Fin dalle prime luci del giorno Anselmo combatte la quotidiana battaglia contro la polvere sbrigando le
faccende domestiche, spazzare pavimenti e spolverare tavoli, mobili, lampade. Quello strato di
pulviscolo gli impedisce di vivere liberamente, gli ricorda la precaria condizione umana ed interferirà nel
rapporto con Elena, la moglie, e sul posto di lavoro, in biblioteca, fino al punto di allontanarlo
irrimediabilmente dagli altri e dal mondo.
La pelusa: La pelusa che impolvera la vita.
Non è facile non vedere la pelusa dappertutto: ogni mattina si guasta, si usura, si trasforma in particelle,
si frantuma; come si fa a non notare questo caos in cui viviamo?
Anselmo, dritto in mezzo alla stanza, segue la caduta della polvere dal soffitto: in questa immagine
ritroviamo la sua immane tragedia. Anselmo è un uomo di mezza età, novello sposo, ligio bibliotecario,
vive in una cittadina di provincia in un appartamento lucidato a nuovo ogni mattina. La polvere entra
dovunque anche nella sua casa, nel suo spazio privato, è un elemento di disordine; se non pulisce
Anselmo si sente soffocato. E' solo davanti al nemico, la polvere, la moglie non lo capisce, ha scritto
della sua sofferenza ad un vecchio amico ma le mail puntualmente vengono respinte per l'indirizzo
sbagliato. Quando lo vediamo dritto nella camera è ormai all'epilogo della sua vita, è un uomo stanco,
abbandonato dalla moglie, senza lavoro né amici; nonostante le pulizie "la pioggerella di polvere"
continua a scendere dall'alto per adagiarsi sulla superficie delle cose, Anselmo si sente espropriato
dalla propria casa, svuotato senza corpo né parole.
Cosa rappresenta la polvere, vera protagonista di questa storia? Per Anselmo "questa mortalità
polverosa" scrive all'amico, una presenza in continua trasformazione, espressione di degrado, per
Elena, la moglie, la pulizia domestica indica il bisogno per il marito di tornare tra le pareti dell'utero
materno dopo aver subito un trauma; per l'argentino, incontrato casualmente in biblioteca ed
ossessionato anche lui dalla polvere, la pelusa nel suo idioma, richiama alla condizione umana, alla
faticosa conoscenza del reale che, partendo dal disordine si acquisisce mediante una composizione
dell'ordine tramite l'analisi e la classificazione. Ci avviciniamo alle ragioni di Anselmo del mettere
ordine, pulire, catalogare nel suo mestiere di bibliotecario.
Avventurandomi su questo impervio sentiero non vorrei ritrovarmi a spazzare e spolverare
nervosamente in casa dunque lascio stare la polvere seppure sarà bene controllarla, senza arrivare a
drastiche soluzioni come quella di Anselmo. Sicuramente una soluzione l'avrà trovata l'autore del libro,
Adrian N. Bravi che ci racconta questo declino esistenziale con impareggiabile bravura.
Claudia Savarese (16-07-2007)
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