E' questa una storia semplice, senza molto intreccio o struttura narrativa.
Viene fotografata una situazione, con tre personaggi senegalesi che nel loro
rapporto con la cultura ospitante, occidentale, si comportano diversamente. C'è
il restio, che tenta disperatamente di mantenere tutte le resistenze nei
confronti dell'Occidente e dei suoi modi spicciativi ed emarginanti; ma c'è
invece l'invaghito che accetta senza alcun filtro ciò che gli viene propinato
dal Nord del mondo. C'è chi prende la vita così com'è.
Tre modi di
rapportarsi, tre modi di essere che indicano come quel mondo dell'immigrazione
che noi spesso registriamo nella nostra mente come a una dimensione, compatto
senza variazione, salvo forse nei colori, reagisce a contatto con altra
cultura in maniera del tutto diversificata.
Saidou Moussa non dà giudizi
sulla evoluzione e sui mutamenti che sono avvenuti in questi tre personaggi,
ma termina il racconto con le parole di Modou che indicano amarezza per come
non ci si sappia difendere dall'omologazione che i mass media continuano a
forgiare ogni giorno dissipando culture, differenze, e in questo processo ancor
più emarginando, perchè l'omologazione del pensiero in sé è il veicolo della
perpetuazione delle ingiustizie, della separazione, della giustificazione di
tutta la politica di sopraffazione perpetrata proprio dal Nord del mondo.