El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

firdaus - storia di una donna egiziana

di Nawal Al Sa'dawi

regia di Matteo Belli

con Katia Pietrobelli

... Il Cairo, autunno 1974: in una cella del carcere femminile di Qanatir, una donna attende il momento dell'esecuzione. E' un'assassina, una condannata a morte, una prostituta che ha conosciuto ogni sorta di miserie e umiliazioni e tuttavia è lì, fiera e sprezzante, chiusa in un rigore orgoglioso che nessuno osa scalfire. Soltanto Nawal al Sa' dawi - una donna di altrettanto coraggio, che conosce a fondo i dolori e le risorse nella vita femminile anche grazie al suo lavoro di psichiatra e scrittrice - riesce a superare il muro di ostiltà e di mutismo dietro al quale la prigioniera si difende. Nawal potrà conoscere e riconoscere la storia di Firdaus raccontata dalla sua stessa voce come un dramma comune a tante altre donne egiziane. Testimone partecipe ma impotente a salvarla dalla condanna, la scrittrice offre a Firdaus (che in arabo significa "paradiso") la voce che la riscatterà per sempre dal silenzio e dall'ingiuria in cui, altrimenti, la sua vita e la sua morte sarebbero sprofondate.

La storia viene raccontata in forma di monologo, testimonianza attorale in omaggio all'antica tradizione araba femminile di comporre elegie e canti funebri per commemorare i morti e tramandarne la memoria. La voce di Firdaus, filtrata dalla penombra luministica di un'essenziale evocazione carceraria, risuona in quella dell'attrice Katia Pietrobelli, in equilibrio tra la sobrietà di una dolorosa consapevolezza, una forza interiore strutturatasi sull'esperienza personale e una capacità d'incantamento propria di una purissima sensibilità, di natura quasi infantile. La solitudine dell'attrice si offre allo spettatore quale paradigma della solitudine esistenziale realmente vissuta dalla protagonista storica della vicenda e si popola di personaggi che emergono dal racconto "reincarnandosi" in un semplice ma prismatico gioco polifonico che conferisce all'interpretazione femminile la possibilità di trasmettere al pubblico le voci di una coralità umana, riverberate da quella monologica dell'io narrante, nel fluire di una memoria che si fa racconto della propria vita.

 

katia pietrobelli

è nata a Roma dove ha completato la sua formazione. Ha lavorato in produzioni televisive (tra le più recenti Io ti salverò 2001, Medico in famiglia 3 2002), e cinematografiche (Al cuore si comanda di G.Morricone 2002, Amatemi di R.De Maria 2003, Buongiorno notte di M.Bellocchio 2003); e in numerosi lavori teatrali, fra cui si ricordano i più recenti Un amore impossibile (di G.Manganelli 2001), Sangìta (da testi sacri indiani 2002), Canto remoto (di B.Bjorson, lettura concerto 2003), tutti con la regia di Matteo Belli.

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(ISSN 1824-6648)

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Anno 1, Numero 4
June 2004

 

 

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