E' in fase di stampa, a cura della casa editrice Besa, quest'ultima fatica di Gezim Hajdari. L'ultimo viaggio fatto in Africa ha portato il poeta a cogliere gli aspetti più significativi dell'Uganda e a tradurli in una specie di reportage, così come aveva fatto dopo aver visitato le Filippine. Si riporta il giudizio espresso da Ugo Fracassa , docente all'Università tre di Roma.
"Ho perso il filo, la storia che volevo raccontarvi è un'altra": quella annotata a margine degli appunti di un viaggio in Africa, una storia che va dritta all'origine le sorgenti del Nilo bianco richiamano alla memoria del poeta/reporter la natale Darsìa attraverso digressioni che straniano il paesaggio equatoriale su sfondi balcanici. Un viaggio fatto di incontri, voci, "miriadi di lingue", omaggio di uno scrittore migrante alla biodiversità di un universo culturale minacciato di estinzione.
La struggente ferocia del continente nero dà luogo, in queste pagine, ad una prosa che alterna la sintesi giornalistica all'evocazione del racconto orale per lasciare spazio, in fine, ad un respiro poetico profondo come per una lunga apnea:
"Non ho mai visto l'Occidente / così triste // come questa volta al mio ritorno dall'Africa".