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La storia di Adelaide e Marco

raffaele taddeo

Gli elementi costitutivi di questa storia-fiaba, pur nella sua semplicità, sono molteplici.
I due protagonisti, Adelaide e Marco, sono dei diversi che manifestano la loro differenza rispetto agli altri mediante un fatto fisico, materiale. Ma è una diversità che non è ascrivibile alle solite differenziazioni e proprio per questo sono simboli anche di altre diversità, quelle che non si vedono ma che ugualmente esistono.
La difformità produce una sorta di diffidenza dapprima e il tentativo di estirparla. La vita diventa per chi circonda il diverso molto più semplice quando c’è conformismo e adeguamento.
I genitori di Adelaide e Marco ben prima che gli altri possano accorgersi della stranezza dei capelli lunghissimi e fortissimi di Adelaide, tanto che non possono essere tagliati, e delle protuberanze sulla schiena di Marco (delle ali), si preoccupano perché questi “difetti” possano essere eliminati e quindi riportare alla “normalità” i due ragazzi. La società in genere non accetta le diversità di questi due ragazzi e i coetanei li scherniscono, gli adulti mal li sopportano.
Eppure proprio gli elementi di diversità consentono ad Adelaide e a Marco di poter manifestare attenzione, solidarietà ed esprimere il proprio aiuto ad altri emarginati o in situazione di difficoltà. Così Adelaide di notte, all’insaputa dei suoi genitori, va a trovare barboni con i quali si intrattiene, va da un ragazzo ammalato che presenta problemi di respirazione, mentre Marco, nelle stesse ore, porta in volo degli anziani che così riacquistano il sapore della vita.
I due ragazzi si conoscono e subito si accettano con tutta le loro particolarità, e così possono unire le loro forze per beneficare con più vigore e forze raddoppiate chi ha bisogno di loro.
Alla fine anche i loro genitori li accettano e così il mondo dei coetanei prima, degli adulti poi.
Tutta la storia gioca sul rifiuto della diversità, su come la società accetta con molta difficoltà che si diversifica, chi non sta nei canoni omologanti. Ma il senso di questa fiaba è che proprio la diversità è capace di risolvere situazioni che nella normalità non sembrano risolvibili. Chi soffre per l’emarginazione della propria diversità è poi capace di comprendere e capire la sofferenza degli altri.

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Supplemento

(ISSN 1824-6648)

Christiana de Caldas Brito

A cura di raffaele taddeo

 

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Anno 4, Numero 16
June 2007

 

 

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