Amanda Olinda Azzurra e le altre
Sapete qual è la differenza tra i verbi ricordare e rammentare? Apparentemente nessuna ma nell'etimologia delle due parole si può cogliere una sfumatura che sembra soltanto lessicale ma nel caso del libro che presentiamo stasera, diventa invece sostanziale.
Ricordare richiama le cose con il cuore, rammentare con la mente.. In questa sfumatura si dispiega la poetica del libro.
Proprio il cuore è il protagonista dei uno dei toccanti racconti di Christiana de Caldas Brito: un cuore vivo e pulsante che viene raccolto per strada, passato di mano in mano ed infine gettato via.
Questo cuore raccoglie le voci di tanti cuori: quello di Amanda, di Alina e di Alice, schiacciate dal peso della solitudine, quello delle lavandaie Josefa, Braulia, Alzira, Joaquina a cui l'invenzione della lavatrice sottrae ciò che per loro rappresenta il riscatto e la realizzazione di vita; è ancora il cuore di Chi e di Ana de Jesus, immigrate colf, che si lamentano per l'accorata nostalgia delle propria terra e delle proprie radici. Ed è un cuore disperato che porta Fausta ed Azzurra a compiere un gesto di efferata violenza per difendere il loro spazio di umanità ferita.
Donne semplici, sconfitte nel loro bisogno di avere un posto nel mondo ma pur consapevoli, nella loro fragilità, della piccola ricchezza che portano con sé a cui restano legate con i ricordi e la mortale nostalgia.
La grande sensibilità della nostra autrice ha dato voce, in modo leggero ma straziante, ad una parte di umanità emarginata e che vive in silenzio e, dunque, difficilmente ascoltata ma il pathos che emana da queste piccole donne richiama altre emozioni espresse in tanti campi dell'agire umano.
Ricorda la commozione di Dante per Paola e Francesca nell'Inferno ("e caddi come corpo morto cade"), quella per le strazianti liriche di Giuseppe Ungaretti dedicate al figlio e contro la guerra; ricorda ancora il senso di angoscia che provoca, in pittura, "Il grido" di Munch -il pittore della disperazione- o, in musica, la nostalgia viscerale che trasfondono le canzoni "Spirituals" dei negri africani o i canti napoletani degli emigrati nelle Americhe.
E vi ricordate Fabrizio de André, il menestrello dei diseredati e degli sconfitti?
Ebbene, se leggerete questi racconti vi verranno alla memoria le sue strofe e fra le altre queste:
Dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fiori!"
lettura a Casale Garibaldi, aprile 2005