"Mi chiese perdono per tutto il male che gli uomini facevano su questa terra e quando ritirai la mano, era bagnata di lacrime".
Si chiude così questo racconto di Shirin Fazel, lasciando molti dubbi interpretativi nel lettore. Perché questo "giovane bello" in sogno chiede perdono alla protagonista di questa narrazione?
Che male hanno commesso gli uomini da dover chiedere perdono, piangendo, a una donna, a una madre?
Le risposte possono essere tante.
Ci piace sottolineare due aspetti che La scrittrice somala sembra voler mettere a fuoco.
a) non è facile accettare un'altra sposa dal proprio marito, col quale ci si è intesi per molto tempo e dal quale si è rimasta fecondata più e più volte. Il marito, l'uomo che con facilità compie azioni di questo genere si macchia di una colpa che va al di là della consuetudine istigatrice, accondiscendente e tollerante;
b) è un fatto quasi crudele subire tante gravidanze per arrivare ad esprimere, in età avanzata, quasi al limite delle capacità procreativa, un figlio maschio.
Ancora una volta Shirin Fazel Ramzanali fa una sottile critica alla norma sociale che rende possibile una doppia sposa ad un uomo. Fatto che non può essere ritenuto come elemento per l'accettazione di un divorzio. E' una denuncia di come la donna in questo caso venga calpestata nei suoi sentimenti e nella sua dignità.
Ma è anche una sottile critica alla disparità con cui vengono visti i figli di genere diverso, così che la donna ha sempre qualcosa meno dell'uomo anche se culturalmente riesce ad esprimersi ad alti livelli.
Gli uomini non hanno ancora finito di sfruttare le donne per le loro manie o per consuetudine da loro stessi create, le cui vittime sono ancora solo e soltanto le donne.