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Di madre, di figlia o di sorella
il silenzio è sempre amaro
Soffoca la libertà d’un cuor nauseato
È signore ignaro
Signor del povero, del vile, del disonorato
Cammina di fianco a me assennato
Mio amore, mio oppio, mia ossessione
Mi deride, senza derisione
È padre di virtù, non è un’invenzione
Tutti mette in gabbia
Ancorché per tempo effimero
Ma io ci sono dentro da tempo e ancora
Questa è la legge, questo il mio destino
Prestami la chiave della felicità
te la restituirò al più presto
Cerco un istante d’estasi
e mi dileguo tra i sentieri