La gelosia delle lingue
Alcuni mesi fa ho ricevuto un invito dall’istituto Italiano di Cultura in Córdoba (Argentina) per una serie d’incontri con studenti e professori. Ho accettato con piacere senza rendermi conto di quanto possa essere paradossale tornare al mio paese, dal quale manco da circa vent’anni, per parlare in italiano a un pubblico argentino. Allora in questi giorni che sono qui a Córdoba, una citta’ bellisima che non conoscevo se non di passaggio, prima di cominciare un incontro penso sempre agli strani giri del destino e mi chiedo, ma com’e’ possibile che stia parlando in un’altra lingua nel paese dove sono nato e vissuto fino ai 24 anni circa?
Devo ammettere pero’ che mi sarei trovato in difficolta’ se mi avessero chiesto all’improvviso di parlare in spagnolo. Non perche’ non sappia la lingua, la so bene, c’ho scritto anche un libro in spagnolo quando ero gia’ in Italia da dieci anni, ma perche’ il mio vocabulario, dopo vent’anni di assenza dall’Argentina, si e’ ridotto, non dico al minimo indispensabile, ma quasi. In un racconto di Tommaso Landolfi, Dialogo dei massimi sistema, uno dei personaggi dice a un certo punto: “chi non conoce le parole proprie a indicare oggetti o sentimenti, e’ costretto a sustituirle con perifrasi, e cioe’ di’ pure con immagini; con quanto vantaggio dell’arte lascio a te intendere”. Nel mio caso, invece, anziche’ produrre perifrasi, avrei solo prodotto balbettii e vuoti di silenzio. Insomma, non avrei trovato le parole giuste. Molte delle cose di cui intendevo parlare sono state concepite in un’altra lingua, quindi cambiarla mi avrebbe messo solo in difficolta’.
Alla fine di uno degli incontri che ho avuto mi si e’ avvicinato a parlare un signore italiano che viveva da parecchi anni in Argentina. Parlava un italiano abbastanza strano con un accento spiccatamernte cordobese, e mi ha raccontato che stava dimenticando sempre di piu’ il suo italiano e che, inoltre, secondo lui, lo spagnolo e’ una lingua bella e musicale ma troppo gelosa, una lingua che uccide tutto intorno a se’, perche’, diceva, vuole sempre prelevare sulle altre. Mi e’ sembrata una bella metáfora. In quel momento ho pensato a un eventuale titolo: La gelosia delle lingue. Chissa’ se qualcuno l’abbia mai scritto.