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vestitino

merlinda bobis

Pesci argentati su entrambi i seni. Una fila di tartarughe verdi intorno alla vita. Sbatte le palpebre e dà un’altra occhiata mentre la zia Emilia si gira verso la porta. Una pinna trema.
“Ciao . . .” dice lei con un’inflessione dolente nella “o”.
Una corrente d’aria fredda accompagna l’omone. Lei rabbrividisce. Un pesce si fa grasso con un capezzolo. “Emmy, Emmy . . .” sussurra tipo cantilena, come fanno gli omoni.
Lei all’inizio esita prima di chiudergli la porta alle spalle. Una pinna dà un colpetto all’indietro, proprio sopra la pancia di lei. In segreto, è ovvio.
Da sotto il tavolo, Bobby fissa queste faccende. Ha quasi nove anni ed è molto curioso.
Un braccio le cinge la vita. Le tartarughe sono nascoste e i pesci le si accalcano sul seno. Attento, signore, oh, gli farà male, li farà morire schiacciati!
Bobby respira a malapena, immaginando le ferite dei piccoli nuotatori sul vestito, il vestito marino, lo chiama lui. Un blu e verde iridescenti, e persino rosa a volte? Bobby pensa che stia cercando di confonderlo, di fargli qualche scherzo sotto la luce del sole o della lampada, e adesso persino quella abbagliante della TV. Ma mentre non riesce a decidere qual è la sfumatura esatta, è piuttosto sicuro che le figurine stampate prendono vita di tanto in tanto e brillano. Due pesci e otto tartarughe. Queste le ha contate varie volte, appena è arrivata, per sicurezza.
“Vieni a casa . . .” Il braccio dell’omone lo fa increspare. Bobby si dimena. Cerca di vedere meglio il movimento del braccio, come fa a muovere la stoffa così.
È il suo vestitino preferito, ma la zia Emilia non lo sa, naturalmente. Non gliel’ha detto, beh, non ci riesce in realtà, perché la zia più bella che ha si chiude sempre in camera o in bagno. Fa dei bagni molto lunghi. Per i pesci e le tartarughe, naturalmente, presume Bobby. La immagina entrare nella vasca tutta vestita, così quegli animali possono farsi un bagno con lei nell’acqua che profuma sempre di lavanda.
“No, Rodney, per favore . . .”
A Bobby piace origliare durante questo evento. Ogni tanto sente un piccolo sciacquio. Un pesce che si tuffa dal seno, no, una tartaruga che si stacca dalla vita, di sicuro. Appoggiato alla porta del bagno, memorizza i cambi di suono del corpo di lei, una gamba che si rannicchia per fare spazio alle tartarughe, forse, un braccio allungato come legno sulla spiaggia perché un pesce possa farci le bolle.
“Andrà bene ora, dopo . . .”
Poi lui fa il bagno dopo di lei, per controllare che nessun pesce o tartaruga sia andato giù per il tubo. Lei cerca di non guardarlo quando esce, tutta umida e con il naso che cola, sempre con il naso che cola e gli occhi rossi come se si stesse beccando un raffreddore. Vuole chiedere degli animali, ma la mamma lo avverte di non disturbare la povera zietta, perché non sta bene perciò dobbiamo essere molto gentili con lei per i pochi giorni che sta qui e così via e così via. La sua mamma ha sempre una sfilza di preoccupazioni.
“Non ci sono andata.”
“Non ci sei . . . ?”
“No.” La sua voce è bassa e piatta.
Lui la stringe troppo forte. “Ma Emmy . . .”
“NON LI SPIACCICHI, SIGNORE …!”
Lei con un salto sfugge all’abbraccio. “Ancora Bobby, Bobby dappertutto.”
Il bambino esce carponi dal suo nascondiglio segreto.
“A forza di origliare ti brucerai le orecchie, se non stai attento.” Va verso il colpevole.
La sua gonna è così vicina, blu stavolta, blu sott’acqua. Quando è in piedi l’orlo quasi gli sfiora il viso. È un bambino piccolo piccolo con un’espressione perennemente interrogativa.
“Ciao, Bobby,” dice l’uomo.
Lui ignora la manona protesa. “Moriranno se non stai attenta, con lui.”
Silenzio. Lei fissa il bambino, per un attimo con aria perplessa, poi se lo scorda. “Morire, morire . . .,” borbotta rivolta al muro. “Cosa mai può morire, Rodney?”
“Emmy . . .”
“I tuoi due pesci e le tue otto tartarughe, naturalmente.” Bobby dice sul serio.
Lei non riesce a smettere di ridacchiare, i pesci e le tartarughe tremolano, tutti lo trovano divertente, tranne l’uomo. Il vestitino si sposta, è blu ma diventa verde se lo fissi più a lungo, come ora, con lampi di rosa quando chiudi e poi all’improvviso apri gli occhi. Sui fianchi, a volte sulla schiena, o sulla pancia. Non sta mai fermo in un posto, no, mai, questo rosa.
“Hai detto che l’avresti fatto . . .” All’improvviso, l’uomo ha l’aria molto infelice.
La zia Emilia continua a studiare il muro, con le braccia strette intorno ai due pesci, come se avessero freddo.

Il tavolo nasconde le tartarughe. Bobby è quasi tentato di sbirciare sotto per vedere cosa stanno combinando stavolta. Giocherella con la tovaglia di trina, impaziente di sollevarla e poi scendere giù. È ignaro della conversazione; è un po’ lenta e forzata. Sua madre si dà un sacco da fare per renderla fluida, ma con scarso successo.
“Emilia dovrebbe stare con noi per un po’, finché voi due non riuscite a sistemare le cose prima… prima del matrimonio? Avete scelto una chiesa? Vi consiglio …”
“Sorella, oh mia cara sorella Edna, non possiamo sistemare le cose, perché io non ci sono andata, vero?” Le risatine della zia Emilia si moltiplicano ad ogni bicchiere di vino. “Ci sono, Rodney?” I suoi riccioli neri hanno un aspetto strano, come un’aureola scura impazzita.
“Andata?” Edna si rivolge a Rodney che distoglie lo sguardo. Non sa dove mettere i suoi braccioni.
I pesci fanno eco alle sue risatine. Era un guizzo della pinna o della coda? E dove nuotano, l’acqua è incandescente, blu-verde-rosa con guizzi di lume di candela. Bobby è perdutamente innamorato. Quegli animali non gli sono mai sembrati così vivi.
Lei lo coglie con lo sguardo fisso. “Al mio strano nipote piacciono i miei pesci.” Si passa il pollice sul seno, disegnando un cerchietto intorno a una coda blu.
Bobby sente caldo dappertutto, non sa perché.
“Sei ubriaca, Emilia,” sospira sua madre, controllandosi la nuca in cerca di possibili capelli sfuggiti a uno chignon perfetto. Lo fa sempre quando è preoccupata.
“Ma a Rodney i miei pesci piacciono ancora di più, non è vero, Rodney… ma solo i pesci.”
“Non so che problema hai, Emmy, non mi dici mai niente, davvero, sei arrivata qui con il broncio, in un’altra rara visita strappalacrime, e io ti ho accolto senza fare domande, ma tu niente. . . hai detto che ti sei fidanzata . . .” Sembra impaziente, non trova un capello fuori posto.
“I miei pesci si sono fidanzati parecchio.” Si prende i seni tra le mani. Le pinne ondeggiano lievemente e l’acqua si increspa. “Li ami così tanto, vero, Rodney?” Fa l’occhiolino a Bobby.
“Zitta, Emilia!” Sua madre dà dei colpetti allo chignon, come per ammonirlo.
“I pesci, sì, ma altre creaturine, no. Non quando intralciano la strada per la felicità… beh, alla felicità allora.” Vuota il bicchiere. Ha il collo così bianco a contrasto con il blu.
“Scusa, Edna, non avrebbe dovuto disturbarti . . .”
“Mia sorella non è cambiata per niente, Rodney.”
“Nemmeno un po’. Ho bisogno di un pubblico, vero?”
“Andiamo a casa, Emmy. Torniamo stasera.”
“E staremo beh-bene?”
“Sì, certo, tesoro . . .” Con un braccio le cinge le spalle.
Bobby si drizza sulla sedia, aspettandosi un altro abbraccio letale.
“Non ti piace lo zio Rodney, vero, bambino?” La zia Emilia si china verso di lui. Sembra che i pesci sbattano le palpebre, desiderosi di una risposta.
“Smettila di stuzzicarlo, Emmy.” Edna sospira di nuovo. Ha l’abitudine di sospirare da quando è arrivata sua sorella. “Vi lasciamo soli . . .”
“Per sistemare le cose.” La risatina della zia Emilia le si strozza in gola. Quando Bobby torna di soppiatto in sala da pranzo e striscia sotto il tavolo, c’è silenzio dappertutto, l’atmosfera tesa ora è raddolcita e un po’ calda, anzi, umida. Ha il colletto bagnato ed è agitatissimo. Non vede le tartarughe. A quanto pare sono scappate. Una manona scivola su e giù per il vestitino. Al buio è quasi nero, un blu-verde torbido. La mano sparisce sotto, forse in cerca delle tartarughe come lui.
La zia Emilia respira in modo strano, come se stesse morendo.
Non fa il suo bagno notturno. Resta chiusa nella sua stanza. C’è anche lui. Bobby li sente, i teneri gemiti di lei, i sospiri di lui, poi i sospiri di entrambi.
Bobby non riesce a dormire. Si immagina che, nella stanza accanto, una manona acchiappi un pesce per la coda o spiaccichi il guscio di una tartaruga. E tutti gli animali cerchino di nuotare via dal vestitino, perché la manona lo ricopre tutto. Ma non sanno dove andare. Sono tutti confuse. Nuotano addirittura verso la manona.
Una tenera risata in un sospiro e… loro gli fanno il solletico, stanno diventando amici, allora lui non gli farà del male.
All’improvviso è molto umido nella stanza di Bobby. Il pigiama è appiccicoso. Lei lo sa che gli piacciono i suoi pesci… e anche le tartarughe, avrebbe dovuto dirglielo.
Quando sono entrati nella sua stanza, la mamma ha detto che non doveva disturbarla. Stanno facendo pace. E non combinare guai ora, ha aggiunto. Non le è piaciuto il discorso sui pesci a cena.
È una fresca serata primaverile, ma Bobby ha caldo, troppo caldo. È tardi, ma lui vuole farsi il bagno, anche se lei non l’ha fatto, anche se la vasca non profuma di lavanda.
Va in bagno in punta di piedi, fermandosi un attimo fuori dalla porta di lei. Che silenzio…
La vasca è asciutta, asciuttissima, ma lei ha il viso bagnato. Stringe gli animali a sé, per paura che vadano a finire dove non c’è acqua. Sotto la fluorescenza ultrabrillante, il vestito marino è solo blu e spiegazzato.
“Zietta . . .?”
“Sei un bambino strano,” dice senza guardarlo. Sta lì seduta nella vasca, a cullare gli animali come per farli addormentare.
“Tutto bene, zietta . . .?”
“La zietta sta bene ora, sai? Si libererà dell’impiccio, perché tutto torni a posto, capito?”
“I pesci e le tartarughe . . .”
Fa una mezza risata. “Tutte le creature belle e piccoline, sì . . . tutte via . . .”
Lui si inginocchia accanto alla vasca. Vuole dirle di non piangere così, chiederle perché non apre il rubinetto. “Riesci quasi a capirmi. . . vero, Bobby?” Lo abbraccia forte, lui sente le sue lacrime calde sulle spalle.
Annega nel suo vestito marino. Ha la gola secca. Tra le gambe, c’è una strana tensione. Ha bisogno di correre al gabinetto, non sa perché, ma non trova la forza di lasciare questo grande abbraccio. Vuole che lei lo stringa più forte contro i pesci e le tartarughe, in modo che possano nuotare anche verso di lui, e guidare questo solletico su e giù lungo l’interno delle cosce.

(traduzione di Elena Moncini)

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Anno 9, Numero 39
March 2013

 

 

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