El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

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children's

paolo tommasi

Trasale il buio
nel tenero bacio dell’alba
di quel gallo che la suscita
e vaghi d' ombre e di canto
fuggono tra le dita riottosi
gli atomi del vento della luce
e dell’altro.

Nulla è cambiato:
ti ritrovo sulla porta imbiancata:
il bambino dimenticato dal tempo
che vuole assaggiare le nubi
che tra lo scirocco e i canti per gli Dèi
guarda il paese sull' altura
lo scintillare d'altri villaggi
e scendere la pioggia.

Il deserto stesso è lontananza
assenza di ombre e di fuochi
sulle alture divaganti.
Manca dei tuoi occhi,
la luce dell' attesa e lo stupore
per un tempo che non sembra fluire
perché senza domani,
tutto è più lento.
Eppure ieri era domani
e senza di te tutto è deserto.

Eppure domani
quando chiederò silenzio
non obbedirmi
e lascia le cose, distrattamente
e non fermarti e ancora rimani
sognando per ogni angolo draghi
e delle stelle i sortilegi
e degli arnesi infernali
i meravigliosi nulla del tuo tempo.

Apri il cuore
spezza i serpenti
e culla quel respirare dei grilli
la notte se nelle precoci primavere
delle acacie anche l'ape
deve il miele al suo fiore.

Stringi la mano
e i lidi delle tamerici
dall'arrossate macchie di Nandine
possano i tuoi piedi, marcare.

Ho accartocciato il mondo
ne ho fatto una palla.
Dentro la bandiera insanguinata
non sembra così grande.

Con una scheggia di legno
traverso l’Atlantico
l’artico,
ti chiamo per nome
cerchiamo l'acqua per dissetarci
nel sorriso aspro del melograno.

Guardiamo la casa e la casa mi guarda
la luce sui libri aperti alle stelle
sembra un miraggio: parole, memorie
che non sappiamo in fondo svelare
ai corpi stanchi e più vecchi di ieri.

L'adagio della neve
declinava la notte sulle palpebre
e nel silenzio poco prima dei sogni
l'arabescare sul vetro
trasparenti ideogrammi.

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Anno 9, Numero 39
March 2013

 

 

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