I racconti dello scrittore tunisino sono una spia del suo vissuto di intellettuale, in qualche modo disilluso del fascino occidentale e delle sue capacità di accoglienza, ma anche dell’incertezza della propria linea di espressione creativa, oscillante fra la scrittura narrativa, il giornalismo, il reportage televisivo.
Alla base di tutte queste esperienze vi è la visione dell’immigrato, costretto o meno a scegliere la via dell’allontanamento dalla terra d’origine e inghiottito in una vita senza via d’uscita, senza alcuna realizzazione dei propri sogni o di quelli sperati dalla famiglia.
Sotto questo aspetto è percepibile negli scritti di Methanani un profondo dolore per la condizione, per le difficoltà di vita degli immigrati, le cui sofferenze sono scritte nel registro stesso dell’essere immigrato. Un sogno sarebbe quello della eliminazione della necessità della emigrazione perché ciascuno possa realizzarsi nella sua terra di nascita, vicino ai suoi famigliari, nella propria comunità.
La solitudine, la “ghurba” (nostalgia), vista anche come originata dall’ignoranza di ciò che avviene presso la famiglia e la comunità di partenza, la diffidenza verso lo straniero, sono i temi ricorrenti che vengono anche presentati come elementi costitutivi della condizione dl migrante.
La migrazione per l’intellettuale tunisino non è una scelta felice il cui esito positivo in qualche modo ripaga le sofferenze e le privazioni. La migrazione è una dannazione che coinvolge nel dolore il migrante insieme ai suoi familiari.
Nel testo scritto come traccia di un reportage televisivo Methnani così si esprime: "Il sogno di vedere i flussi di immigrati che spingono con insistenza verso la chimera europea arrestarsi. Il sogno di non vedere più carrette del mare piene di disperati della terra affondare davanti alle coste italiane. Il sogno di non sentire più parlare di promulgare nuove leggi restrittive contro gli immigrati per il semplice motivo che non ci sarebbero più stati immigrati su questa terra. Il sogno che in futuro non ci saranno più viaggi di solo andata."