El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

Nota biografica | Versione lettura |

pap khouma

2013 - Kashetu Cecile Kyenge, ministra italiana dell’integrazione

Cari lettori,

il 15 giugno 2013, alla biblioteca del quartiere di Dergano a Milano, la nostra rivista ha festeggiato i suoi 10 anni di esistenza. Il comitato editoriale di El-ghibli ringrazia tutti i docenti, studiosi, scrittori, lettori, arrivati dall’Italia o dall’Estero, che hanno portato i loro contributi con la loro presenza o con il loro ricco intervento. I relatori si sono confrontati attorno al tema della letteratura della migrazione o in generale e a quella considerata “non letteratura”, tema che ha sviluppato il professore Duccio Demetrio.
La giornata è stata conclusa con la performance teatrale e poetica della Compagnia delle Poete, composta da artiste e poete originarie da vari paesi del mondo ma che risiedono in Italia. In questo numero abbiamo pubblicato gli interventi dei relatori della giornata del 15 giugno.

Cari lettori,
permettetemi un’altra volta di uscire dal solco della letteratura per poter affrontare un tema di attualità che coinvolge una personalità che ricopre un ruolo politico e sociale importante: Kashetu Cecile Kyenge, ministro per l’integrazione nel governo italiano. Parlare di questa circostanza, ci porta a ricordare e a evidenziare gli stigmatizzanti approcci sociali e linguistici conclamati dai mondi dell’informazioni e dai movimenti politici quando trattano delle questioni dell’immigrazione in generale.
Quel che segue non sarà una lettura né nuova, né piacevole. Ne chiedo scusa in anticipo. Però potrebbe permettere ai lettori che ci seguono dall’estero di avere un quadro, seppur parziale, di alcuni eventi che hanno portato a tanta diffidenza e paura del diverso in questo bel paese.

Attualmente, l’Italia è guidata da un Governo chiamato di Larghe intese, una coalizione di destra e di sinistra. Nulla di nuovo nel panorama politico europeo. Nel 2005 ci fu un Governo di Grosse Koalition in Germania. La stessa situazione si sta prospettando di nuovo per la Germania quest’anno. Negli anni ’80 durante l’era del Presidente socialista François Mitterand e negli anni ’90 durante quella del Presidente gaulista Jacques Chirac, la Francia ha vissuto più volte dei governi di Cohabitation. Un presidente di sinistra costretto dalle urne a nominare un primo ministro di destra che compone un governo di coalizione o viceversa.
Nel governo italiano di Larghe intese sono state nominate due ministre di origine straniera. E’ la prima volta nella storia della Repubblica. E’ una novità nel paesaggio politico italiano, ma è una prassi ben collaudata in tanti paesi europei in cui diritti o conquiste sociali dei cittadini e residenti in generale, hanno sempre fatto tanti passi più avanti rispetto all’Italia.
Una delle ministre era bianca, di origine europea della Germania, si chiama Josefa Idem, è una ex campionessa olimpica. Nessuno la prendeva di mira per le sue origini. E’ stata attaccata per una questione riguardante le tasse. Nel giro di pochissimo si è dimessa dal Governo. L’altra ministra italiana è nera, di origine africana del Congo Brazzaville, si chiama Kashetu Kyenge detta Cecile. E’ l’unica donna ministro in Europa trattata da Orangotango da parte del Vice Presidente del Senato del suo paese. Viene tutti i giorni calunniata, oltraggiata sui mezzi di comunicazione da famosi politici, giornalisti, attori, cantanti. Sarebbe sbagliato sottovalutare la gravità di questa faccenda. D'altronde, nel 2005 il senatore Marcello Pera all’epoca Presidente del Senato italiano, riscosse applausi e consensi dai quattromila partecipanti al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini quando fece questa dichiarazione: (Emilia-Romagna): “In Europa si diffonde l'idea relativistica che tutte le culture hanno la stessa dignità etica; si pratica il multiculturalismo come diritto di tutte le comunità, e non importa se genera apartheid, risentimenti e terroristi di seconda generazione… In Europa la popolazione diminuisce, si apre la porta all'immigrazione incontrollata e si diventa "meticci... ”.

Tutto ciò avviene perché in Italia c’è chi si nasconde ancora dietro l’alibi della paura delle persone diverse? In Italia, non è difficile raccogliere consensi popolari ed elettorali affermando che (in corsivo gli approcci sociali e linguistici conclamati): razze diverse, etnie arrivate da lontano, pericolosi clandestini, meticci, uomini di colore, musulmani, mettono a rischio i valori cristiani, le tradizioni millenarie, portano insicurezza, paura, arretratezza culturale ed economica ai poveri cittadini.
Questa strategia è efficiente perfino contro la signora Kashetu Cecile Kyenge, che è cittadina italiana, medico, sposata, mantiene famiglia e figli da buona cattolica nel paese e nella città cattolici per eccellenza, l’Italia e Roma. Di fatto la ministra Kyenge ha tante innegabili affinità con i suoi concittadini, ma non compensano i suoi altri “difetti”: è donna competente e nera, pardon di colore.
Cosa dedurre dal silenzio troppo assordante di quella parte della società civile composta da giornalisti, politici, attori, cantanti, scrittori che si autodefinisce aperta e disponibile ai dinamismi del cambiamento e al contatto con l’altro? Dove è smarrita la loro voce indignata ma autorevole? Non ci sono più le femministe, gli individui chiamati intellettuali e che negli altri paesi occidentali non temono di prendere la parola e non soltanto quando si tratta di autoreferenzialità? Dobbiamo pensare che chi tace acconsente?
Quando succedevano gravi episodi di razzismo, di discriminazione in Italia, prima di tutto nessun giornale, televisione, radio o partito politico li giustificavano. Credo che quell’atteggiamento fosse determinato da scelte etiche e deontologiche che ormai appartengono ai tempi passati.

1996 - Miss Italia nera
A metà degli anni ’90, in concomitanza con il progressivo aumento dei flussi migratori verso l’Italia, tante scelte etiche sono rimaste nel cassetto. Nello stesso periodo, fu eletta per la prima volta una ragazza nera a Miss Italia. Era nel 1996 e la bellezza di Denny Mendez, italiana di origine straniera, aveva conquistato la maggioranza dei voti dei telespettatori e della giuria del concorso.
Una certa Alba Parietti, nota soubrette della televisione, aveva così lanciato il primo sasso: “Una nera non deve e non può rappresentare la bellezza italiana. Miss Italia deve essere bianca”. E già all’epoca lei, convinta militante di sinistra, anticipava: “I tempi non sono ancora maturi per eleggere una Miss Italia nera. Fra 15 anni i tempi saranno forse maturi”. Il sasso pesante di Alba Parietti aveva provocato un’inarrestabile valanga. Per mesi, chi più né ha avuto più né ha messo. Non sarà tutta colpa del suo sasso ma progressivamente, giornali, televisioni, radio e partiti politici hanno gettato via la maschera e operato sistematicamente banalizzando il razzismo e tante forme di discriminazioni.
L’antirazzismo fu accomunato al buonismo. Nel frattempo nei dibattiti la parola buonismo è stata bollata come codardia, essere accusato di buonismo a favore di immigrati o di alcune minoranze è come tradire il proprio popolo, i veri valori. Ad oggi i termini usati per parlare o scrivere di immigrati diventano: invasori (per ricordare i barbari); branco (come se fossero animali); fannulloni (mangia pane a tradimento) e contemporaneamente rubano il lavoro agli italiani, (qui nessuno si è mai chiesto come sia possibile essere fannullone e nello stesso momento rubare lavoro?) insicurezza, paura, invasione, minacce, delinquenza, terrorismo, ecc. Questi sono già di per se stessi e rimangono comportamenti inaccettabili, condannati secondo la legge altrove.

Les années de braise (A lungo sulla graticola)
Ricordo, che di fronte a crimini di sangue particolarmente cruenti si è assistito alla sistematica caccia allo straniero, meglio se arabo o nero. Senza verifica della notizia da parte della stampa o da partiti politici che sfoderano bandiere, insulti razzisti, manifestazioni di piazza contro immigrati.
Cito, anche sono argomenti che possono infastidire qualche lettore:
- Nuovi Ligure (Piemonte) 21 febbraio 2001, quando Erika de Nardo insieme al fidanzato Omar Favaro uccisero con 97 coltellate la mamma e il fratellino di lei. Erika accusò gli stranieri e un albanese fu subito arrestato e portato in caserma. Per fortuna il prete dichiarò che al momento del crimine aveva visto il ragazzo albanese che giocava calcetto nella sua parrocchia.
- Erba (Brianza) 11 dicembre 2006, l’arabo Youssef Marzouk fu accusato dai giornali dalla strage della propria famiglia. Nel momento della strage Marzouk era in Tunisia. Ci fu lo stesso una campagna di stampa denigratoria contro musulmani e immigrati. Una giornalista ha voluto far passare la tesi che la strage era stata commessa da un musulmano, perché le vittime erano state sgozzate e sono i musulmani che sgozzano le loro vittime. Fortunatamente sono stati arrestati e dopo condannati i veri assassini Olindo Romano e Rosa Bazzi, i vicini di casa delle tre vittime. Però dopo sono stati pubblicati articoli e libri per scagionare i rei confessi Romano e Bazzi e per indirizzare gli inquirenti a ricercare i colpevoli negli ambienti vicini a Marzouk.
- Brembate Sopra (Bergamo) 26 novembre 2010, quando fu uccisa la piccola Yara Gambirasio. Furono accusati gli immigrati. Qualche giorno dopo fu accusato e arrestato il marocchino Mohammed Fikri mentre era su una nave al largo delle acque internazionali. Tre anni dopo si cerca ancora il colpevole mentre il caso Fikri è stato archiviato quest’estate. Quando l’11maggio 2013 l’Africano Mado Kabobo ha commesso quell’orrendo crimine, uccidendo tre persone a Milano. Crimine ingiustificabile anche se Kabobo è malato di mente, tanti giornali e movimenti politici ci sono andati a nozze mentre tre famiglie soffrivano. Questa campagna politico-mediatica ha contributo a creare un clima di odio e di paura contro la presenza di stranieri e a giustificare l’approvazione di norme sempre più punitive contro gli immigrati. Di fatto, in questi tanti immigrati, soprattutto coloro che sono più identificabili sono stati aggrediti, accoltellati per strada, uccisi a colpi di arma da fuoco.
- Settembre 2008 a Castel Volturno (Campagna), 6 africani uccisi con mitra e pistole. Le prime notizie dei giornali furono che si trattava di un regolamento di conti tra bande mafiose africane. I colpevoli erano la camorra.
- Settembre 2008 a Milano (Lombardia), Abdul Karim Guibré detto Abba, 19 anni, fu ucciso da un padre e figlio. Mentre lo sprangavano a morte, gridavano “negro di merda”. Hanno dichiarato di non essere dei razzisti ma che il ragazzo aveva rubato dei biscotti.
- Gennaio 2010 a Rosarno in Calabria, ci fu una vera caccia all’africano nero. Ho sentito alcuni abitanti del posto dichiarare alla televisione che Umberto Bossi, Leader della Lega Nord, doveva essere fiero di loro.
- Dicembre 2011 a Firenze (Toscana), 2 senegalesi uccisi e uno gravemente ferito, è finito su una sedia a rotelle. L’assassino è un membro del movimento politico di estrema destra Casa Pound, gli stessi che oggi minacciano e insultano la ministra Cecile Kyenge ma affermano di non essere razzisti.
- Poi ci sono casi di africani accoltellati per strada o sul tram a Milano, Roma, Torino, casi che sono stati classificati dalla polizia come risse tra extracomunitari. Non ci furono neppure inchieste come nel caso dell’attore e scrittore africano Ahmed Ba, che vive in Lombardia.

Cari lettori,
anche se siamo consapevoli che tanta strada rimane ancora da percorrere, la presenza attuale di alcuni deputati, senatori e ministri di origine straniera o nati e cresciuti all’estero, neri o bianchi, è uno smacco a chi sostiene che i tempi non sono ancora maturi e costituisce un segnale positivo e traversale di apertura istituzionale di una paese multietnica, l’Italia, verso i suoi nuovi cittadini e verso il futuro.

In questo numero hanno offerto la loro collaborazione: kaius ikejezie, abdelmalek smari, patrizia brogini, paolo tommasi, salvatore molignano, martina chiari, jacques bouin yves, mary jo bang, david mclean, soukayna idoudi, duccio demetrio, itala vivan, ugo fracassa, wu ming2, raffaella bianchi, silvia camilotti, silvia rigon. Si ringraziano tutti gli autori confidando in una sempre più continua partecipazione.

Buona lettura

Inizio pagina

Home | Archivio | Cerca

Archivio

Anno 10, Numero 41
September 2013

 

 

©2003-2014 El-Ghibli.org
Chi siamo | Contatti | Archivio | Notizie | Links