El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

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raffaele taddeo

Il festival di Letteratura promosso a Milano da Milton Fernandez ha avuto un successo forse inaspettato con circa 90 eventi e significativa affluenza di pubblico. L'intento dei promotori era quello di lanciare manifestazioni che avessero carattere letterario senza alcuna specificità o riserva (in questo caso riserva nell'accezione della riserva indiana) culturale, ma quasi automaticamente, poichè era uno scrittore non autoctono a promuovere l'evento, il festival è stato ritenuto come una manifestazione degli “extracomunitari” e per i più informati festival della letteratura della migrazione. Alla casa della Cultura di Milano il 7 giugno si è sviluppato un dibattito sull'opportunità di assegnare o meno un nome agli scrittori di origine straniera che scelgono l'italiano come loro lingua e rivendicarne la loro cittadinanza.
In questa primavera si è sviluppato un dibattito intenso su “Il fatto quotidiano” in merito alla Letteratura della migrazione; sono emerse diverse posizioni sulla opportunità di ingabbiare con definizioni la produzione letteraria degli scrittori di origine straniera.
A Palermo all'interno di un convegno sugli autori di origine straniera vi è stata una tavola rotonda ove lo stesso argomento è stato al centro del dibattito.
E' forse matura la situazione per incominciare ad assegnare una cittadinanza senza alcuna gabbia alla produzione letteraria di autori di origine straniera? Quale vantaggio potrebbero ricavarne gli scrittori che sono stati incasellati nella “Letteratura della migrazione”? Quali svantaggi nel rimanere all’interno di una nicchia letteraria. C’è chi ha parlato di razzismo culturale, chi della scarsa attenzione loro riservata. Ma forse non è più opportuno lanciare un movimento letterario con sue poetiche, con sue tematiche e proprio per questo confrontarsi con chi non appartiene a questo movimento? Temi propri, elementi formali tipici di questi autori incominciano ad individuarsi. Perché non dichiararli? e con questo fare i conti con la letterarietà, non di chi migra, ma degli uomini del nostro tempo?
Forse sarebbe importante incominciare a discutere su questi aspetti piuttosto che su fatti terminologici. Penso che solo così si esca dal tentativo di relegare ai margini gli scrittori di origine straniera. Al movimento certamente potrebbero partecipare tutti, migranti e autoctoni perchè i conti andrebbero fatti con poetiche e non con altro.
Sarebbe anche significativo che questa rivista potesse essere luogo privilegiato di discussione e dibattito. Si invitano quindi scrittori, studiosi, ad esprimersi.

In questo mese è partita una marcia organizzata da sans papiers residenti in Francia, per rivendicare il diritto della libera circolazione e residenza delle persone. E' una questione che andrebbe riproposta con forza senza paure e tatticismi. Il diritto di stabilirsi dove si ritiene più opportuno deve costituire un obiettivo fondamentale non solo da parte degli uomini del nostro tempo, ma di ogni uomo di ogni tempo, perchè la terra è stata assegnata a tutti gli uomini e non ad alcuni in particolare. Fa specie che gli intellettuali del nostro tempo non portino avanti questa battaglia. Anche la Letteratura dovrebbe incominciare a porre al centro del proprio immaginario non il piccolo territorio, consolatorio, romantico, ma l'intero spazio terrestre ed individuare temi poetici, che ne sostengano l'importanza.

L'Emilia Romagna è stata colpita da forti scosse di terremoto che hanno provocato vittime e danni forse irreparabili al patrimonio artistico della regione e dei paesi più direttamente interessati. In questa tragedia non sono stati risparmiati operai di origine straniera, dimostrazione di una comunanza con gli operai della zona che sono stati colpiti per gli stessi motivi.

In questo numero sono pubblicati parecchi testi sull'ossimoro. L'idea di lanciare dei temi su cui costruire delle piattaforme letterarie trova sufficiente consenso. Per il prossimo numero, lo ricordiamo, è stata lanciata l'idea dell'acqua. Speriamo che il coinvolgimento a questo tema sia più intenso e partecipato anche perché oggi centinaia di milioni di persone sono alle prese quotidiane per il proprio rifornimento dell’acqua ed ancora una volta la letteratura deve farsene carico. L’idea è anche quella che possa rimanere una rubrica a sé su questo tema.

In questo numero di giugno 2012 vi proponiamo i seguenti autori, che ringraziamo per la loro collaborazione:mauro a. bogdanovic, hasan atiya al nassar, cheikh tidiane gaye, julio monteiro martins, mohamed malih, papa aamdou ndao, diana facile, monica dini, tiziana altea, alfredo tamisari, yves-jacques bouin, krzysztof t. dabrowski, gabeba baderoon, doina ruSti, stelian turlea, abdelmalek smari, gennaro tedesco, paola marchi, adrian n. bravi, paola corgatelli, la rivista americana warscapes

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Anno 9, Numero 36
June 2012

 

 

 

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