El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

documento programmatico

Questo può definirsi il documento programmatico del 2007

“Ritmi e danze dal mondo 2007”

Un vecchio proverbio africano afferma:
“nessuna carovana ha mai raggiunto il suo miraggio,
ma sono i miraggi che hanno fatto muovere molte carovane”.
“Ritmi e danze dal mondo”
non è un castello incantato, fra le cui mura rifugiarsi per qualche ora o qualche giorno di tregua dalla grigia realtà quotidiana. Non è neppure una casa costruita una volta per tutte, con tutte le stanze ormai destinate e pronte all’uso.
E’ piuttosto una carovana, cui s’aggiunge e si toglie di tempo in tempo chi desidera o non desidera più far la strada assieme. E’ un accampamento nel quale di volta in volta si fa posto, si allarga spazio per chi arriva nuovo, e si ristruttura la trama del paese man mano avvengono nuovi arrivi, si modificano esigenze, accadono nuovi incontri. In questi dodici anni la carovana ha fatto strada, è cresciuta in tanti compagni di viaggio, italiani e stranieri, tutti in fondo un po’ migranti. Ormai sono una cinquantina le associazioni che organizzano “Ritmi e danze dal mondo”, e tanti e tanti volontari, che continuano a credere e a camminare insieme verso un domani, un miraggio di nuova quotidianità che ancora non conosciamo bene.
Lo vedranno meglio gli occhi dei bimbi che abitano questi nostri paesi, di chiunque siano figli.

Ritmi e danze dal mondo” è un percorso, una strada che si snoda insieme con tutti coloro che partecipano alla sua costruzione, compresi voi, che la frequentate in questi giorni, comprese le associazioni organizzatrici, compresi i volontari che insostituibilmente contribuiscono a mettere in piedi le strutture, a far funzionare i servizi, a rendere accoglienti gli spazi... compresi coloro che vengono a mettere a disposizione le loro abilità artistiche, o i prodotti delle loro mani, della loro fantasia, della loro creatività... compresi coloro che mettono denaro e mezzi credendo che valga la pena che tutto questo accada, che il “miracolo” della festa si rinnovi ancora una volta, torni a trovare corpo e respiro qui a Giavera e là dove ci porta l’accoglienza di altri paesi. Quest’anno Montebelluna... domani chissà...
E come ogni carovana, come ogni accampamento di gente che è in cammino, sa cercare e spesso riesce a trovare modi creativi di combinare insieme le diversità e le ricchezze di ciascuno, accettando che il risultato sia oltre, e diverso, dai sogni individuali, per realizzare qualcosa di più grande, più vario, che comunque reca in sé sfumature, accenti, note proprie di tutti coloro che contribuiscono al suo percorso.
La scommessa, ogni volta, è far sì che ciascuno possa riconoscersi un po’ nel sogno comune, accettando di non far prevalere esclusivamente il sogno proprio. E questa è una delle caratteristiche più significative di questa manifestazione: il lungo e paziente intreccio, la lunga e paziente gestazione, condotta il più possibile con atteggiamenti e scelte in stile interculturale. E’ l’impegno a dar valore alle proposte di ciascuno, anche se poi i limiti di risorse e di tempi possono imporre scelte difficili. E’ il tentativo di affrontare tensioni e fatiche nate dalla diversità di percorsi personali e associativi, cercando vie creative per fare un passo in avanti tutti insieme. E’ la sfida ad offrire il meglio di ciascuno e di ogni associazione e gruppo combinandolo in una alchimia capace di costruire un piccolo pezzetto di novità. Non nel recinto di un castello incantato, appunto, ma per far lievitare nel quotidiano nuovi incontri, rendere possibili gesti di “buon vicinato”, dare forza e speranza e prospettiva a chi non si vuole rassegnare né all’indifferenza né ad un appiattito status quo, nel quale il massimo impegno sia quello di non pestarsi i piedi a vicenda.
Vogliamo altro, vogliamo ritrovare periodicamente la conferma che le ricchezze di ciascuno - da qualunque percorso culturale, umano, spirituale venga - possano essere messe a frutto per un sogno più grande, per un futuro capace di dare a tutti possibilità di maturare le proprie ricchezze per il bene di chi già ora sta nascendo, già ora sta crescendo, già qui si sta chiedendo, in maniera ancora confusa di bambino e di bambina, chi vorrebbe essere, quale vita vorrebbe vivere...

Ritmi e danze dal mondo” allora si fa piccola proposta per un cammino da condividere, per una possibilità di vivere vicini senza ignorarsi e senza troppi sospetti, accettando la sfida dell’incontro e della conoscenza, l’unica che può ridurre i rischi di un mutamento così rapido e deciso. Si fa piccola realtà di rete e di contatti, senza pretese, cosciente della propria fragilità, e del bisogno che le relazioni vengano custodite, curate, sostenute. Facendo crescere chiarezza, consapevolezza delle regole indispensabili per costruire insieme, ma anche dando spazio alla progressiva confidenza, alla familiarità che nasce dalla frequentazione reciproca. Fino alla tenerezza per i piccoli che già ora, già-ora-qui, stanno mutando rapidamente il volto non solo dell’immigrazione, ma anche di questa società della quale ormai fanno parte stabile.

140 diversi luoghi di provenienza, quella italiana compresa, a volte solo lievi tracce, a volte un articolarsi più ampio e vario di diversità interne, di lingue e costumi e tradizioni e religioni, e la gran parte in rapido mutare per fare i conti con il territorio nel quale sono venuti ad abitare... e i figli, i rapidi figli, talvolta affascinati talvolta spaventati, spesso un po’ confusi nel ritrovarsi altrove, e molte volte ormai già-appena-nati-qui...

Vogliamo proporre un immaginario diverso dai molti stereotipi, un immaginario che trova energia dal tempo della festa ma che vorrebbe poi concretizzarsi in piccoli nuovi percorsi di quotidianità, dentro i timori e le paure dell’incontro, talvolta giustificati, capace di ammorbidire qualche rigidità, di illuminare qualche penombra, di dare coraggio a qualche iniziativa di ‘buon vicinato’... Far nascere immaginari più flessibili, capaci di tener conto che la gente cambia, se gli si dà l’opportunità dell’incontro con l’altro, della conoscenza diretta, della scoperta e della valorizzazione del positivo presente nella propria e nell’altrui quotidianità.

Quante mani, quanti piedi, quanta fantasia, quanto desiderio, per costruire questi giorni di festa insieme, di incontri, di scoperte, di sapori colori odori musiche e gesti... quanta fatica, come per le cose che contano nella vita... è da tutto questo, ed altro ancora, che nasce l’energia della festa, un clima di serenità che ci da’ voglia di stare, di abitare questo luogo e questo tempo, di lasciarci un po’ sorprendere e un po’ meravigliare... magari un po’ spaesare...
...Un invito semplice e forte a non dare per scontato, a non crederci già saputi, un invito semplice e forte a straordinare il mondo, abitando insieme nuove possibilità, accampamenti altri, percorrendo nuove carovane, frequentando altre quotidianità...

Nel panorama delle associazioni di immigrati che partecipano all’organizzazione di “Ritmi e danze dal mondo” ci sono presenze ormai stabili, consolidate, che fanno un po’ da riferimento anche ad altri; ma la manifestazione è da anni anche l’occasione per dare forma più stabile, o per prender coraggio e visibilità ad associazioni nuove, ai primi passi nel cammino associativo o che per la prima volta decidono di “mettersi in piazza” per mostrare la propria ricchezza.
L’occasione di realizzare qualcosa di interesse comune, capace di far convergere tanti interessi diversi, diventa il punto focale necessario per far nascere relazioni, per favorire incontri che altrimenti non avrebbero luogo ove nascere...
Dopo la conclusione della ventennale esperienza del Coordinamento “Fratelli d’Italia” salutiamo, anche con speranza, la nascita di due nuovi coordinamenti, l’uno attento soprattutto alle realtà dell’Africa e dell’America del Sud, l’altro in particolare a chi proviene dall’Europa dell’Est e dall’Asia. Ci auguriamo che possano essere l’occasione per un maggior protagonismo dei cittadini immigrati circa le problematiche relative all’inserimento nel territorio e nel percorso verso una cittadinanza sempre più attiva nel territorio stesso; ci auguriamo che la varietà di apporti e interessi diventi sempre più occasione di incontro e collaborazione, per un “peso” maggiore nella società civile.

Scopriamo con piacere che “Ritmi e danze dal mondo” comincia ormai a far parte di un “mondo noto”: per molti, stranieri e italiani, è un appuntamento conosciuto e atteso. Inizia un po’ a “far tradizione”, a diventare parte significativa del patrimonio culturale del nostro territorio. E questa è una bella responsabilità: perché una tradizione viva, bisogna che sappia combinare creativamente insieme i tratti di un volto conosciuto e la novità di un incontro vivo. E’ un’ulteriore sfida a mantenere assieme la qualità di proposte culturali che non scadano nel folklore fine a se stesso o alla curiosità esotica o al business, con la disponibilità a dare spazio ad esperienze nuove, non ancora del tutto collaudate, a realtà che stanno nascendo e di cui ancora non si sa bene quale ne sarà il futuro.

Dobbiamo ricordare tutti coloro che rendono possibile questa tappa di festa per la carovana di “Ritmi e danze dal mondo”: dai volontari, davvero insostituibili, membri di associazioni italiane e straniere o che partecipano a titolo personale e che mettono a disposizione gratuitamente tempo energie e disponibilità, agli artisti che spesso scelgono di ridurre il proprio compenso per rendere possibile il “miracolo” della festa, ad alcuni enti locali che sempre più stanno dando credito (e impegno di risorse) a questo appuntamento, agli sponsor che offrono il sostegno economico per un sogno condiviso, qualcuno fin dagli inizi, molti altri che si sono aggiunti cammin facendo.
Da dire che “Ritmi e danze dal mondo” non è manifestazione garantita in partenza da finanziamenti pubblici: di volta in volta costruisce, magari con fatica, una serie di risorse grazie alla propria immagine, al proprio percorso, alla propria credibilità... all’impegno di tanti volontari e in qualche caso con veri e propri “miracoli” di risparmio e disponibilità da parte di chi contribuisce con attrezzature, competenze, prestazioni d’opera... Attuando così la possibilità di ridistribuire il modesto risultato economico finale per la promozione delle attività delle associazioni organizzatrici, per piccoli progetti di sostegno e di sviluppo, qui e altrove...

Anche l’approdo ad una scelta di ecosostenibilità (l’impegno per la raccolta differenziata, quest’anno il salto alle posate e piatti monouso decomponibili) nasce dalle scelte di fondo della manifestazione: l’attenzione e il rispetto per l’altro conduce ad approfondire le occasioni di incontro con altri percorsi, con tematiche non così lontane. La scelta di impegnarci nell’ecosostenibilità della festa ha origine da incontri di quest’anno, ma trova il suo contesto anche in scelte “strutturali” per “Ritmi e danze dal mondo”, quali la coscienza che il mondo non è proprietà di qualcuno in particolare, che vanno condivise le risorse e le ricchezze di ciascuno, che vanno custodite le specificità umane e, perché no?, quelle dell’ambiente. Nella coscienza che questa terra, ancora capace di ospitare e sostenere la nostra vita, è prima di tutto “un prestito che ci hanno fatto i nostri figli”...

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Supplemento

(ISSN 1824-6648)

Ritmi e danze dal mondo

A cura di Mihai Mircea Butcovan/ Raffaele Taddeo

 

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Anno 4, Numero 18
December 2007

 

 

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