El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

Francesco Screti

da quanto tempo vive in Italia?

Sono venuta in Italia, a Roma, nel 1964, con una Borsa di Studio di sei mesi di specializzazione in Sociologia. Sono tornata a Rio de Janeiro e nel 1965 sono tornata a Roma già sposata con un italiano che avevo conosciuto nel '64 e che è mio marito- Dopo tre anni sono partita per l'Argentina (Buenos Aires) dove ho vissuto quasi tre anni, e subito dopo per l'Austria (Vienna) dove sono stata due anni. Poi, nel 1981 sono andata in Brasile e sono rimasta lì fino al 1990. Questi spostamenti sono stati causati dal lavoro di mio marito. Dal 1990 sono in Italia.

quanto tempo aveva passato in Italia prima di iniziare a scrivere in italiano?

Tre anni (dal 1965 al 1968) più nove anni (dal 1972 al 1981). Nel 1977 mi sono laureata in Psicologia all'Università "La Sapienza". Nel 1995, (dopo essere tornata a Roma nel 1990) partecipai al I° Concorso Letterario per Immigrati organizzato da EKS&TRA e da Fara Editore, di Rimini, Ho vinto il secondo premio narrativa con un racconto "Ana de Jesus" scritto in una lingua ibrida in cui ho mescolato il portoghese e l'italiano. Ho cercato di mettermi nella mente di una colf che pensava in portoghese ma parlava in italiano, il famoso "portuliano". Qualcosa di simile è successo con gli emigrati italiani venuti in Brasile a fine Ottocento e inizio Novecento che pensavano di parlare in portoghese ma continuavano a pensare in italiano. A questo punto della mia vita, posso dire che ho vissuto più anni in Italia che in Brasile.

scriveva in Brasile?

Sì: racconti e "crônicas". Prima nel giornale della scuola e dell'università. Poi anche in giornali e riviste brasiliani.

perchè ha iniziato a scrivere in italiano? e perchè non in brasiliano?

Perché mi trovavo in Italia. Diventa naturale esprimersi nella lingua del paese dove ci si trova. All'inizio scrivevo in portoghese. Dal momento che uno domina la lingua del paese in cui vive (anche se un po' dell'influsso lusofonico rimane sempre), è utile e stimolante scrivere in italiano. Scriverei in portoghese se fossi rimasta in Brasile. Lingua è comunicazione.

crede che restando in Brasile, senza la sua migrazione, sarebbe diventata una scrittrice?

Credo di sì, ma è un problema che non mi pongo perché la mia vita ha preso la strada che ha preso ed io sono contenta di tutte le esperienze che ho avuto in Italia. È come se vivessi in doppio. L'importante per me è scrivere. La lingua dipenderà dal posto in cui mi troverò. Quando vivevo in Argentina e i miei figli erano piccoli, scrivevo loro dei racconti in spagnolo, lingua che anche loro capivano.

l'Italia l'ha solo scoperta come scrittrice o l'ha fatta diventare una scrittrice?

Dalle risposte precedenti, potrà trarre le sue conclusioni.

lei è un'immigrata, una migrante, ed anche una scrittrice: lei si sente più scrittrice o piu immigrante, o che cosa?

Mi sento un essere umano che cammina, che evolve. Aver lasciato il mio paese e scrivere in italiano mi rende una scrittrice migrante. Ma non vorrei scrivere sempre sul Brasile e sulle tematiche della migrazione. Difatti, nel mio ultimo libro "Qui e là", Collana Kuma, scrittori migranti. Como Iannone Editore, 2004, molti dei miei racconti si sono distaccati dai temi della migrazione. Essere una scrittrice migrante significa per me avere gli occhi ben aperti sulla realtà italiana. Gli stranieri in Italia possono vedere delle cose che agli italiani passano inosservate. Dal punto di vista linguistico, penso e spero che gli scrittori migranti lascino un'impronta nuova sulla lingua italiana. A poco a poco questo fenomeno sarà sentito dai media. Purtroppo adesso il fenomeno si vede solo nel campo della tecnologia. Se essere venuta in Italia non per ragioni di povertà o per bisogno di un lavoro, avere sposato un italiano e vivere qui, significa essere un'immigrata, allora io sono un'immigrata.

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La mia vita si riassume in cinque S: Studi, Spostamenti, Separazioni, Saudade, Scrittura. L'ultimo S è quello che prende con sé tutti gli altri S della mia vita. Flaubert ha detto: "Leggete per vivere". Sono d'accordo con lui, ma vorrei aggiungere: Scriviamo per vivere!

Screti Francesco IPS-Inter Press Service International Association

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(ISSN 1824-6648)

Christiana de Caldas Brito

A cura di raffaele taddeo

 

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Anno 4, Numero 16
June 2007

 

 

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