Via De‘ Capitani
Ancora ricordo quel 23 aprile del ’92, come se fosse oggi, quando col cuore in mille pezzi salutai tutti i miei cari, tra questi la mia cara mamma, le mie sorelle, mio marito, le mie figlie, nipoti e amici.
Fu un addio molto doloroso, straziante, incomparabile.
I ricordi si accavallavano nella mia mente, che momenti felici, quando eravamo tutti riuniti: papà, mamma, fratelli e nipotini.
Eravamo una famiglia unita, poi crescendo ognuno andò per la sua strada. Come potrei mai dimenticarlo.
Mamma non c’è più, neppure la mia sorella maggiore Margot. Papà non c’era da tanto, la nostra grande famiglia si stava screpolando.
A un tratto sento vicino a me coloro che c’erano, quel giorno i miei occhi si riempirono di gratitudine e affetto.
Come potrei mai dimenticare.
Sono passati vent’anni da quel 23 aprile del ’92, quando sono arrivata in Italia. Italia! Viveva solo nei miei sogni e adesso era realtà.
Italia! Bella, bellissima, prosperosa, con tanta storia interessante da conoscere, da vedere e da imparare; per prima cosa “la lingua”.
Milano, primo posto dove ho soggiornato, con i suoi muri senza calore, senza colore. Era un pomeriggio, freddo, molto triste per me, che avevo il cuore spezzato, lontana dai miei cari.
Il soffio gelato del vento di quel pomeriggio colpì il mio viso e mi svegliai, mi resi conto che ero dall’altra parte del mondo. Milano fredda, molto fredda come il cemento.
Duomo, maestoso, imponente, ma... freddo, circondato da tante costruzioni e galleria, tutto cemento... fredda. La gente ti passa accanto e non ti vede, non ti sente, ognuno va per conto suo. Che dispiacere... che solitudine.
Milano, una gabbia d’oro, come la chiamavo io allora, c’era lavoro, c’erano i soldi, c’era tutto il benessere, ma... mancava qualcosa necessario all’uomo: l’amicizia e la fratellanza.
Quante lacrime versate, quante notti in bianco senza dormire in un buio totale, in attesa di rivedere i miei cari.
Ne ho passate di tutti i colori, ma sono ancora qui e in questo tempo ho perso delle persone a cui volevo tanto bene, ne ho conosciute tante altre buone e cattive, vado avanti e dico “ma sono ancora qui”.
Tanta gente muore, tanti bambini nascono. Milano è cambiata, come è diventata moderna, elegante... le persone amichevoli, più aperte, sorridono.
Adesso possiamo condividere le nostre vicissitudini, le nostre gioie e tristezze, interagire con la nostra cultura, parlare delle nostre vite, abitudini, cibo e tanti altri temi.
Grazie Milano. Sei da tanto tempo casa mia con tutti i tuoi difetti e pregi, mi hai dato tante opportunità di continuare a vivere con la mia famiglia.
Posso dire ancora... sono qui in Italia! Milano! Come siete belle, bellissime.