce il suo dolore (il film si intitola proprio Incompreso). Viene incolpato di ogni marachella compia il fratello più piccolo. Persino di averne provocato la tonsillite e conseguente operazione. Infine Andrea cade da un albero, si lesiona la spina dorsale e muore tra le braccia del padre pentito. Ma muore felice, perchè capisce che il padre lo ama. Che culo. Ma soprattutto: è il caso di far passare a dei bambini mascherati e truccati di tutto punto un pomeriggio di carnevale così? All'insegna della tristezza? E dell'angoscia, perchè da un certo punto del film in poi è stato quello l'unico sentimento che provava. Tra l'altro i dolci erano finiti e durante i titoli di coda non riusciva a bloccare i singhiozzi. Che vergogna, quando le luci si sono accese e il trucco colava. Vabbe', occhi bassi e via di corsa. Fuori la mamma la stava aspettando.
Sua madre. Fu proprio con lei che una sera condivise i pianti e i gemiti suscitati da un film, se possibile, ancora più drammatico. Lo specchio della vita, nell'inverno successivo. Due donne, una bianca e una nera (che naturalmente diventerà la sua governante), e le loro figlie che crescono insieme. La madre bianca ignora la figlia e la figlia mulatta, Sarah Jane, si vergogna della madre in una società razzista da fare schifo. Il fidanzato, quando scopre che non è bianca, la picchia e l'abbandona. La madre di Sarah Jane, un angelo in terra, soffre in silenzio e pur di non mettere in difficoltà la figlia, si spaccia per la sua governante, quando verso la fine del film la va a cercare e la trova in un locale di spogliarelli. Comunque, chi muore alla fine? Naturalmente i troppo buoni non vengono premiati e la povera Sarah Jane, pentita, accompagna la bara della madre. Il tutto col sottofondo del gospel straziante di Mahalia Jackson. Che strana idea della vita si poteva fare lei, a dieci anni, dopo una serie di film del genere?
Ma non aveva visto ancora nulla. All'orizzonte non era ancora spuntato The elephant man. Era cresciuta parecchio da allora. Aveva circa 20 anni. La sera usciva con gli amici, al ritorno si beveva un caffè e vedeva spezzoni di film, praticamente dal secondo tempo in poi. Anche questo film le provocò qualcosa come un mezzo colpo al cuore. Meno male che era arrivata tardi e non lo aveva visto per intero. Altrimenti si sarebbe disidratata. Sono sadici gli sceneggiatori. Godono nell'ideare la morte del povero uomo elefante, che per 123 minuti ne subisce di ogni e alla fine si suicida felice togliendosi i cuscini e morendo soffocato. No, questo film per intero non lo avrebbe mai visto. Un tempo le sarebbe bastato per l'eternità.
Arrivati a questo punto, nella sua educazione sentimentale, ne dobbiamo citare ancora uno, che fa parte delle sue esperienze dell'età adulta. Anche se questa volta, quando tutto era finito, aveva integrato i liquidi persi, svegliandosi più volte nella notte e attingendo alla bottiglia da due litri di acqua naturale posta ai piedi del suo letto. Ancora una volta sfidava chiunque a trovare qualcosa di più pessimista e persecutorio verso un solo uomo. O per lo meno quello che ne restava. Infatti il protagonista è ridotto a un tronco senza arti e senza faccia. Durante tutto il film ricorda la sua vita, sogna in flash back a colori. Viene bistrattato nell'ospedale in cui è tenuto e, in extremis, non riesce a morire perchè l'infermiera che vorrebbe aiutare la sua disperazione a trovare pace viene bloccata. E lui è destinato a gridare "qualcuno mi aiuti" senza voce, solo battendo la testa sul cuscino, in un drammatico alfabeto morse. E Johnny prese il fucile. Una follia. Perchè le tornavano in mente solo quelli?
Basta con questi tormenti. Il prossimo film di cui si sarebbe ricordata doveva essere d'amore e con esito felice. Ma non ne era molto sicura. Sospettava che ci sarebbe ricascata.