El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

Franca Sinopoli

Franca Sinopoli

Questo volume raccoglie racconti inediti di Christiana de Caldas Brito, più volte premiata dal concorso letterario per immigrati Eks&Tra di Rimini. Si tratta di una scrittrice la cui qualità principale può essere senz'altro individuata in quello che Italo Calvino definì nelle sue canoniche Lezioni americane il valore della leggerezza, che lui stesso attribuiva alla propria fiction: "[ ... ] è venuta l'ora che io cerchi una definizione complessiva per il mio lavoro; proporrei questa: la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato d togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio.", e poi precisando ulteriormente le modalità di tale approccio alla scrittura e alla invenzione letterarie aggiungeva sottolineandone il carattere di atto di presa sulla realtà: "Nei momenti in cui il regno dell'umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non sto parlando di fughe nel sogno o nell’irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con un'altra ottica, un'altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica. Le immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla realtà del presente e del futuro…”. Contrariamente infatti a quanto farebbe pensare l'identità di scrittrice immigrata, in cui del resto lei stessa si presenta a noi e si riconosce, de Caldas Brito non solo padroneggia l’italiano "dal di dentro" della conoscenza delle sue strutture linguistiche e del suo patrimonio culturale, ma è in grado addirittura di "giocare" con la lingua, simulando livelli diversi di espressione e di espressività incarnando le varie figure femminili, protagoniste assolute dei racconti proposti. Questa osservazione che ci permettiamo di porgere al lettore, e alla stessa autrice, non vada fraintesa come un benevolo lasciapassare da parte di chi, nato nella lingua che lo straniero sceglie di fare propria e perciò stesso illuso di saperne sempre di più dell'altro, concede senza esserne richiesto. Si tratta invece di un primo passo della piccola guida al lettore, che vorremmo instradare al godimento e alla conoscenza di questi brevi ma densi testi. Il secondo passo invece ci riporta dentro il discorso calviniano: la leggerezza come approccio, logica e prassi per avere a che fare con la realtà attraverso la letteratura. I caratteri o personaggi che presentano le loro storie, anche in "portuliano", come definisce l'autrice stessa il miscuglio di portoghese e italiano espressione della «mente lusofonica" utilizzato da alcune tra le protagoniste dei racconti (ad esempio Olinda), si offrono nella scrittura con una "forza serena e fremente allo stesso tempo" aprendo prospettive inedite e "minori” spesso invisibili, nella vita della nostra società occidentale ed italiana in particolare. E' questo il caso, ad esempio, di Ana de Jesus, racconto che rielabora ampliandola una precedente versione, vincitrice dell'edizione del premio Eks&Tra del 1994 '95 e in seguito rappresentato anche a teatro, o di Ali Alina Alice, che simula il linguaggio conciso e concitato della dettatura di una seduta psicanalitica, dove l'esperienza e la fabulazione della paziente immigrata si sovrappongono a quelle altrettanto patologiche della dottoressa. Interessanti nel loro forte potere straniante sono invece i racconti che presentano storie più ricche ed elaborate rispetto ad un io narrante quasi sempre in prima persona, è il caso di tre testi di notevole potenza immaginativa La triste storia di Sylvinha con la Ypsilon, Se avete occhi per leggere, ascoltate e Tum tum, tum tum, dove, ad esempio, l'immagine del cuore impiccato o abbandonato sulla strada può suggerire considerazioni infinite sull'impoverimento affettivo delle società occidentali osservate dalla prospettiva di coloro che vengono da noi dalle culture dei Sud del mondo e sulla rinuncia dei medesimi affetti che spesso il migrante deve fare per resistere ed integrarsi tra noi.
Il terzo movimento, infine, che può instradare il lettore ad un pieno apprezzamento della complessità di questa raccolta è dato dal "gioco” interculturale e dallo scambio dei punti di vista che è messo in atto dal racconto Il Pinga pinga. Esso stabilisce con gli altri testi una relazione che intreccia i punti di vista e li reciproca: la nuova visione di sé raggiunta dagli immigrati nel paese d'accoglienza e la visione che essi hanno di noi e che ci comunicano, si incrociano con la nuova visione di sé che una "signora" europea acquista in un avventuroso viaggio in pinga pinga" in mezzo ai "nativi" e nella vastità “esotica" del territorio interno, non turistico, del Brasile.
Restano da sperimentare personalmente il potere suggestivo e gradevole e insieme la forza spregiudicata e sapiente, anche se apparentemente semplici e leggeri, di questi racconti, diretti a chiunque tra noi lettori sia disponibile a cambiarsi un po'.

Introduzione di Amanda Olinda Azzurra e le altre

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Supplemento

(ISSN 1824-6648)

Christiana de Caldas Brito

A cura di raffaele taddeo

 

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Anno 4, Numero 16
June 2007

 

 

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