Quando si entra nella lettura di Sud 1982, seconda prova dell’italo argentino Adrian bravi, riemerge nella memoria letteraria il racconto Bompiani di Marotta che narra del reduce che torna dalla guerra con i suoi fantasmi e i suoi incubi notturni. Nel nuovo romanzo di Bravi la novità è data dall’ultima guerra argentina per il possesso delle Maldive-Falklands contro la Gran Bretagna della lady di ferro. Una guerra combattuta da soldati argentini che sembravano ancora stare in piena secdonda guerra mondiale e degli inglesi, che invece erano tecnologicamente nel terzo millennio guerraiolo. Alberto Adornoè reduce da un conflitto – non conflitto che lo ha visto eroe in partenza e scartina nel ritorno. Al di là dei soliti temi che la guerra porta dietro di mnoi, l’esperimento narrativo di Bravi – oltre per l’interesse che suscita la neolingua italiana di un argentino trapiantato a Recanati – è interessante perché i piani narrativi del ricordo prebellico e postbellico vengono a livellarsi nella logica della guerra, che annulla nella sua dimensione assurda la dignità personale e cancella il tempo della vita. Il tempo sfalsato della guerra e coniuga poi con quella nostalgia da parte di Alberto Adorno reduce che legge Plotino e si ubriaca di sera in taverna. Che per fare il punto della situazione partirà per l’Italia – in un viaggio di ritorno al contrario rispetto ai suoi genitori emigranti – ma che ormai non troverà più quello che più serve: una carezza e quell’amore che non c’è più e che non può più esserci.
Vincenzo Aiello – L’Indice 09-2008