El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

Bilancio di un'esperienza

alessandro micheletti

La Promessa di Hamadi e la Memoria di A. sono romanzi per ragazzi, scritti con una destinazione principalmente scolastica. Questo implica che, nella stesura, Saidou Moussa Ba e io non ci siamo posti il problema di sperimentare forme linguistiche nuove, che in qualche modo desse spazio all'"alterità" di uno dei due autori. Tutta la nostra attenzione è andata all'argomento trattato e alle strutture narrative: su questo piano si giocava la partita e, per stabilire se i due romanzi contengano qualche elemento innovativo, è su questo piano che vanno giudicati. Per entrambi i testi siamo partiti da temi per lo meno insoliti nella narrativa scolastica: la condizione degli immigrati extracomunitari nel primo (1991), una indagine a largo raggio sul razzismo nel secondo (1995). In entrambi i casi abbiamo dovuto superare molti ostacoli per arrivare alla pubblicazione: l'editoria scolastica, almeno in Italia, si muove con lentezza, con una cautela superiore a quella degli insegnanti. Alcuni editori hanno rifiutato i testi in quanto "troppo audaci"; altri hanno avanzato riserve sulla liceità di affrontare simili argomenti in forma narrativa.
Per quanto quest'ultima critica non fosse priva di fondamento, Saidou Moussa Ba e io abbiamo compiuto la scelta opposta: ci sembrava proprio la forma romanzo lo strumento più efficace per stimolare una riflessione in ambito scolastico. I problemi di stesura dei due testi sono stati appunto legati a questa nostra esigenza: dare spessore narrativo a un materiale eterogeneo, attinto in parte alla cronaca recente, in parte a testimonianze di vita vissuta.
Collegato a questo, un secondo problema: fornire una visione esaustiva degli argomenti trattati, toccando i "topoi" che la materia richiedeva, e farlo senza scivolare in luoghi comuni. Il rischio è stato evitato (si spera) procedendo con una narrazione per contrapposizioni, sovrapposizioni e salti fra piani paralleli. In molti casi si è ricorso al capovolgimento di ottica. .
Nella Promessa di Hamadi in primo luogo, è rovesciata la situazione di partenza. Semba non è un extracomunitario da saggio sociologico o da inchiesta giornalistica. Viene in Italia per motivi affettivi ei problemi degli immigrati lo toccano sul piano quotidiano concreto, non sul piano personale profondo. Il suo è un viaggio geografico ma anche interiore, alla cui fine soltanto prenderà coscienza della propria condizione di immigrato come soggetto attivo. .
Questa tecnica di rovesciamento prosegue e si rifrange in un gioco di specchi nella Memoria di A. che è pure la storia di un viaggio interiore, un romanzo di formazione. Ancora più che nel precedente si è cercato di evitare qui i luoghi comuni, facendo procedere l'azione su piani diversi e costruendo gli episodi con una tensione fra ciò che si svolge in primo piano e ciò che si svolge sullo sfondo, fra le motivazioni dei personaggi e gli avvenimenti in cui sono coinvolti. .
A livello stilistico non ci siamo permessi audacie di alcun tipo. Lavorando da anni come collaboratore nel campo dell'editoria scolastica, ho sentito soprattutto il bisogno di contrastare una diffusa tendenza a una scrittura sciatta, falsamente "giovane", in realtà "domestica" nel senso deteriore del termine, un linguaggio da spot televisivo. Tendenza tanto più pericolosa se si pensa all'età dei lettori. Per reazione, ho cercato di mantenere una scrittura moderna ma curata, colloquiale ma non banale. Il linguista che voglia passare al setaccio i due romanzi alla ricerca di un italiano meticciato resterà deluso, si dovrà accontentare di quei "cauri" che per difficoltà di comunicazione fra i due coautori sono finiti al genere femminili come semplici conchiglie, violando i dettami dello Zingarelli. .
Ma in questi, come in altri romanzi scritti a quattro anni non è setacciando le frasi e pesando le parole che si potrà stabilire "chi ha messo che cosa". In tutti i casi si tratta di interazioni personali prima ancora che letterarie, di rapporti di amicizia nati per caso e a volte costruiti "sulla pelle dei lettori", di metodi di lavoro definiti "in progress" e sempre soggetti a modifiche, svolte impreviste, battute di arresto. Interazioni comunque complesse, profonde , stimolanti, che vanno molto al di là dello scrivere. .
Comunque cercando di scendere nei dettagli e di trovare almeno a posteriori un filo conduttore in questa matassa aggrovigliata che è stata la stesura dei nostri romanzi, direi che Saidou Moussa Ba e io abbiamo lavorato più o meno in questo modo: abbiamo messo a fuoco assieme l'argomento e la trama nelle linee generali, lui ha fornito il materiale "di prima mano" dalla sua esperienza e dalla sua cultura; io ho elaborato una prima stesura dei capitoli, che lui ha via via vagliato e modificato; ho quindi proceduto alla stesura definitiva, per concludere con la revisione finale da parte di tutti e due. Saidou Moussa Ba è intervenuto dunque soprattutto in fase di progetto e di verifica, mentre io ho curato nei dettagli la stesura vera e propria. .
Il suo intervento è stato decisivo per il tono dei due romanzi: se io partivo da posizioni più critiche e negative nei confronti delle società occidentale che si trovano a misurarsi col fenomeno migratorio, Saidou Moussa Ba ha insistito per far emergere via via l'aspetto positivo, ottimistico, propulsivo insito in ogni contatto fra persone di diversa cultura. In entrambi i romanzi, pur partendo da concreti episodi di razzismo, a prevalere è stato dunque il tema della società multiculturale, quindi un messaggio di speranza e di fiducia nel domani, di forte valenza educativa. E questa impostazione di fondo ha dettato anche particolari scelte narrative: mi limito a citare come esempio la conclusione del cap. 15 de La promessa di Hamadi dove la frase " il sole mandò l'ultimo bagliore del giorno" per suggerimento di saidou Moussa Ba ha preso il posto di un più cupo "il sole sprofondò nella cortina di nubi" inizialmente proposto da me. Questo per dire che la presenza di Saidou Moussa Ba nella stesura dei due romanzi ( e credo che ciò valga per i primi romanzi della cosiddetta "narrativa nascente") non va misurata sul piano del linguaggio, dello stile e nemmeno della elaborazione narrativa in senso stretto, senza che per questo vada circoscritta alla funzione di "fornitore di materiale autobiografico". E' stato un essenziale apporto di idee e di energie che ha interagito con le mie forze e competenze professionali, oltre a coinvolgermi a fondo sul piano personale. .
I due romanzi sono il risultato di questa interazione, che nel caso de La Memoria di A. si è arricchita di altre voci, altre presenze, altri apporti, così che la conclusione del romanzo ( con questa tavola apparecchiata, attorno alla quale siedono persone di età, sesso, provenienza, cultura, religione diverse, ognuno portando qualcosaall'ideale "ultima cena" laica, prima che il destino sospinga ognuno in una direzione diversa, e che le storie cessino di procedere intrecciate), quell'immagine è il senso stesso dell'opera, e più in generale il senso di quello che, nel mondo delle lettere come nel mondo delle persone, dovremmo riuscire a realizzare se non vogliamo ridurci a vivere in un villaggio "globale" solo per le esigenze del mercato, in realtà costituito per chi lo abita di cellette senza finestre e senz'aria.

Relazione svolta al convegno di Ferrara "L'italiano senza frontiera".

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(ISSN 1824-6648)

incontro con saidou moussa ba e alessandro micheletti

A cura di raffaele taddeo

 

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Anno 2, Numero 10
December 2005

 

 

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