Ho notato che Immigrato è stato ripubblicato per conto della Bompiani. Ritiene che il libro sia ancora attuale a 15 anni di distanza dalla sua prima pubblicazione? In Immigrato si descriveva un mondo della immigrazione legato alla precarietà e irregolarità. E’ cambiato qualcosa del problema della immigrazione rispetto ai primi anni ’90?
Il fatto che un editore nazionale riprenda un titolo uscito per la prima volta molti anni prima evidentemente significa qualcosa. In tutta onestà, credo che, sedici anni dopo il suo primo apparire, Immigrato sia un libro ancora vitale, che può dire molto sull'Italia e gli italiani. Non si tratta però di un saggio sul problema dell'immigrazione, bensì di un racconto: come tale non propone una morale né delle conclusioni. Le storie non sopportano mai nessuna morale.
Ormai accademici e studiosi chiamano letteratura della migrazione i testi prodotti in italiano dagli stranieri di recente immigrazione. Ritiene legittima la designazione di letteratura a questo, ormai numeroso, complesso di opere?
Non sono un esperto del ramo, né sono d'altronde un accademico. Quando conobbi molti anni fa Salah Methnani, fui colpito dalla forza e in un certo senso dall'esemplarità della sua storia. Mi parve valesse la pena raccontarla. E' quello che abbiamo fatto. Se qualcuno ritiene che si tratti di un esempio di letteratura della migrazione probabilmente ha ragione. Per me la letteratura è in fondo buona o cattiva: la particolarità di Immigrato consiste solo nel fatto che racconta una storia vera.
Come vedono i letterati italiani la letteratura della migrazione? Può essere paragonata alla letteratura del migrant writers o alla letteratura postcoloniale, di cui si occupano i critici americani e inglesi?
Non ho idea quale sia il punto di vista dei "letterati italiani", come dice lei. Non è che mi senta parte della categoria. La letteratura postcoloniale di espressione inglese è comunque, direi, altra cosa: lì ci sono scrittori di seconda, terza e quarta generazione che usano la lingua dell'ex Impero per scrivere storie che non necessariamente sono vere, e che anzi sono perlopiù romanzi, insomma opere di invenzione.
Conosce la rivista on line el-ghibli? Questa rivista si propone fra gli altri obiettivi di mettere in relazione la letteratura della migrazione con quella italiana. Può questo obiettivo rappresentare un percorso fattibile e costruttivo?
Non conosco la rivista di cui parla. Non posso quindi esprimere nessun giudizio.
Può avvenire qualche influenza della letteratura della migrazione su quella autoctona?
Ovviamente sì. Sarebbe anzi auspicabile.
Alcuni ritengono che gli scrittori di prima generazione difficilmente riusciranno a produrre operedi elevato valore letterario a causa del non totale dominio della lingua italiana. Cosa ne pensa al riguardo?
Mi sembra una posizione ragionevole. Non a caso, poco fa parlavo di seconde, terze e quarte generazioni di immigrati. Non è solo un problema di conoscenza del vocabolario. Pensi a un grande poeta come Josif Brodskij: conosceva molto bene l'inglese, e infatti lo ha usato per scrivere i suoi saggi letterari. Tuttavia, per la poesia, ha continuato a scrivere in russo, la lingua madre.
Qual è la situazione della letteratura italiana? Gode di buona salute? Qual è il suo livello? Si scrivono buoni romanzi? Si produce alta poesia?
La letteratura italiana odierna credo sia un'eccellente letteratura, piena di buoni libri e di bravi scrittori. Mancano i critici che sappiano decrittarla, a mio avviso. Manca un solido contesto culturale che sappia amarla e incoraggiarla e anche duramente criticarla, quando è il caso. Manca una civiltà letteraria come era quella degli anni Cinquanta e Sessanta. Adesso dominano la chiacchiera e la superficialità dei giornali.