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l'acqua della vita

anna maria robustelli

Kay Stone1, femminista, studiosa di folklore e storyteller statunitense, ma che vive in Canada, ci parla de L’acqua della vita, una fiaba pubblicata da Andrew Lang seguendo una versione catalana:

"C’era una volta una terra così arida che in certi posti solo le pietre sembravano crescere, e solo gli alberi più resistenti potevano sopravvivere. Una sorella e i suoi fratelli vivevano lì. Avevano poco tra di loro, ma possedevano una cosa molto preziosa, un albero diverso da tutti. Questo albero fioriva solo una volta all’anno, nel periodo più oscuro. Germinava un fiore perfetto sul ramo più alto, e ogni anno questo fiore formava lentamente un unico frutto perfetto. Il primo giorno di ciascun nuovo anno quando il frutto era maturo, i fratelli e la sorella lo staccavano, lo dividevano e lo mangiavano. Il resto dell’anno sarebbe stato pieno di gioia, il che non significava che non avessero problemi, solo che non erano sopraffatti dalle loro pene."

Ma poi le cose cambiarono. L’albero non produsse più il frutto benefico e i fratelli scoprirono che la causa era il fatto che non avevano diviso il frutto con altre persone. I fratelli maschi partirono alla ricerca dell’acqua della vita che sola poteva far rifiorire l’albero. Incontrarono una volpe che diede loro consigli su come raggiungere il pozzo di questa acqua, ma le risposero bruscamente e non seguirono i suoi consigli. L’animale aveva detto loro di non ascoltare certe pietre su cui avrebbero camminato che li avrebbero insultati, sfidati e adulati e avrebbero anche pianto. Uno dopo l’altro i fratelli replicarono arrabbiati e furono trasformati in pietre. Non vedendoli tornare, anche la sorella andò in cerca dell’acqua. Rispose educatamente alla volpe e seguì i suoi consigli, così giunse al pozzo dell’acqua miracolosa in cima alla montagna, ma il pozzo era guardato da un drago, che le permise di prendere l’acqua solo se lei gli avesse lucidato le scaglie della testa. La ragazza lo fece, ottenne l’acqua e riprese la strada di casa ma, camminando, alcune gocce caddero sulle pietre restituendo la vita a esseri umani e anche ai suoi fratelli. Tutti arrivarono all’albero e versarono l’acqua ai suoi piedi e l’albero cominciò a germogliare foglie, fiori e frutti che vennero divisi fra tutti.

”Tutti quelli che gustavano i frutti scoprivano che l’anno nuovo era pieno di gioia, il che non significava che non avessero problemi, solo che non erano sopraffatti dalle loro pene. Gli alberi ricominciarono a crescere in quella terra petrosa, ma solo un albero portava il frutto della gioia. Così fu e sempre sarà persino ora fino ad oggi."

K. Stone nota come, con gli anni, abbia variato la storia, introducendo la figura del drago. Si chiede da dove sia spuntato e risponde dicendo che i draghi stanno a guardia dei tesori e quale tesoro è più grande della preziosa acqua? Nella storia la protagonista sembra consegnata all’attività di cura dell’albero, mentre i fratelli in fondo partono in cerca di avventure – un’immagine un po’ tradizionale della donna, ma solo all’inizio della fiaba – poi anche lei andrà in cerca dell’acqua. A differenza dei suoi fratelli ascolta con grande attenzione la volpe e, nonostante abbia paura, pulisce le scaglie del drago. Un’altra cosa importante che fa è non cedere alle parole delle pietre ma mantenere il cammino alla ricerca dell’acqua, perché è importante capire che dalle pietre in sé non può venire la vita, è solo dall’acqua che viene la vita. Questo forse ci può insegnare a non toglierci mai l’acqua che ci fa vivere, a rimanere in contatto con l’acqua che ci disseta e quindi ci dà nutrimento. Può darsi che vogliamo aiutare qualcuno, ma bisogna stare attenti a non diventare pietre noi stessi.

Così l’acqua rifulge in questa fiaba come simbolo di vita da condividere con gli altri, uomini e donne – in armonia con gli animali della terra (la volpe, il drago). K. Stone ci ricorda che le storie continuano a crescere ogni volta che le raccontiamo e a dare significati in tempi disparati, questo finché diamo acqua agli alberi e dividiamo i loro frutti fra tutti.

1"Fire and Water: A Journey into the Heart of a Story" in Fairy Takles and Feminism New Approaches <(i> Edited by Donald Haase, Wayne State University Press, Detroit, 2004

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