El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

dentro la festa - volontari in azione

«Una poetessa impegnata nella raccolta dei rifiuti? Un fatto un po’ insolito e improbabile ma non certo impossibile all’interno di “Ritmi e Danze dal Mondo” 2007! L’ultima sera, durante il tran tran della raccolta, differenziazione e smaltimento di numerosi - che dico?… numerosissimi sacchi di rifiuti - mi si avvicina una matura signora nera dall’accento romano che mi pone questa domanda: “ciao, mi puoi insegnare a differenziare i rifiuti ? Così vi do una mano mentre aspetto chi mi ospita a dormire!” Ebbene sì! Questa elegante signora qualche ora prima era intervenuta al caffé letterario e in quel momento, alle undici di sera, mi chiedeva di collaborare in questa area della festa un po’ nascosta e altrettanto “scomoda”. Ma Giavera è anche questo!
Sono numerose le persone, quest’anno una quarantina, italiani e stranieri, giovani e attempati che come me credono nell’importanza di mantenere il luogo della festa pulito e accogliente per rendere ancora più belli gli incontri tra le persone.
Un messaggio non certo scontato, visto le migliaia di persone che entrano allo stadio, non sempre educate alla differenziazione del rifiuto.
Il nostro impegno è molto spesso invisibile ma altrettanto importante! Un prato pulito dove potersi sdraiare, un tavolo sparecchiato dove ma
ngiare, un gruppo multietnico al lavoro per rendere ciò possibile… è questo il mio piccolo mondo all’interno dei mondi della festa!»

«Sono Silvia, responsabile insieme a Marie, Ahmadou e Luca, delle cucine della festa. Per noi delle cucine la festa è il punto di arrivo dopo mesi di incontri fatti.
Infatti prima delle festa ci rechiamo a casa di chi cucina, per conoscere i cuochi e assaggiare i piatti che verranno proposti. Ma la cosa più importante è proprio “l'incontro” con queste persone.
Infatti ogni volta che oltrepassiamo la soglia di una di queste case ci ritroviamo in un “mondo altro”, diventiamo noi gli “stranieri”. A me piace molto sentirmi “straniera”, mi piace accogliere tutto quello che mi viene donato, dalla visione di dvd con balli e musica del loro paese, o semplicemente raccontarci...
Sono momenti importanti per far cadere molte barriere, sento la reciprocità che ci permette di poter lavorare bene proprio nei giorni della festa, dove tutto va molto meglio, avendo alle spalle una conoscenza reciproca.»

Lo “staff delle bruschette”

«Cucinate bene, perché non preparate qualcosa per la festa di Giavera?» E da un invito, scherzoso ma non troppo, rivolto da uno degli organizzatori di “Ritmi e danze dal mondo”, è iniziata l’avventura di Fulvia e Franco e delle loro bruschette fatte in casa. Da quattro anni, tra maggio e giugno, inizia il lavoro dell’ormai avviatissimo “staff delle bruschette”. Dapprima parenti, amici e volontari, adescati con vari metodi, si ritrovano a casa di Franco e Fulvia per impastare e cuocere nel loro forno a legna 150 kg di pane, poi, nei due giorni precedenti la festa, vengono preparate le verdure per farcire le bruschette. Chi lava, chi taglia, chi condisce, chi assaggia. Il compito più gravoso spetta agli sminuzzatori di pomodoro: laureati, liberi professionisti, infermieri, fisioterapisti, impiegati, insegnanti, pensionati, studenti... stanno chini sulle rosse verdure, incuranti del mal di schiena. Una profonda crisi depressiva si è impadronita dei presenti quando i 100 kg di pomodori da tagliare si son trasformati in 140!... Si sa, le bruschette al pomodoro son le più gettonate! Anche durante la festa parenti, amici e volontari continuano a dare il loro contributo alla bruschetteria: c’è chi da diversi anni chiede quattro giorni di ferie e chi lascia il proprio pargoletto di 3 mesi tutto il giorno al padre per dare una mano! Unico premio per tutti: sentire i complimenti di chi ha mangiato le bruschette e vedere le vasche della verdura vuote!

Il bar

Stefania e Augustino collaborano con “Ritmi e Danze dal Mondo” da tre anni come responsabili del bar e, anche quest’anno, hanno coordinato una trentina di volontari italiani e migranti che hanno dato la loro disponibilità a gestire a turno il punto di ristoro. “Nei primi anni abbiamo vissuto la Festa come spettatori – raccontano – e poi come volontari. A prescindere dal ruolo, però, proviamo nella Festa di Giavera delle emozioni che in nessun’altra festa si riescono a trovare, si incontrano persone particolari con i loro colori, i loro costumi, le loro tradizioni. «Ogni anno attendiamo questo evento e ogni anno scopriamo che nonostante la grossa mole di lavoro, partecipare attivamente alla Festa è un’opportunità di crescita a livello umano: al bar in certi momenti il ritmo è frenetico e non c’è molto tempo per incontrarsi e scambiare opinioni, ma talvolta basta uno sguardo e si comprende che la gente non è lì solo per mangiare ma anche per condividere qualcosa di più. La consapevolezza di svolgere una mansione utile per la Festa e per gli spettatori ci riempie di orgoglio e ci fa superare i continui imprevisti e la fatica.»

Un volontario marocchino, responsabile di associazione

«Da anni vedevo alla RAI una ragazza mezza nuda, sorridente con il dito verso di me e della quale non ne ho mai capito il vero ruolo.
Non lo so se devo parlare prima di danza o di ritmo. Ricordo che il ritmo era lento negli anni '90 e i danzatori erano molto timidi, tesi e sospettosi. Con il tempo si sono incrociati il ritmo con la danza, soprattutto con la fiducia del ritmo nella danza e la danza nel ritmo. Il mio ruolo è quello di un giocatore in una squadra che cerca di migliorare ad ogni partita il suo gioco.
“Ritmi e danze dal mondo” è una famiglia che sta crescendo, anno dopo anno, ormai fra un po' saranno i nipoti a vivere questa bella esperienza. Abbiamo raggiunto un pubblico di più di 20.000 persone, abbiamo avuto grandi ospiti e artisti, senza mai aver bisogno della ragazza che puntava il dito in RAI. Siamo partiti poveri e siamo ancora poveri.
Ibn Khaldoun, uno dei fondatori della sociologia, ha detto: “In tutte le cose c’è il momento della costruzione, il momento del boom e poi il momento della distruzione.” Noi con questa manifestazione ci sentiamo sempre nel momento della costruzione della condivisione.
Grazie all'impegno e alla fatica dei popoli di questo mondo.»

Una volontaria italiana

«Un’onda travolgente che ti prende con se e ti porta via lontano… in un’isola da dove non vorresti mai tornare, un viaggio che vorresti non finisse mai.
Ecco cos’è stato per me far parte per la prima volta, lo scorso anno, di questa magica impresa. Magica perché non può essere altrimenti. Se si passa davanti allo stadio di Giavera qualche giorno prima del terzo week end di giugno mai potresti immaginare che in 3 giorni si possa organizzare e gestire una manifestazione di dimensioni così vaste, dai contenuti così densi e veri, che raccontano una società in evoluzione, gente così simile e così diversa, di tutti i colori, provenienti da una miriade di paesi, con culture, usanze e credo propri.
Succede così per caso, conosci qualcuno che ne fa parte da anni, che l’ha vista nascere, che ti racconta il percorso di vita della festa, le innumerevoli difficoltà e le sudate soddisfazioni, i sacrifici e le gioie… e se sei minimamente sensibile, se credi che un mondo migliore sia possibile, beh, allora è la fine, o meglio è l’inizio.
Comincia un percorso di dialogo che ti arricchisce dentro. Nel lavoro quotidiano portato avanti da un gruppo di persone trova o ritrova, per chi come me lo aveva dimenticato, l’importanza del confronto che ti apre la mente e ti porta a all’incontro con l’altro. »

Ospitalità artisti

Stefania, Michela e Marzia si sono occupate di coordinare l'ospitalità degli artisti in alcune famiglie della zona durante i giorni della festa: “la scelta di ospitare i gruppi nelle famiglie scaturisce dalla volontà di favorire l'incontro e lo scambio fra culture e stili di vita diversi, - hanno spiegato - nascono così nuove amicizie, piccoli aneddoti e legami che a volte resistono nel tempo”. L’anno scorso, Lucia e il marito, in attesa di un bambino, hanno ceduto il proprio letto a due clown argentini diventando i loro “angeli”, mentre Giancarlo ha rivoluzionato la sua casa per far pernottare sette acrobati francesi. Hanno raccontato. “Per noi è stata un'esperienza indimenticabile, non potremo scordare lo sguardo mite e sereno degli artisti indiani che, liberi dalle cose, apprezzano tutto ciò che ricevono, né gli occhi vividi dei senegalesi: a noi che siamo sempre di corsa “organizzata”, il loro sorriso ha fatto riscoprire che non c'è tempo più prezioso di quello trascorso insieme... magari ballando!”.

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(ISSN 1824-6648)

Ritmi e danze dal mondo

A cura di Mihai Mircea Butcovan/ Raffaele Taddeo

 

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Anno 4, Numero 19
March 2008

 

 

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