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nascita dalla morte

krzysztof t. dabrowski

Ricordo una luce abbagliante, una sensazione di felicità infinita e d’incommensurabile amore che abbraccia tutto… Sono stato strappato da questo stato, afferrato da due creature luminose e aspirato dentro un tunnel buio. Il meraviglioso splendore si allontanava sempre di più, finché scomparve completamente… paradiso perduto. Non sentivo paura, tutto era deliziosamente indifferente.
Quando siamo volati sulla Terra, le creature mi hanno lasciato andare. Mi sono trovato disteso accanto al mio corpo. Stavo tranquillo e guardavo. Inizialmente lui mi era completamente indifferente – sembrava che guardassi un noioso esemplare da museo. Dopo un pò qualcosa mi costrinse ad entrare nell'involucro carnale, ed in quel momento il mio atteggiamento verso di lui cambiò diametralmente. Sono rinato. Stavo sdraiato sul marciapiede sentendo una forte pesantezza nel petto. Pian piano hanno cominciato a rinvenire i sensi. Ero rinato dalla morte – ero comparso nel mondo attraverso un fortissimo attacco cardiaco.
In un attimo ripresi coscienza di tutta la vita, di tutto ciò che sarebbe stato. La cosa più strana è che fin dall’infanzia la conoscevo nei minimi particolari. Sapevo che per alcune decine di anni sarei stato un bibliotecario e non si sarebbero mai avverati i miei sogni di poter essere uno scrittore. Che crudeltà! L’uomo compare sul mondo avendo la consapevolezza di non diventare nessuno, con la prospettiva di tanti anni davanti a sè strapieni di noia, inadempienza e delusione.
Il peggio è che ognuno incorrerà nella rinascita. La mia avverrà tra settantotto anni, tre mesi e cinque giorni. Per un po’ di tempo il ringiovanimento è una benedizione. Aumenta la forza, ti tormentano sempre meno le malattie. Riacquisti l'agilità - sia carnale che mentale. Purtroppo nell'arco di tempo di venti anni appaiono i primi sintomi di ciò che ci aspetta. L’uomo commette sempre più stupidaggini. Ha sempre meno esperienza della vita e meno soldi. Alla fine comincia ad essere economicamente dipendente dai genitori. Va all’università, dove pian piano diventa sempre più stupido. L’apogeo della deficienza è all’inizio della scuola elementare. Allora compare la demenza della gioventù. Non sai più ne leggere ne scrivere, e lo stato della tua mente è pietoso. Quando ricordo la giovinezza che mi aspetterà, ecco che mi ritornano alla mente i pranzetti di famiglia e quale sia il rito quotidiano di casa. Inizia nel momento in cui la madre sporca nel lavandino le stoviglie e le posate, dopo di che retrocede verso la tavola. Quando metterà tutti i piatti sporchi degli avanzi, allora in vario ordine ci mettiamo a tavola. Iniziamo il pasto. Dapprima rimastico il cibo che si estrae dalle budella. Alla fine di questa funzione dalla mia bocca esce un pezzo di cotoletta, che subito metto sulla forchetta e depongo sullo schifoso piatto. Dopo un attimo a quel pezzo ne aggiungo un altro e nell’arco di un quarto d’ora ho già sul piatto un’intera, calda e freschissima cotoletta!
Dopo il pasto, quando tutto è nei piatti, la madre li prende e li porta in cucina, dove poi mette tutto nel frigorifero – separato nei sui vari elementi costitutivi. Di seguito, l'avventura del pasto procede cosi: Passano un po’ di giorni e la madre prende tutto, lo rimette nelle borse, dopo di che va con il padre e riporta tutto al supermercato. Quando tornano, nel portafoglio ci sono nuovamente dei soldi. L’unico difetto dei pranzi è che, dopo un po’ di tempo l’uomo ha fame…
L’infanzia è un incubo. Immagina che ti restringi e perdi la ragione. Dedichi sempre più tempo a giochi idioti, come smontare le strutture di cubi o il castello nel box con la sabbia. Con il tempo in un modo drammatico diminuisce il lessico adoperato. Inizi quindi a emettere degli strani suoni, non sei neanche più capace di cacare da solo.
Questi sono i sintomi della prima infanzia.
Paradossalmente tutto ciò ha i suoi vantaggi – il fatto è che non ti rendi conto che si sta avvicinando a grandi passi la rinascita. Eppure sei già sul margine della tua strada al confine con una valle di lacrime. La rinascita consiste in questo, quando sei già cosi scemo come “la scodella con il budino al gusto di lampone”, ti ritrovi con la tua genitrice all’ospedale, dove sei inghiottito dal suo organismo. A questo punto ti porta nella pancia, dove in nove mesi FINISCI DI ESISTERE!
Tornando alla mia vita. Adesso ho settantotto anni. Fra tre anni avverrà la nascita dalla morte di Anna – la mia amata moglie. I miei ricordi di lei si sono un po’ sbiaditi e ingialliti nel caos del tempo, ma so che si accenderanno nella piena espressività dei colori nel momento in cui rinascerà dalla morte.
Prima che l’anima scenda e giunga il momento di rinascere dalla morte, il corpo maturerà nel ventre della Madre Terra. Dalle ceneri si creerà lo scheletro che verrà ricoperto da budella e muscoli, i quali poi a loro volta verranno ricoperti dall'epidermide. Un po’ di giorni prima di nascere dalla morte il corpo è freddo e pallido. Allora lo tiriamo fuori dalla terra in un posto chiamato cimitero. Con il tempo nel corpo entra l’anima e inizia la nuova vita.
Quando Anna è nata dalla morte, mi sono sentito come se qualcuno avesse cambiato qualcosa dentro di me, mettendo in funzione l’altro modo di percepire la realtà. La fine della solitudine. Ho sentito una profonda amicizia e legame nei suoi confronti; come se questa donna fosse una parte di me. Istantaneamente mi sono reso conto di tutte le fortune e sfortune, nelle quali insieme in qualche modo avremmo percorso il cammino della nostra vita. In cinquantaquattro anni avremo un romanzo folle, pieno di passione, che precederà… la sua scomparsa dalla mia vita. E’ orribile sapere che un giorno la dovrò perdere. Un giorno scomparirà dalla mia mente il fatto che esistesse davvero. E’ cosi deprimente che è troppo difficile da esprimere con le parole, ma purtroppo è destinato a tutti. Fra poco nasceranno dalla morte i miei genitori, appena pochi anni dopo la nascita dalla morte di mia moglie. Le loro anime caleranno dentro i loro corpi attraverso un violentissimo incidente. Loro mi faranno compagnia negli ultimi momenti della vita.
E’ divertente come il genere umano diventa stupido. Ora c'è qualcosa, e più tardi non c’è più. Le persone utilizzano invenzioni, destinate a scomparire – gli scienziati le dimenticano. Cosi inspiegabilmente, andiamo indietro nello sviluppo – e ciò è naturale. La nostra civilizzazione si spegne negli occhi. Non lo so che cosa c’era prima della mia nascita dalla morte.
Purtroppo è cosi, attimo dopo attimo ci sfugge ciò che successo un momento prima. Lo perdiamo definitivamente. Intuisco che certamente come genere umano eravamo molto più sviluppati. Dall’istruzione che avrò nelle varie scuole, saprò che la civilizzazione pian piano si volge al declino. Ci saranno due orribili guerre mondiali. Scompariranno i computer, le televisioni e le macchine. Finiremo come i pitecantropi che si colpiscono con le clave sulle teste, ma… ma questo non è il mio problema. Ho davanti a me sessantotto anni di noiosa e prevedibile vita. Ci saranno anche alcuni momenti di felicità. E proprio questi momenti aspetterò con ansia…

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Anno 9, Numero 36
June 2012

 

 

 

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