Hasan Atiya Al Nassar è nato a Ur, in Iraq, nel 1954. Cresciuto nell'Iraq meridionale, si trasferisce per ragioni di studio a Baghdad dove pubblica le prime opere di narrativa e poesia, collaborando come giornalista a varie riviste. Nel 1981 è costretto a fuggire dall'Iraq in quanto renitente alla leva nella guerra contro l'Iran. Vive da allora in esilio a Firenze, dove si è laureato in Lettere e Filosofia. Ha fatto inoltre un dottorato di ricerca all'Istituto Universitario Orientale di Napoli. Da molti anni ha concentrato quasi esclusivamente la propria attività sulla poesia. Scrive in arabo e in italiano. Tematica fondamentale della sua poetica è il dolore dell'esilio, l'anelito di una patria lontana, ma anche la presa di coscienza della fragilità dell'uomo di fronte al mondo circostante, in una condizione d'esilio che va oltre quella puramente geografica. Le sue opere sono state pubblicate, oltre che in Italia e in Iraq, anche in Siria, Libano, Tunisia, Iran, Regno Unito, Francia, Stati Uniti e Spagna. In Italia ha pubblicato le proprie poesie in riviste specializzate come “Eleusis”, “Varia”, “D.E.A.”, “Plurale”, “Si scrive”, “Pagine”, “Kúmá”, “Semicerchio” e “Testimonianze”. Fa parte del comitato di redazione di Semicerchio, per cui si occupa di poesia araba[1]. In Francia ha pubblicato sulla rivista Confluences Poétiques[2]. L'ultima antologia pubblicata è Roghi sull'acqua babilonese, nel 2003[3].