El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

Nei diversi anni sono intervenuti a “Ritmi e danze dal mondo” vari artisti e personaggi. Sono riportate alcune loro impressioni:

Iba Faye

Giavera, una festa del mondo, dove non esiste colore della pelle: consiglio a tutti di “vivere” questa emozione, questa festa dei popoli.

Gad Lerner - altro che paura del meticciato

Non facciamola troppo facile. Sappiamo benissimo che l’incontro può essere faticoso quando non si consuma allegramente in una palestra con tanto di artigianato e gastronomia etnica in esposizione per i curiosi e i golosi. Lo sappiamo che il dialogo fra persone diverse per reddito, cultura, aspettative implica rinunce a una parte del sé, destabilizza, induce alla nostalgia di un bel tempo che fu mai esistito nella realtà. Però volenti o nolenti ci tocca. E allora tanto vale ricordarci che la parola identità ha la stessa radice semantica della parola identico: ciò che ci accomuna ai diversi venuti fra noi, sarà sempre molto molto molto più di quel che ci separa. E dunque la nostra stessa identità si configura attraverso la relazione. Chi invece propone di fossilizzarla nella contrapposizione all’identità altrui, va definito per quello che è: un truffatore, uno spacciatore di false identità. Altro che paura del meticciato, ma ve lo immaginate cosa sarebbe Giavera del Montello nel 2005 senza le contaminazioni culturali di cui ha saputo avvalersi la sua gente?

Igor Man – la Cultura dell’Alterità

Non manca, grazie a Dio, chi crede nella vita buona e dunque si preoccupa dell’Altro. Già carsica, esplode alla luce del sole quella che chiamerei la Cultura dell’Alterità. (…) Pioveva quella sera di giugno, faceva financo freddo, ma dentro l’auditorium sembrava di essere in Togo, Ruanda, in Africa insomma. Drums scatenati e danze travolgenti tutte scandite dal sorriso di donne e uomini, di vecchi, di fanciulli.
Se il palcoscenico offre un colpo d’occhio variopinto, mosso, festoso, che dire della platea? Tutti accompagnano, battendo le mani, agitando i piedi, i ballerini cantanti che saccheggiano il palcoscenico. A un segnale (…) i drums tacciono, la danza collettiva si conclude e tocca agli ospiti forestieri salire sul palco. Il tema è “Incontriamoci e raccontiamo”.

Massimo Cirri, conduttore di Caterpillar

In un paesino della Toscana. Neanche un paesino, più un gruppo di case sparse. Intorno a quella dei miei genitori c’erano quelle degli zii. Tutti i parenti abitavano lì, in un raggio di tremila metri. C’era, e c’è ancora, uno zio che se n’era andato a vivere a Prato, undici km di distanza. Un gesto estremo. Tra i vicini di casa, infiltrati tra gli zii, c’era una famiglia venuta da Arezzo. Brave persone, ma per noi diverse. Parlavano anche strano. Nel giugno del 2005 sono capitato a Giavera del Montello e intorno ad un prato ho visto in una volta sola, felicemente accampato, tutto il mondo che non avevo visto nei primi 18 anni della mia vita. Anche per questo Ritmi e danze dal mondo mi è piaciuta assai. E gli son grato.

Mario Brunello, violoncellista - una mongolfiera multicolore

Ritmi e danze dal mondo”, già il nome della manifestazione mette voglia di festa. E una festa non è solo incontro di genti diverse, uno scambio tra culture anche sconosciute. In una festa c’è l’euforia, la soddisfazione di esserci, la sorpresa della scoperta. Onorato di essere stato testimone e grato a questo fazzoletto di terra in riva alla Piave, base di partenza di una mongolfiera multicolore che ci fa alzare gli occhi dal nostro orizzonte quotidiano.

Oliviero Beha, giornalista – una noce di vita

Bisognava avere il cervello in una morsa di cemento, il cuore esangue e i sensi in letargo per non sentirsi parte di qualcosa di più grande, più logico, più umano quella sera a Giavera.
E non parlo dei momenti di spettacolo, o di parole pubbliche che mi hanno riguardato di fronte a migliaia di teste mischiate, no.
Parlo piuttosto e sopratutto dell’atmosfera che si respirava gironzolando tra i colori e i suoni, in un alone di gratuità, esattamente il contrario del mercato anche se c’erano eccome i mercatini. È che la vita è meravigliosamente gratuita, non si compra e non si vende. E a Giavera era semplicemente così, un riassunto, una noce di vita. Continuare, infittire, vivere insomma, è il mio infinitesimale augurio.

Adel Jabbar, sociologo - un fiume che scorre

I passi che attraversano lo spazio e che si incontrano nei luoghi della festa intrecciano culture e tradizioni, immaginari, saperi e sapori. I volti con le loro forme, con le loro espressioni, con i loro sguardi e attraverso le parole rappresentano un autentico e concreto esempio di scambi possibili fra differenti modelli culturali e stili di vita. E’ una efficace dimostrazione che la cultura è l’insieme di vissuti molteplici che gli individui interpretano e assumono all’interno di relazioni storicamente determinate.
Quindi le culture sono mondi variegati che entrano in contatto grazie agli incontri e agli intrecci fra persone. Gli individui, nonostante vivano dentro un contesto culturale comune, compiono sovente scelte diverse e talvolta contrapposte rispetto alle convenzioni-paradigmi dominanti: in campo religioso, in campo sessuale, in campo socio-politico, in ambito familiare.
Se la realtà è cosi complessa, oggi più che mai è necessario e urgente creare le condizioni perché le persone possano incontrarsi alla pari nel rispetto della propria soggettività, al fine di prefigurare una civile convivenza. Gli incontri di Giavera con i loro suoni, colori, gusti, sensi diversi diventano momenti intensi e preziosa prova che la vita delle donne e degli uomini non è immobile stagno, ma un fiume che scorre nel suo continuo viaggio.

Mohanna Mona, stilista

Con grande calore e rispetto, sia dagli organizzatori che dalle persone di altre etnìe che insieme a noi partecipavano all’iniziativa. In un momento come questo, dove l’essere musulmano praticante può risultare a volte difficile, mi ha ridato la speranza che una convivenza più serena sia ancora possibile.

Natalino Balasso, attore comico – lo spettacolo, quello vero, è dall’altra parte

Giavera, un nome da antica Grecia. Mi aggiro nei dintorni e il Montello mi sembra l’Olimpo. Ci arrivo con Marco (Paolini), il mio compagno di bevute e di letture (noi siamo gente che, quando beve, legge il grado alcolico sull’etichetta). E cosa ci fa gente pagana come noi con questo prete (che tra l’altro non fa distribuire alcolici alla festa, insomma un integralista, ti ha capìo?!). La gente è più colorata del solito.
E’ come una festa de l’Unità, ma con l’allegria. Arrivano musicisti, giocolieri, ginnasti, guitti e giornalisti (anche i giornalisti? Ma gera propio necessario, ciò?) eh si, anche i giornalisti, perchè qui non c’è discriminazione e persino un giornalista può esprimersi liberamente.
Noi si fa lo spettacolo, ma lo spettacolo, quello vero, è dall’altra parte, è fatto di gente così varia da sembrare uguale, è fatto di gioia e vuole dire una cosa sola: che senza l’amore, non si può fare un...

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(ISSN 1824-6648)

Ritmi e danze dal mondo

A cura di Mihai Mircea Butcovan/ Raffaele Taddeo

 

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Anno 4, Numero 19
March 2008

 

 

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