El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

Addio alla mia gioventù

Dan Shen

Biblioteca Dergano Bovisa, via Baldinucci, 76

Ancora 3 fermate d’autobus e arriverò alla II scuola superiore della città.

Ho frequentato questa scuola dai 12 ai 17 anni. È una scuola come tutte le altre: un ingresso gigante che permette di entrare a duemila ragazzi in 15 minuti, un salone d’incontro enorme con un palcoscenico, due palazzi di cemento pieni di aule, cinque piani senza ascensore e alcune casette intorno, che sono le abitazioni di qualche insegnante. Una cosa particolare che rende questa scuola famosa e ha reso la mia gioventù felice è che possiede un campo sportivo regolare: 400 metri di pista per correre, con in mezzo un vero campo di calcio. Intorno c’è anche la zona per la ginnastica, con tutti i tipi di attrezzi, e quella per il basket e il volley. Proprio per questo, nella nostra scuola, tutti gli anni c’erano le gare importanti della città e della provincia. E noi, sentendoci i “padroni”, facevamo tanto esercizio per essere migliori dei nostri ospiti.

Ancora 2 fermate.

Oggi ci vado perché ho un appuntamento con i miei ex-compagni di scuola. Eravamo una dozzina di amici della stessa classe. Oltre che studiare otto ore al giorno insieme, facevamo anche spettacoli ed esercizi di vari sport. Siccome ad alcuni non potevo partecipare, per esempio il basket, allora facevo il capitano dei tifosi e urlavo a squarciagola: “Forza ragazzi! La nostra classe è la migliore!”. Che bel momento. Da quando non abito più in questa città, tutte le volte che ci torno, vado a visitare il campo sportivo con i miei ex-compagni.

Ancora una fermata!

Guarda: la sala da tè Profumo di montagna! Mi sembra di vederci ancora lì seduti a chiacchierare e chiacchierare. Negozio di caramelle! Chissà se c’è ancora quel tipo che mi piaceva tanto. Fruttivendolo! Era il mio negozio preferito. Ci si poteva trovare almeno dieci tipi di noccioline. Che bontà! E il boschetto? Qui deve esserci un boschetto! Quanti incontri segreti abbiamo avuto lì dentro! Quante volte abbiamo giocato a “I buoni e i cattivi”! E quante volte abbiamo studiato alla fresca ombra dei suoi alberi. Su un tronco di pino ho anche inciso tutti i nostri nomi e adesso, un grattacielo! Oh, no!

Eccomi arrivata. Non conosco più questa fermata: era in una stretta viuzza e adesso è su un vialone largo 30 metri. Comunque non è importante: adesso posso finalmente rivedere il mio campo e baciare il suo prato! Ma… forse ho sbagliato la fermata? No, questo palazzo è lo stesso in cui ho frequentato la scuola per 5 anni. Ecco la finestra da cui cercavo di guardare il campo senza essere scoperta dall’insegnante, per sapere se i ragazzi della nostra classe avevano vinto. E quel campo adesso dov’è?

- “Hi, ciao DD, come stai? – quanto tempo è passato – Ti ricordi ancora di me?”
- “Ragazzi, ragazzi, un momento per favore. Dove è andato finire il nostro campo?”
- “ È sotto i tuoi piedi.”
- “Cosa?”
- “Sì, questa strada. Non lo sai? Il nuovo preside ha venduto il campo a quello che ha costruito questa strada 15 anni fa e lui con quei soldi ha fatto costruire le abitazioni per gli insegnanti.”
- “Ma le gare di sport?”
- “Ovviamente non ci sono più. Ecco un altro vantaggio per il preside: non ha più bisogno di trovare continuamente un nuovo posto per i trofei dei vincitori, come faceva il nostro preside ai nostri tempi.”
- “Ecco perché da anni vedo sempre meno il nome della nostra scuola sulla lista dei vincitori delle gare. E i ragazzi di adesso dove fanno la lezione di ginnastica?”
- “Eccoli qua”, mi dice indicando un gruppo di ragazzi che corrono passando davanti a noi.
- “Lezione di ginnastica sulla strada? Oh no! Noi, e anche tanti altri la facevamo su quel campo!”

Non c’è più il prato verde del nostro caro campo sportivo, né quel fresco boschetto; per questo siamo andati nella sala da tè per chiacchierare. Ma anche il tè più buono del mondo non riesce a togliermi il cattivo umore. Non riesco a fare nient’altro che ricordare tutti i momenti belli legati a quel campo… Alla fine, ho deciso: - “Ragazzi, domani andiamo insieme da questo preside e glielo diciamo in faccia che lo odiamo! Lui ha venduto la nostra gioventù e anche quella dei ragazzi di oggi!”

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(ISSN 1824-6648)

Il quartiere dei destini incrociati: corso di scrittura creativa

A cura di remo cacciatori e mihai butcovan

 

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Anno 9, Numero 37
September 2012

 

 

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