El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

Ritmi e danze dal mondo

Mihai Mircea Butcovan/ Raffaele Taddeo

Pap il senegalese ha telefonato a Mihai il romeno per dirgli entusiasta: «Andrai anche tu alla festa “Ritmi e danze dal mondo” a Giavera del Montello. Sto tornando da lì. È una cosa meravigliosa! Dobbiamo raccontare di questi eventi. È un dovere. Raccogli materiale per un supplemento di El Ghibli». Mihai il romeno è tornato entusiasta da Giavera ed ha entusiasmato anche Raffaele l’italiano.

È nato così questo supplemento dedicato ad un evento che da molti anni si rinnova a Giavera del Montello, nel territorio trevigiano.
Giàvera, si pronuncia così il nome di un piccolo paese di circa 5000 abitanti che ogni anno nel mese di giugno per due giorni si raddoppia, quasi, per un evento che, forse, non ha uguali in Italia. La prima considerazione da fare è che ciò avviene in un territorio che è nelle vicinanze di un altro, più cupamente noto per provvedimenti che sanno tutt’altro che di accoglienza e di benevolenza nei confronti degli stranieri.
A Giavera del Montello, nel mese di giugno di ogni anno, il senso di reciprocità, di interdipendenza fra uomini appartenenti a tutte le etnie possibili si sperimenta praticamente e con sorpresa.
Ci si meraviglia, ma questo forse mette in luce qualcosa di significativo. L’uomo, diffidente istintivamente come ogni creatura vivente, quando conosce perde le sue paure, mette nel cestino i suoi timori e le sue ansie e si lascia andare alla più piena dimensione sociale, che è il vivere uno accanto all’altro con simpatia, con la consapevolezza che si è tutti uguali perché si è uomini e che il rispetto reciproco è un valore da perseguire e cocciutamente da far valere.
Razzismo, xenofobia, nascono e si alimentano solo sull’ignoranza e facendo leva sugli istinti. Ma la strumentalizzazione delle ansie e delle paure dell’uomo appartiene alla storia dell’umanità. Compito di ogni sana opera intellettuale, di ogni sana opera di letteratura, di ogni opera di sano giornalismo è quello di dissipare le paure e far emergere nell’uomo la sicurezza che l’altro - anche se di colore diverso, anche se proviene da migliaia di chilometri di lontananza - non necessariamente vuole minacciare la tua esistenza. Spesso vuole solo che si riconosca la sua esistenza.
Quando abbiamo chiesto la disponibilità per un’intervista a don Bruno Baratto, coordinatore e animatore di “Ritmi e danze dal mondo” egli ci ha detto che avrebbe voluto che le risposte alle nostre domande fossero frutto di una riflessione collettiva dei suoi collaboratori.
Perché la storia di “Ritmi e danze dal mondo”, come El Ghibli, deve essere iniziata un po’ così: un italiano ha incontrato un marocchino che ha incontrato un’albanese che ha incontrato un indiano che ha incontrato un peruviano che ha incontrato un italiano che ha incontrato Pap il senegalese.
Oggi a Giaverà i ritmi e le danze - come le parole di El Ghibli - arrivano da tutto il mondo. Perché sono del mondo.

Ringraziamo Samuele Agnolin per averci messo a disposizione alcune foto della festa.

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Supplemento

(ISSN 1824-6648)

Ritmi e danze dal mondo

A cura di Mihai Mircea Butcovan/ Raffaele Taddeo

 

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Anno 4, Numero 18
December 2007

 

 

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