Francesca - figlia di un docente universitario, forse ex sessantottino di costumi rigidi e spartani, amante della bella musica e buon lettore e di una giornalista - rivede la sua vita, sfociata già in età preadolescenziale in una prepsicosi e proseguita durante la giovinezza sempre al limite di una caduta verticale nella malattia. La responsabilità viene attribuita alla madre che ha commesso molti errori: dalla disattenzione di lasciare per un periodo la piccola alla nonna quando aveva solo nove mesi all'incapacità di essere ferma e decisa nel rapporto con la bambina, quando diventa più grandina. La nascita del fratello Marco, di tre anni più piccolo, contribuisce ad aumentare l’accumulo di frustrazioni e senso di abbandono di Francesca, che vedrà sempre nel fratello il privilegiato e il cocco di sua madre. Divenuta bulimica - quando ormai fra i genitori il rapporto è logoro e sta arrivando alla rottura - Francesca ricatta la madre con continue richieste di abiti e, specialmente, di scarpe. Anche il motorino - nonostante l’opposizione del padre che, assente da casa, non ha la forza di imporre le sue regole educative - entra fra le sue pretese. La madre, presa coscienza della situazione grave della figlia, la manda da uno psicologo che la prende in cura per cinque anni. In questo lasso di tempo, a Francesca, accade di tutto: le rubano il motorino, suo padre va via di casa, il gatto viene sbranato da un cane mastino, il cane muore investito da un macchina, hanno lo sfratto e devono cambiare casa, si innamora di un ragazzo col quale va a vivere ma dopo qualche mese si lasciano. Intanto lavora in una libreria e ha un nuovo fidanzato, ma anche con lui non dura più di qualche mese. Nel frattempo è riuscita a dare la maturità e a incominciare a studiare alla facoltà di psicologia. Ormai non va più dallo psicanalista, controlla parte delle sue manie, la bulimia e, anche quando rivedrà lo psicanalista, non ne sarà più condizionata e potrà sperare di continuare la sua vita. Fra alti e bassi, forse, ma sicuramente libera da quell'angoscia avvolgente che aveva caratterizzato la sua esistenza fino a quel momento.
MAMME AL VENTO
Baldini e Castoldi 1996