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ancora su educazione e ibridazione

gennaro tedesco

Se assimilazionismo e multiculturalismo si sono rivelati approcci fallimentari all’”Altro” sia nella società che nella scuola dell’Occidente , l’intercultura ha il compito ineludibile e strategico di trasformare “Noi” e “Loro” . “Noi” e “Loro” si ibridano per diventare altro da se in un processo di continua contaminazione , evoluzione e maturazione . Pedagogisti e antropologi in Occidente rivendicano il ruolo determinante dell’incontro e del dialogo nella formazione di quell’individuo che gran parte di essi preferiscono chiamare e definire cittadino del mondo . Ma l’incontro e il dialogo sono tali e svolgono una funzione decisiva solo se i protagonisti di tale circolo transazionale si predispongono e attuano un processo di reciproca trasformazione senza aggettivi . Ma se le parole sono macigni , allora lo stesso concetto e la stessa pratica della “cittadinanza” vanno messe da parte perché esse implicano una connotazione storica , politica ed ideologica del tutto occidentale che rischia di entrare in collisione con categorie storiche , politiche ed ideologiche del tutto diverse in un contesto asiatico ( Bali per esempio , oggetto di numerose esperienze dello scrivente) . E non meno contraddittoria , e non solo a un pubblico asiatico , può apparire definire “etica” la “logica” dell’incontro e del dialogo che , ammesso che sia agibile e praticabile anche al di fuori della tradizione storica e filosofica occidentale , non può e non deve assumere alcuna aggettivazione e qualificazione proprio perché essa , se assunta e praticata , è aperta incondizionatamente alle caleidoscopiche e poliedriche realtà del mondo senza “pregiudizi” e limiti di alcun genere .
La pedagogia , l’antropologia e il diritto dell’Occidente offrono all’”Altro” il modello dei diritti umani come sostanze ed essenze profonde ed immutabili che sembrano caratterizzare tutti gli esseri umani , ma si dimentica che essi sono istituzioni storicamente determinate e politicamente cristallizzate , cresciute nell’orto concluso e recluso dell’Occidente , il frutto maturo di una società concretamente determinata e ideologicamente connotata . Si continua a porre l’accento e a insistere sugli aspetti “culturalistici” dell’uomo e su quella che potremmo definire la fenomenologia dell’umanesimo .
Per quanto non difficilmente ideologizzabili anche i richiami alla natura , varrebbe la pena ricominciare a rivalorizzare gli approcci “naturalistici” all’essere umano . Ma credo che la difficoltà di questo approccio , anzi la sua assenza , in Occidente sia da porre in relazione a una società , appunto quella occidentale , che si reputa troppo adulta e avanzata , troppo matura e acculturata per prendere minimamente in considerazione l’animismo e il paganesimo naturalistico dell’Asia , considerato come un reperto archeologico di un altro mondo e di un’altra epoca . A scanso di equivoci , non si vogliono sostituire i diritti umani con un altro nuovo astro nascente , quello dei diritti naturali , altra costruzione parziale di una società culturalmente e politicamente corretta .
Si vuole soltanto suggerire , attraverso un’intuizione e qualche riflessione “libresca” , frutto della pratica balinese ( appunto esperienza , dialogo , profonda immersione e contaminazione e ibridazione in un ambiente diverso da quello di partenza) , l’importanza degli aspetti naturalistici dell’essere umano , del suo inserimento e integrazione semplicemente come essere naturale nell’ambiente in cui vive , ambiente che prima di essere culturale è anch’esso naturale . Ma questo rapporto di simbiosi natura umana e natura cosmica non sembra più appartenere all’essere dell’Occidente . Ed è forse proprio da questa simbiosi smarrita e perduta che bisognerebbe ripartire per riprendere un cammino planetario di comunanza e condivisione . Ma ciò comporterebbe accettare e subire la conseguenza che ancora una volta sia l’Oriente a imporre e dettare l’agenda del futuro a un Occidente a cui ha tolto la supremazia economica e fra non molto anche quella politica .

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Anno 9, Numero 36
June 2012

 

 

 

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