Nota biografica | Versione lettura |
Europa mia
hai di nuovo il volto del filo spinato
di bancarelle rovesciate da nuove camicie brune
pianifichi raid e pogrom
riecheggi di suoni anti-zingari, anti-moschee, anti-islamici
non ricordi barboni indiani cosparsi di benzina su panchine deserte
nessuno ha visto, era solo per divertirsi
ignori strane sparizioni migranti
in un mare costellato da missioni Frontex, radar e satelliti
hai occhi lunghi e verdi di ragazzi-bimbi camminati anni tra monti gelati
respinti al primo porto
cacciati dalle nostre bombe intelligenti
cadono di notte sulle nostre
autostrade da tir attenti alle merci
ai bimbi no
hai il volto di frontiera
risuoni già dell’abbaiare dei cani di polizia
addosso,
ti nascondi trattieni il respiro nella busta di plastica, soffochi
e naufraghi a poche miglia dalle bianche coste
bianche
inerme come quegli uomini in mutande
perquisiti da poliziotti sovrarmati
sei sbarra,
cancello e cintura di recinti ancora
e torri di controllo pronte a tutto, piuttosto che a fare entrare un uomo
nero
sei Cie, Cara, Cspa
campo di internamento per migranti
derubi uomini stranieri dei loro affetti
li annienti piano con reati fantasticati e psicofarmaci
li rendi corpi, in strade senza sogni
pronunci cose vecchie credute superate
“patria” “difesa” “sicurezza”
distribuisci cibo agli ius sanguinis
e la parola “entità etnica” già risuona
ti chiamano Alba, ma sei solo un nuovo incubo dorato
solo un nuovo incubo
mentre gli altoparlanti ci ossessionano di spread default e grafici
la voce tirannica si espande
il ripetersi è alle porte della tua mente
si coagula nell’annullamento del diverso
mentre le hostess dell’economia e i suoi preti ci fanno digerire la colpa
dello spread
un disumano serpeggia
si è già divorato
interi spazi
mentali