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Bookcity Milano
Cari lettori,
è l’ultimo numero dell’anno 2012. Come sempre vi ringraziamo per la vostra fedeltà e per la vostra fiducia. Anche quest’anno, il Comitato editoriale di el-ghibli, spera di essere stato all’altezza delle vostre attese.
Almeno ci abbiamo provato e continueremo a perseverare nel 2013, alla faccia della più cupa previsione attribuita agli antichi Maya: la fine del mondo, la fine della nostra esistenza, la fine di noi e di voi, che è prevista per la fine della settimana prossima. Così non sarà. Noi e voi cari lettori, ci saremo tutte le settimane successive a quella prossima. E nel 2013 festeggeremo insieme i primi 10 anni della nostra rivista, el-ghibli.
Intanto, mettiamo alla vostra conoscenza due lettere che sono state indirizzate all’inizio di novembre 2012, via messaggio elettronico, all’Assessore alla Cultura del Comune di Milano. Queste due lettere, di proteste o meglio di proposte che potrebbero essere costruttive, sono girate anche su alcuni social network. Malgrado tutto, sono rimaste senza risposte. Mentre aspettiamo e speriamo ancora di ricevere una risposta, le ripubblichiamo sulla pagina tradizionalmente dedicata al nostro editoriale.
La prima lettera è firmata: Pap Khouma per il comitato editoriale di www.el-ghibli.org. La seconda lettera è firmata dallo scrittore Milton Fernandez. &p>
Egregio Assessore Stefano Boeri
Noi, della rivista della letteratura italofona www.el-ghibli, abbiamo assistito alla conferenza stampa di presentazione di Bookcity Milano, che si è tenuta il 06 novembre 2012, nella biblioteca del Castello Sforzesco. Sarà certamente un evento culturale e letterario di grande rilievo all’immagine del Festival di letteratura di Mantova o del Salone del Libro di Torino.
E’ stato ricordato durante la conferenza stampa, e i dati lo comprovano, che le più importanti Case Editrici italiane si trovano a Milano, città in cui si svolge un ruolo fondamentale di produzione e di promozione del libro. La città di Milano può vantare la presenza di librerie grandi e piccole, di biblioteche pubbliche distribuite su tutto il territorio cittadino e che rendono un buon servizio ai suoi residenti.
Abbiamo letto il ricco programma di Bookcity Milano e abbiamo sottolineato queste frasi: “Un appuntamento per tutti. Centinaia di eventi, tra incontri con gli autori, presentazioni di libri, dialoghi, letture ad alta voce, mostre, spettacoli, seminari…Il Castello Sforzesco, cuore pulsante dell'evento, si anima con un grande laboratorio dedicato al libro e alla lettura. Alcuni luoghi della cultura e della vita sociale milanese diventano le sedi tematiche per ospitare autori, mostre e dibattiti. In tutta la città librerie, biblioteche, scuole e istituti culturali propongono eventi dedicati al libro e alla lettura”.
Noi della rivista www.el-ghibli.org, o www.el-ghibli.bologna.it, vogliamo segnalare alla Sua attenzione che nell’elenco degli scrittori e dei libri che saranno presentati al pubblico sono assenti i nomi e i testi degli scrittori di origine straniera che vivono a Milano o nei dintorni e stanno dando un significativo contributo allo sviluppo delle forme letterarie italiane.
E’ ormai da venti anni che in Italia si è sviluppata la Letteratura italofona, considerata un fenomeno straordinario e che vede impegnati nella scrittura in lingua italiana centinaia di immigrati. Alcuni con straordinario e significativo riconoscimento di pubblico e specialmente di critica.
Questi scrittori sono quasi tutti nati all’estero, ma alcuni di loro sono divenuti cittadini italiani, tutti sono in grado di parlare e di scrivere in altre lingue (inglese, francese, arabo, spagnolo, portoghese, ecc) ma hanno scelto liberamente di scrivere nella lingua di Dante. I loro romanzi, saggi o poesie, pubblicati dagli editori milanesi o lombardi, sono presenti nelle biblioteche milanesi, adottati nelle scuole italiane e utilizzati da professori e studenti universitari italiani e stranieri per le tesi di laurea e anche tradotti all’estero.
Segnaliamo quest’omissione perché è notevole e indica ulteriormente la lontananza dei centri del potere, almeno milanesi, di fronte agli significati apporti delle persone di recente immigrazione sul piano della cultura e specialmente su quella del libro e della letteratura. Se le autorità amministrative non indicano nelle attività anche culturali una strada per saldare il divario esistente fra autoctoni e nuovi cittadini, il rischio è che l’opera di integrazione, di riconoscimento dell’altro rimarrà solo e solamente un pronunciamento verbale che non inciderà nella coscienza, consapevolezza e comportamento della società civile.
La rivista trimestrale el-ghibli è nata a Milano nel 2003. “E’ la prima rivista in cui la redazione è composta in maggioranza da scrittori migranti. Si tratta dell'unione collaborativa di individualità ben distinte, ognuna espressione di una composizione alchemica assolutamente unica ed irripetibile, risultato di una personale e composita avventura biologica e culturale, che nella differenza accomuna storie e destini”.
L’accesso è gratuito e tutti i suoi membri sono volontari. Il suo scopo è la promozione delle lingua italiana, qui e all’estero, attraverso la pubblicazione di racconti, poesie e riflessioni di scrittori stranieri italofoni e anche di italiani di nuova e vecchia data che non vengono presi in considerazione dalle case editrici o dalle riviste letterarie tradizionali.
El-ghibli è ospitata nel portale della Provincia di Bologna, perché all’epoca le amministrazioni pubbliche di Milano con un orientamento di centrodestra non erano tanto aperte verso le culture di origine straniere risedenti sul territorio. Inoltre l’informatica non aveva la sua performance attuale per potere permettere a un gruppo di scrittori volontari di rendersi autonomi.
La rivista El-Ghibli -che per un certo periodo fu sostenuta dall’Assessore alla cultura della Provincia di Milano, Daniela Benelli- è una risorsa culturale prima di tutto per la nostra città. Invece di essere emarginata dalla nostra amministrazione comunale, meriterebbe forse di essere coinvolta e di trovare spazio nelle attività letterarie pubbliche promosse dal vostro assessorato.
I membri del comitato editoriale hanno partecipato ad importanti manifestazioni culturali internazionali, in Europa, Africa, America. In Italia organizzano seminari vengono coinvolti o invitati in centiniai di manifestazioni accademiche o culturali, come il Salone del libro di Torino, il Festival letterario di Mantova.
In questo anno di Amministrazione Pisapia, noi abbiamo più volte chiesto per scritto un incontro con Lei, Assessore Boeri, senza aver ricevuto neppure una risposta. Eppure la rivista trimestrale www.el-ghibli.org, unica in Italia sulla Letteratura italofona, inserita nella lista delle riviste accademiche, vanta un numero considerevoli di lettori che si aggirano su circa 200.000 unità annui, fatto straordinario per una rivista letteraria.
Cordiali saluti.
Pap Khouma per il comitato editoriale di www.el-ghibli.org
Lettera firmata dallo scrittore Milton Fernandez
La Cultura dell’Assessore
“In questi mesi abbiamo visto che possono trionfare la passione, l’impegno, il rispetto; abbiamo dimostrato che si vince con le persone, la nostra ricchezza siete voi, siamo noi. In questi mesi noi siamo andati sulla luna con un aeroplanino di carta, eppure siamo arrivati sulla luna. “
Giuliano Pisapia – Discorso conclusivo campagna elettorale – Piazza Duomo luglio 2010
L’Assessore alla Cultura del Comune di Milano (probabilmente per fedeltà a un voto di silenzio) non risponde alle lettere. Non a quelle pocoedificanti, almeno, impegnato com’è nella costruzione di una propria statua di pubblico incensamento. Forse rinverrà a primavera inoltrata, com’è successo quest’anno, a ridosso del calcio d’avvio al Primo Festival della Letteratura di Milano. Rispettosi di questa strana sindrome di stipsi epistolare proveremo da qui in poi a comunicare tramite lettere aperte, sperando che uno dei suoi tanti piccioni viaggiatori possa fargliele avere, prima o poi, magari al prossimo vernissage.
Succederà sicuramente (guarda quanto siamo malpensanti) come lo scorso anno. A ridosso del fatto i suoi collaboratori si faranno vivi, assicurando di non avere mai ricevuto nemmeno una riga delle tante missive spedite, dichiarandosi disposti a collaborare quando ormai tutto è fatto e giurando, soprattutto, di non avere nemmeno un soldo da elargire, quindi basti il pensiero.
Di seguito a questo tardivo risveglio, e sulla scia di una volontà di partecipazione facilmente individuabile dalle adesioni al nostro evento, l’Assessore aveva indetto allora tre giorni di incontri all’Ansaldo - le giornate dell’O.C.A. - alle quali siamo stati invitati, insieme a qualche centinaia di altri soggetti impegnati in ambito culturale, in tutta la città. A titolo assolutamente gratuito, mancherebbe altro, ma a chi può venire in mente di pensare ai soldi, fatti come siamo della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni? Così venne conformata in fretta e furia una kermesse di insostenibile leggerezza, della quale si è persa ormai ogni impronta, ogni costrutto, nata dal tentativo di contrastare la memorabile figuraccia rimediata nei pressi di Macao.
Giorni dopo la chiusura ci arrivò una mail da parte dell’ufficio competente nella quale si scusavano per aver dimenticato di inserirci nel calendario, nonostante l’invito e le nostre proposte di partecipazione. E’ stata una svista dei ragazzi di Esterni, dissero, stremati com’erano dall’enorme mole di lavoro svolto (sic).
Avremmo saputo dopo che Esterni era un’agenzia di organizzazioni di eventi, tra le più potenti in città, e che ai ragazzi di Esterni erano stati liquidati cinquantamila (50.000) euro per il suddetto lavoro, dopo un bando aperto e chiuso in tempi record, quasi confezionato alla loro misura (si sa come crescono i ragazzi) e senza alcun tipo di concorrenza.
Nella cultura dell’Assessore alla Cultura non trova posto l’idea (da noi più volte sostenuta) che ci sia un altro modo di trattare la materia in cui, volenti o nolenti, siamo tutti coinvolti. Che la cultura appartenga a tutti (come l’aria, come l’acqua), che in essa abbiamo tutti il diritto, quindi anche l’obbligo, di impegnarci, cercando di sottrarci a quelle due opposte derive di cui parla Franco Cassano (Homo Civicus, Edizioni Dedalo, 2004), cioè il totalitarismo, che fa di noi dei sudditi, e il mercato, che ne fa dei clienti.
Così, ignorando l’esperienza di un Festival sostenuto soltanto dalla passione di centinaia di volontari che decisero di lavorare gratis (tutti quanti, dagli organizzatori ai partecipanti) per metterlo in piedi, una manifestazione costituita da quasi novanta eventi, svoltasi in tutta la città, a costi zero (0) per la comunità ed esempio concreto di un modo insolito, quantomeno per Milano, di affrontare il fatto culturale, l’Assessore decide di indirne uno tutto suo, a pochi mesi di distanza, con partenza questa volta dal capolinea opposto, cioè dai salotti buoni dei grandi imperi della comunicazione. Quell’editoria da supermercato che ci elargisce sapientemente l’una e l’altra versione della democrazia culturale, in empori sempre più vasti, in spazi appositamente conformati intorno ai nostri più impellenti doveri di consumo, dallo scaffale di Saviano alle piramidi di Fabio Volo e di Paulo Coelho, tra le infinite sfumature di grigio e l’ultimo derivato del presentatore televisivo di turno, passato in un battibaleno tra la schiera degli scrittori, in un paese dove al maialino Babe sarebbe stato conferito lo status di attore, davanti al fatto inconfutabile di aver preso parte a un film. Ma la cosa sconcertante è che questa enorme corazzata decide di mollare gli ormeggi sbandierando gli stessi principi da noi enunciati, le stesse parole, i medesimi obbiettivi, come è facilmente desumibile dal confronto tra gli inviti e i comunicati con cui è partita la nostra avventura (si trovano nel sito) e le dichiarazioni divulgate a mezzo stampa da Boeri e da Mauri.
Sarebbe da ringraziarli per la lusinga, il riconoscimento al fatto che eravamo sulla scia giusta, non fosse per l’avvilente sensazione di stare subendo una rapina da chi dovrebbe invero proteggere il nostro operato, dall’idea di appartenere (finalmente) a una comunità in cui prevale quel equilibrio delicato e prezioso (sono sempre parole di Franco Cassano) tra diritti e doveri, attenzione e passione, emozioni e progetti, ambizioni private e pubbliche virtù."
In ogni modo, in attesa del cambiamento, noi continuiamo a lavorare in vista dell’edizione 2013 del Festival della Letteratura di Milano. Perché ci teniamo. Perché crediamo in quello che stiamo facendo. Perché siamo caparbi e passionali. Perché lo sapevamo dall’inizio che non avremmo avuto vita facile. Per questo ce la metteremo tutta. Per far diventare la nostra creatura più grande, più partecipativa e più fastidiosa che mai.
E, ultima ma non meno importante, anche per regalare qualche idea da usare in futuro a chi sembra esserne rimasto a secco.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui le leggi assicurano una giustizia eguale per tutti, ma non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Qui ad Atene noi facciamo così. (…)
Ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è di buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Pericle – ( Discorso agli Ateniesi, 461 A.C)
Milton Fernàndez. Scrittore.
Cari lettori,
vi auguriamo un buon fine 2012 e un buon inizio del nuovo anno!
Dewenati! Come dicono i senegalesi. Cioè, auguri e tantissimi anni ancora insieme! Jaam ak weer! Pace e salute!
In questo numero di dicembre 2012 vi proponiamo i seguenti autori, che ringraziamo per la loro collaborazione: jaclyne augeryolle, cheikh tidiane gaye, mohamed malih, federico federici, clementina coppini, tiziana altea, rosanna morace, rukmini bhaya nair, francis charles webb, mario mélendez, christiana de caldas brito, lorenzo spurio, gennaro tedesco, sara di gianvito, raffaele taddeo