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frrratellino

krzysztof t. dąbrowski

L’inverno. La gelata che pizzica le guance. La barba raggrinzita dal freddo. La neve che brilla nel raggio del sole e scricchiola sotto i piedi. Quel giorno io e mio padre siamo rimasti da soli. La mamma era finita all’ospedale a causa di una grande pancia, nella quale, come mi era stato spiegato, si trovava mio fratello. Effettivamente, dopo tre giorni siamo andati a vedere il fratellino.
In un primo momento ero deluso – questo mini, raggrinzito sgorbio che sistematicamente urlava, doveva essere mio fratello? E vabbè, dovevo essere solo contento che io non ero cosi. Macabro! Dopo alcuni giorni il papà lo ha portato a casa. Inizialmente ero contento che sarei stato il fratello maggiore (ah, come suonava altisonante). Presto ripresi i sensi, la mia gioia era prematura . Eccomi , il primogenito, verso il quale tutti erano premurosi, del quale tutti i capricci erano subito esauditi, il coccolato unico figlio – all’improvviso sceso al ruolo di un servo, quello peggiore al quale non si da quasi l’attenzione.
Il potere a casa l'ha preso il piccolo, il nume tutto rosa, vicino al quale i genitori vigilavano giorno e notte, al quale rendevano quasi un onore devoto.
Adesso lui era al centro dell'attenzione. Sono stato degradato in un modo crudele – stai zitto perché svegli fratellino… dai, gioca un po’ con il fratellino… guarda, come è bravo Adas, prendi esempio da fratellino… Uffa, mi veniva la nausea. Che cosa è successo con loro? Perché questo mostro li aveva cambiati cosi? Come si è permesso? Presto ho iniziato a provare una vera avversione verso questo piccolo gnomo. Il fratello di cui ero cosi contento, si è rivelato un mostro!
Adesso penso, com’ero stupido in quel momento. Adesso, quando l’uomo è adulto, guarda tutto con occhi diversi. A quel tempo, mi sentivo rifiutato, non amato. Eppure è logico che a un bambino più piccolo bisogna dedicare più tempo rispetto a quello più grande.
Ah, se avessi saputo in quel momento, ciò che so adesso, sarei stato completamente diverso…
Gnomo cresceva a vista d’occhio. Più grande era, più attenzioni pretendeva dal mondo che lo circondava. Il mio mondo! Prima dovevo iniziare a servire l'illustrissimo signore: portare la bottiglina con il latte, giocare e portare a fare le passeggiate. Dopo, che orrore, hanno diviso la mia camera in due parti. Si! La stessa nella quale ho ceduto l’angolo per il lettino al tipo spregevole. Mi sono sentito male quando mio padre mi ha annunciato che quella seconda parte, da ora in poi sarebbe stata di Piccolo, ed io questo lo devo rispettare. LO SCANDALO!
Mamma mia, adesso che sono vicino alla trentina, mi sto rendendo conto quanti anni ho perso con la stupida gelosia.
Eppure i miei genitori non posso dire che non mi prendessero in considerazione, solo semplicemente hanno iniziato a trattarmi da adulto. Questa era nobilitazione, ed io non lo avevo notato, avevo percepito tutto ciò come una punizione…
Come una palla al piede – prima, si trascinava presso di me quando lo accompagnavo all’asilo, e dopo quando andavamo a scuola. Dopo le lezioni, invece di giocare con i compagni a pallone, dovevo disciplinatamente portare questo marmocchio a casa. Non bastava tutto ciò, su di me sono finiti nuovi compiti: spolverare, lavare i piatti e aiutare a fare la spesa. Fossi stato pigro o avessi mai tergiversato. No, questo no! Mi veniva però un colpo, perché io dovevo lavorare duro e quel bradipo nello stesso tempo stava sdraiato con la pancia all’aria. E che spiegazioni – perché lui e ancora troppo piccolo, perché quando crescerà anche lui ci aiuterà (Taaa, tere fere, pensavano che “lo scemo” sarà contento! Sicuramente la passerà liscia).
La lacrima agli occhi sta per salire, ma è troppo tardi per tornare in dietro. Per la prima volta ho trattato mio fratello come un compagno, e non come un avversario, solamente all’università – lui allora frequentava la seconda classe del liceo, non so perché è andata cosi, ma sono diventato un ragazzo chiuso e timido. In quel tempo mio fratello minore usciva con le ragazze. Veniva il colpo dall’emozione.
Sembrava che tutte le guerre civili fossero cadute nella dimenticanza, sembrava che fossimo diventati grandi tutte due, ma ogni volta che portava una nuova ragazza a casa, sentivo nel fondo del cuore un pizzico di gelosia – Eh, lui un’altra volta ha il meglio, il mondo lo ama più di me… perché lui si e non io? Mi ricordo che una volta stavo giù di morale in un modo orribile. Allora, il Minore mi ha dato una manata sulla schiena e ha proposto che si sarebbe potuto tutte due insieme fare un salto in birreria, come fratello e fratello, e chiacchierare un po’.
Siamo finiti in un pub nella zona. Quando fui ubriaco fradicio, tutta questa melma di tristezza, gelosia, accuse, tutto ciò che per anni si era accumulato in me – finalmente è uscito fuori durante la conversazione. Una cosa strana è che ha preso tutto ciò con comprensione.
Siamo andati ancora un po’ in giro per bettole. Al mattino è risultato che questa creatura maglina, mio fratello, era il mio migliore compagno. Presto mi ha insegnato come corteggiare le ragazze con efficacia e suscitare interesse nei loro confronti. Mi ha invitato nella sua compagnia. E’ diventato un amico vero. Come mi dispiace adesso, che per tutti quegli anni l'ho trattato come un malfattore, come un male necessario, nonostante non fosse colpa sua. Ho capito completamente solo adesso, stringendo con le dita contratte la cornetta del telefono. Non potevo credere in ciò che avevo appena sentito. Mio fratello, Adamo… è morto ieri in Afganistan…

Traduzione di Katarzyna Kwiatanowska

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Anno 8, Numero 35
March 2012

 

 

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