Scuola elementare “Marie Curie”, via Guiducci 1
Dallo sguardo già capisco la situazione e mi innervosisco subito.
“Beatrice, dai, su mangia il secondo”.
Il suono delle mie parole sono sinonimo di fastidio e stanchezza. Anche perché l’emicrania che mi è venuta a trovare il mattino ha deciso di soggiornare a lungo nella mia testa.
“Ma fa schifo questa roba”, risponde lei arrabbiata e scocciata.
Come darle torto d’altronde: i fagioli sembrano venuti fuori direttamente da una saliera dal sale che hanno e il formaggio è il solito pezzettino senza sapore e senza consistenza. Tutto questo dopo un primo al brodo e crostini molto difficile.
“Non si dice fa schifo. Si dice non mi piace!” rispondo da copione. Ma non ci credo neppure io. Controbatte in fretta dicendomi: “Eh lo so lo so, però è così!”. Mm, qualcosa non quadra. Il suo tono non è il solito.
Tiro un lungo respiro con una fitta che mi accarezza l’occhio, mentre anche gli altri bambini lottano corpo a corpo con questo secondo. Oggi Milano ristorazione mi rende il lavoro faticoso.
Riguardo Beatrice e vedo gli occhi di una bambina che esprime la sua sofferenza per un padre lontano.
Prendo una mela e vado da lei. Le tolgo il piatto e le dico sottovoce: “Però mi mangi tutta la mela”.
Lei annuisce silenziosa.