Racconto inusitato sia nella organizzazione linguistica che nel contenuto. I personaggi sono due amici, uno dei quali, ricco sfondato perché ha fatto una grossa vincita ad una lotteria. Sono còlti mentre si incontrano un pomeriggio e girano per negozi alla ricerca di un robot da cucina.
La particolarità del racconto è il tentativo di far venir meno due elementi caratteristici del raccontare: l'epifania e lo straniamento.
Sia l'uno che l'altro rappresentano modalità tecniche usate da uno scrittore attraverso cui il lettore viene colpito e attratto al proseguimento della lettura, ma specialmente rappresentano la caratteristica dell'essere uomo che si meraviglia, che si stupisce, che vive se qualcosa di nuovo gli accade. Anzi la sua vita è reale quando riesce a passare da meraviglia a meraviglia, spesso veicolata anche solo da sogni.
Nel racconto di Jadelin Gangbo sembra che si vogliano eclissare questi aspetti. Uno dei due protagonisti, Filippo, ha ucciso suo padre, ma del fatto si parla incidentalmente, né lui sembra particolarmente preoccupato. Sembra che l'azione non gli abbia procurato nulla sul piano della sua sensibilità e della sua quotidianità. Di tanto in tanto gli rispunta in mente la scena del padre sgozzato, ma come fatto accidentale.
Anche l'assunzione dell'MDma non sembra risvegliare in lui particolari sensazioni. Fa ogni cosa tutto con noncuranza; forse solo nel sistemare le sue cose nella sua camera dimostra una particolare attenzione quasi maniacale.
Ma noncurante è anche la relazione con l'amico che si svolge su considerazioni banali di gusto musicale e sugli effetti catartici che un robot da cucina produce a una donna.
E' la rappresentazione simbolica della nostra società, anestetizzata e insensibile ad ogni dolore, dove la morte violenta scorre su ognuno di noi senza penetrare e incidere; morti di guerra, uccisioni ci vengono offerti all'ora di pranzo e cena costruendo passo dopo passo una crosta di insensibilità difficile da scalfire.
Si passa da una notizia di morte ad un'altra senza che ci si scomponga, continuando a fare le nostre cose e i nostri gesti quotidiani incuranti di tutto.
Ma è anche la rappresentazione simbolica della gioventù d'oggi che trascorre il tempo dietro banalità come diventare fans di un cantante o di un altro senza alcuna ragione estetica, trascorre il tempo alla ricerca ossessiva di oggetti di una marca particolare come se fosse il toccasana della risoluzione della propria vita.