El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

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da jimmy

gary geddes

La mucca era in una macchia presso la strada,
addossata a un alno per sostegno,
mammella gonfia, respiro franto e aspro
come raspa. Avrei potuto annegarci
in quel liquido occhio a me rivolto.
Il vitello, seppur morto, era in posizione perfetta,
zampe davanti e testa fuori dall’anello di fuoco
della vulva. Troppo grosso, forse, o zampe di dietro
che avevano sfondato il sacco, dispersione di fluidi.
Per quanto tentassimo, non riuscimmo a liberarlo
e la carne intorno alle zampe cedeva
per la pressione della fune. La mucca
era allo stremo e barcollava indietro
a ogni nostro strappo. Leghiamola all’albero,
dissi, giacché ero il maestro e mi sentivo
obbligato ad avere una risposta, persino qui
sulla Via Maestra, cinque miglia a sud della città
dove l’isola s’aggrumava nel groviglio
delle sue origini. Veniva, per Dio,
lo giuro, questa scoria roana con la sua ombra
che si espandeva dietro, nei due sensi
come una Studebaker del ’52, veniva a pollici
mentre i nostri piedi slittavano tra feci e fango
ed erba molle. Sollevò la testa per vedere
che follia mai avessimo escogitato per veglia,
emise un lacerante gemito stile sacco di iuta,
e l’occhio liquido rifluì in assoluto bianco

(traduzione di Angela D’Ambra)

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cosa vuole una casa?

gary geddes

Una casa non ha aspettative irragionevoli
di viaggi o ambizioni imperialiste;
una casa vuole starsene
dove è.

Una casa non manifesta                              
contro partizioni o proteste
portuali;
		una casa è un’oasi
sicura, ancoraggio, luogo
di riposo.

Chiusa la porta a pretesti
– avidità, calcolo politico.

Una casa ricorda
i suoi abitanti primi, azzarda
paragoni:
			la donna
che scuote la chioma
su una soglia, l’uomo
chino sugli arnesi e il suo pezzo
di giardino.

Cosa vuole una casa?

Risate, rumori
d’amore, per rinforzare 
le pareti;
	        una casa 
vuole gente, un placet 
a persistere.

Una casa non ha pietre
da dar via; nessuna casa mai è stata accusata
d’un reato, a meno che la privacy
non sia considerata un crimine nella nuova
normativa.

Cosa vuole una casa?

Salde commessure, cose a livello, acqua
che sale nei tubi.

Strappa via gli occhi, vieta 
il dramma di uscite, 
entrate. In qualche luogo
fra i detriti un meccanismo
cola tempo,
		nessun punto
familiare perché una
mosca possa                                                                                                                                                                                                                                                                                             
planarci
sopra

	          Palestina 1993
(traduzione di Angela D’Ambra)

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sandra lee scheuer

gary geddes

(uccisa alla Kent State University, 4 maggio 1970
dalla Guardia Nazionale dell’Ohio)

La si poteva vedere il sabato sera,
a incidere cerchi precisi, in senso orario, alla pista di pattinaggio
del Moon-Glo, o camminare svelta

fra il campus e una casa verde a due piani,
dove la stanza era sempre a posto, il letto fatto,
i libri affratellati sugli scaffali.

Non lanciava pietre, lei, laurea in filosofia,
né dava fuoco a stabili; sebbene i conoscenti dicano
che odiava la guerra, sapeva della Cambogia.

A dire il vero, un filo di trucco lo portava, e il reggiseno,
e certo era più facile che sposasse un soldato
anziché maledirlo o mettergli un fiore nel fucile

Quando gli arsenali ardevano, lei studiava,
china su appunti, libri di logopedia, pagine
aperte alle sezioni invalidità, fisiologia.

E mentre gli altri in tumulto gridavano nei parchi,
lei aiutava un ragazzo con la lisca, Billy, a dire
Hiss, Billy, come una serpe. Proprio così, SSSSSSSS,

la lingua ben sollevata dietro i denti.
E adesso ronza, Billy, come un’ape. Senti l’aria
vibrarmi nella trachea quando respiro?

Poi, mentre in pieno sole attraversava il parcheggio
a mezzodì, il mondo le pareva un posto effimero, ma bello
un giovane soldato che l’aveva nel mirino,

si inginocchiò, come se volesse dichiararsi.
La sua dichiarazione, articolata, infallibile,
le fiorì dentro, le trapassò il collo,

recise la trachea, troncandole il respiro.
Ora chi studierà fino a notte fonda per Billy,
chi vigilerà la libertà rischiosa del suo eloquio;

e chi la vedrà pattinare al Moon-Glo
le otto piccole rotelle di legno
che tracciano infinite rivoluzioni sulla pista?

(traduzione di Angela D’Ambra)

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Anno 9, Numero 39
March 2013

 

 

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