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stazione centrale di milano

anna belozorovitch

Pali e muri, muri e pali,
uguali, senza fine, ferrovie.
Ghiaia e grigio, ferro freddo.
Asimmetrie. E poi, uscire.

Ed eccoti, primo respiro,
luce dorata, vetri e pietra,
sporca di sbagli e vita umana.
Eccoti vecchia, eccoti bella,
grembo altissimo di passi,
madre di strade e di speranza.

Poi un sospiro, e l’agonia
che soffre dentro. Si riparte.
E il rombo copre la tua voce.
La passerella slitta via.

Tu non sei spazio, non sei mezzo,
non sei più arte: a sé stante
amante di casualità altrui.
Ultimi lampi, grigio. Uguali,
senza fine, ferrovie.
Muri e pali.
Campi.

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Anno 9, Numero 37
September 2012

 

 

 

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